Dichiarare pubblicamente di aver visto la serie sulla Dark Polo Gang equivale a richiedere apertamente l’intervento di una gogna social da parte di amici e conoscenti. Nonostante sia passato più di un anno dall’uscita di Sportswear, uno dei pezzi più famosi della DPG, c’è ancora qualcuno che guarda il lavoro di Tony, Wayne, Pyrex e Side in modo sospetto, a voler essere buoni. Se è vero che la Gang non si infama, è altrettanto vero che se a distanza di anni siete ancora lì a covare livore con le dita tremanti nella sezione commenti di uno dei loro video ecco, il problemi siete voi.
Ma insomma, la Gang vi vuole bene e vi manda bacini, e proprio per questo ha deciso di realizzare una serie di dodici episodi (tre ogni sabato) disponibile su TIMVision, una guida per far capire anche a voi hater che il mondo della DPG è quello in cui tutti vorreste vivere. Insomma, Dark Polo Gang – La Serie è la comedy più divertente del 2018, e nel dirlo lo faccio nel modo più serio possibile.
Se l’idea di seguire Tony, Wayne, Pyrex e Side in giro tra concerti e vita privata vi sembra la premessa meno invitante del mondo (poi però seguite La Casa di Carta… ), vi basteranno i ventidue minuti del primo episodio per capire di avere torto marcio. La Gang è qualcosa che va oltre il semplice gruppo musicale, una roba che fa un giro così contorto da diventare una versione romana e ben vestita del Frat Pack di Ben Stiller e Will Ferrell. Magari non sarò il primo a scriverlo, ma l’idea primaria dietro la DPG è l’intrattenimento, un saper far ridere quasi inconsapevole che prima che dalle canzoni passa dai personaggi, dal mondo che vive intorno a Tony, Wayne, Pyrex e Side e che anima gli episodi.
C’è un universo dietro la Dark Polo Gang, un microcosmo che spogliato di quella camicia Yves Saint Laurent da diverse centinaia di euro è fatto di situazioni assurde, di aneddoti con gente che passa le ore ad asciugarsi il petto con un phon o che parla degli orologi come di “ghiaccio”. Di gente capace di creare un tormentone al giorno e di fatturarci sopra quanto un comune mortale fattura in un mese. Dopotutto ce lo dice anche Wayne nella sigla di apertura, la DPG sta facendo arte e cosa c’è di più interessante di un documentario su un collettivo di artisti all’opera? Alla fine vi siete sorbiti Loving Vincent, per questo dovreste considerarvi fortunati di poter scoprire i segreti della Gang nel loro momento di massima creatività e maturità artistica. Entrare nelle stanze dei bottoni in cui si crea la magia e scoprire segreti inimmaginabili, come l’attestato da orafo di Tony Effe o la storia dietro quel bruttissimo tatuaggio di Side.
Lo so, li odiate ancora. Non sopportate l’idea che loro siano ricchi, che ce l’abbiano fatta mentre voi siete ancora chini nella sezione commenti di Cono Gelato, braccati dalla tentazione di premere invio a quel commento cattivissimo. Stiamo tremando. Mentre decidete se diventare ufficialmente un hater della Gang, vi propongo un esperimento. Nel 2008 Joaquin Phoenix annunciò il suo ritiro dal cinema per diventare un rapper; una storia che andò avanti un paio d’anni, alternando interviste imbarazzanti ad apparizioni pubbliche con barba e capelli lunghissimi. Nel 2010 si scoprì che era tutto finto e che Phoenix stava recitando una parte per un mockumentary di Casey Affleck, I’m Still Here.
Ecco, adesso provate a pensare lo stesso con Dark Polo Gang – La Serie. Fate finta che Tony, Wayne, Pyrex e Side siano quattro attori incredibili, roba da Emmy e Oscar, e che l’intera serie sia un documentario satirico sulla scena trap italiana. Una cosa pensata proprio per voi, hater pieni di livore alla disperata ricerca di un alleato nella crociata contro la musica che tanto odiate. Guardatela con un occhio diverso, come un The Office con outfit costosissimi in cui un collettivo di comici mette in piedi un assurdo esperimento sociale per diventare un gruppo da disco di platino. Guardatela come preferite, l’importante è che lo facciate. Altrimenti siete dei bufu.