Raggiungo Thierry Donard al telefono, mentre è sballottato tra una premiere e l’altra. È il regista di Don’t Crack Under Pressure – Season 2, il film iperadrenalinico supportato da Tag Heuer, che esplora i quattro angoli del mondo alla ricerca delle esperienze più complete, tra sport estremi e prove fisiche al limite del possibile. Il film, che sarà presentato venerdì e arriverà in sala per due giorni, il 30 novembre e il 1° dicembre, è già stato accolto da standing ovation in Francia. E Donard non trattiene l’entusiasmo, iniziando subito a parlare con una carica irresistibile.
«L’opinione è molto positiva, anche da persone che non seguono e non fanno questi sport», racconta Donard. «Non sai mai, dopo un anno di lavoro, cosa salta fuori. A volte scappavo dalle proiezioni perché non volevo vedere cosa succedeva, era una tortura. Ho visto un sacco di errori, ma il pubblico non se ne sarà mai accorto».
Cosa è cambiato rispetto al film dell’anno scorso?
L’anno scorso era più intenso, quest’anno capisci il legame che c’è tra le persone, vedi un team vero e proprio. Ci siamo spinti più in là. In più c’è un rapporto con la natura da sottolineare, oggi se ne parla molto ma non deve essere un trend. Oggi abbiamo Trump negli Usa che se ne frega, quindi dobbiamo preoccuparci noi.
Cosa avete fatto di più?
Siamo andati a girare ad Agua Azul, ad esempio, una zona del Messico che è protetta dagli Zapatisti. Loro rifiutano la tecnologia e siamo andati a sfidare questo concetto. A volte pensi che forse hanno ragione loro! Se qualcuno si fa male, però, è molto pericoloso. Quello che abbiamo creato è molto bello e il rischio lo fa risaltare ancora di più. Ci sono alcuni luoghi che sembrano l’Eden. Anche Davide (Carrera, apneista italiano, ndr), l’anno scorso andava in apnea statica in mezzo agli squali. Quest’anno nuota assieme alle balene e ai loro cuccioli.
Ci sono delle nuove persone coinvolte…
Eric Deguil e Sofia Reinoso per il kayak, Richie Jackson per lo skateboard. Lui è molto famoso, è un mix tra Dalì e D’Artagnan, ha milioni di follower su Instagram ed è famoso per la sua filosofia. Ha cercato di adattare lo skate alla città, poi si è spostata a Barcellona. È molto interessante, uno stile opposto ma molto interessante.