Bye bye Portogallo, si parte per Israele. Il prossimo anno sarà lì che vedremo la competizione canora più camp in circolazione. Va detta una cosa: se negli anni scorsi era più baraccona, quest’anno ha perso un po’ quello spirito. Come se si fosse imborghesita. Poche, pochissime esibizioni hanno lasciato il segno nel bene e nel male, tipo il montenegrino Slavko e la sua treccia. Niente di cui sparlare, insomma. Ma veniamo alle pagelle della serata.
Ana Moura e Mariza Voto: 10
Hanno intonato il fado regalando al pubblico un momento di pura poesia. Un inizio così non può che avere il massimo dei voti. Peccato che questa musica sia poco promossa. Il servizio pubblico, in quanto tale, dovrebbe far conoscere la storia delle sonorità del mondo come la copla spagnola, tanto per citarne un’altra. Opening favoloso.
Ucraina Voto: 4
L’Ucraina mette in campo Melovin con il brano Under the ladder. Lui è un misto tra Marylin Manson, Nosferatu e un personaggio a caso di Hotel Transylvania. Esce da una sorta di pianoforte-bara che poi prende fuoco. Messa in scena pazzesca. Canzone no.
Spagna Voto: 7
Tocca alla Spagna con Tu Canción di Amaia y Alfred. Lei arriva dalla versione iberica di Ti lascio una canzone. Brano molto “spagnolo”, roba che a loro piace tanto. E non è male. Orecchiabile e con un’interpretazione molto sentita. Al Bano e Romina sono dietro l’angolo, ma va bene.
Slovenia Voto: 4
Vai con la Slovenia e Hvla, ne! di Lea Sirk, una tipa tamarra al punto giusto che ha scoperto gli anni ’90 dieci minuti prima di salire sul palco. Apprezzabile il fatto di cantare nella sua lingua, ma niente di che.
Lituania Voto: 1
Il momento della Lituania arriva con When we’re old di Ieva Zasimusksité, una simpatica – si fa per dire – cantante che è un ibrido tra la Raggi, Celine Dion e Viola Valentino. La canzone è sulla bellezza di invecchiare insieme al suo amore. E, tanto per non farci mancare nulla, arriva anche il marito sul palco. Mi si è cariato un dente.
Austria Voto: 7
L’Austria è una vera rivelazione con Nobody but you dell’ex modello Cesar Sampson, Brano molto orecchiabile, lui molto bono. Performance degna dei live dei Backstreet Boys. Funziona tutto. E che voce!
Estonia Voto: 6
Finalmente arriva la prima cosa camp di questa edizione. La porta in scena l’Estonia con il brano La forza interpretato in italiano da Elina Nechayeva. La soprano indossa un vestito da 65mila euro, sul quale vengono trasmesse immagini che la fanno sembrare Elsa di Frozen. La messa in scena, quindi, è molto figa. Poi la canzone non se la fila nessuno, ma questa è un’altra storia.
Norvegia Voto: 7
La Norvegia punta tutto su That’s why you write a song di Alexander Rybak, una canzone molto orecchiabile. Lui sembra uscito da un musical, ha un non so che di perfettino che lo rende insopportabile. Ma non si può dire non c’entri l’obiettivo.
Portogallo Voto: 8
Il Portogallo gioca la carta di O Jardim di Claudia Pascoal. Ve la ricordate Carlotta? Quella di Frena? Ecco, pensatela a cantare in portoghese. L’esibizione è super-minimale, con le luci a farla da padrone sul buio. E poi la lingua portoghese è davvero emozionante. Al termine della performance intima lei si commuove.
Inghilterra Voto: 6
Il momento “Wow” arriva con l’Inghilterra e il brano Storm di Surie. Durante l’esibizione, infatti, entra in scena un tizio che cerca di toglierle il microfono. Mi aspettavo anche che dicesse che Sanremo l’avrebbe vinto Fausto Leali, ma non c’era Pippo Baudo nei paraggi. Per il resto gli inglesi il pop lo sanno fare alla grandissima. Il look e la scenografia del pezzo ricordano un mix tra i video di Katy Perry, Annie Lennox e Xanadu. Canzoncina carina, anche se si poteva fare uno sforzo in più.
Serbia Voto: 6
La Serbia è sicura che il brano Nova Deca di Sanja Ilić e Balkanika spacchi. Tutto molto divertente e folk: un po’ Enya, un po’ Tazenda, un po’ Savannah. C’è anche Piero Cassano dei Matia Bazar. Fighi però.
Germania Voto: 6
La Germania presenta You let me walk alone di Michael Schulte, una sorta di Renga teutonico che pare la versione maschile di Jess Glynne. Onestamente anche se il pezzo dedicato al papà scomparso ha componente emozionale che fa piangere tutti, non è niente di che.
Albania Voto: 2
Ecco l’Albania con Mall di Eugent Bushpepa. Il brano ha lo stesso inizio di Amici come prima di Paola e Chiara. Se questo è il rocker albanese che ha aperto i live di Deep Purple e Guns’n’Roses siamo messi malissimo.
Francia Voto: 8
La Francia fa cantare il duo Madame Monsieur con Mercy ed è subito Jalisse. Marito e moglie portano un pezzo carino che ricorda, vagamente nell’arrangiamento, Sweet Harmony dei Beloved. La canzone è su una bimba nigeriana partorita dalla mamma migrante dopo essere sbarcata sulle coste italiane.
Repubblica Ceca Voto: 6
Lie to me è il brano di Mikolas Josef che la Repubblica Ceca ha deciso di mettere in gara. Lui un nerdissimo con un pezzo bellino dal sapore del già sentito. Nulla di nuovo sul fronte occidentale, tanto per capirci, anche se il brano – è un fatto! – è stiloso e radiofonico. Non so perché, poi, ma il cantante mi ricorda Macklemore.
Danimarca Voto: 5
La Danimarca porta Higher Ground dei Rasmussen. Mamma li vichinghi! La canzone che non rimarrà nella storia, in alcuni momenti sembra il pezzo di un’opera moderna di Cocciante intonata dal Re oltre la Barriera Raymun Barbarossa e dai suoi seguaci (sto parlando del Trono di spade eh!). Ci sta pure la neve. Vabbè…
Australia Voto: 2
Poi c’è l’Australia con We got love di Jessica Mauboy, una che s’è messa addosso una tenda e le hanno gettato sopra una manciata di glitter. Ammicca senza poterselo permettere, anche perché la canzone è penosa. Se la sente calla come Beyoncé, ma ne deve mangiare di cereali sottomarca. O no?
Finlandia Voto: 9
Ed ecco la Finlandia con Monsters di Saara Aalto. La cantante è un mash up tra Jennifer Lopez e Lisbeth Salander. Finalmente una canzone tamarra, ma proprio tanto tanto tanto. Non posso che darle un votone, anche perché la sto canticchiando da quando l’ho ascoltata.
Bulgaria Voto: 7
Arrivano gli Equinox, la band multirazziale che la Bulgaria ha creato ad hoc per l’Eurovision. La canzone Bones è caruccia e tra le loro fila, oltre alla sosia di Lady Gaga c’è Johnny Manuel, il cui provino per America’s got talent è diventato virale. L’atmosfera fa tanto Black Eyed Peas, ma ci sta.
Moldavia Voto: 6 (ma in realtà 8)
Tra i pezzi più divertenti c’è My Lucky Day della Moldavia cantato e ballato dai DoReDos, Sono quelli che ascolti, ma ti vergogni di dirlo. E fai pure il balletto in camera davanti allo specchio. Personalmente li amo.
Svezia Voto: 7
La Svezia è sicura di vincere con Dance you off di Benjamin Ingrosso. Le ragazzine credo lo adorino già. Lui canta, balla, ammicca e se la crede che Justin Timberlake levate! Il pezzo prende a piene mani sonorità di Quincy Jones, anni ’80 a go-go.
Ungheria Voto: 4
L’Ungheria porta Vislát nyár degli AWS. Loro sono rocker, vestiti al mercatino delle pulci con effetti speciali un po’ ridicoli.
Israele Voto: 5
Il brano vincitore è quello di Israele: Toy di Netta, un mix tra Pucca, Bjork e Bette Ditto. Era già tra le favorite, ma è il classico pezzo da ESC. E poi lei che fa le faccette mi rendono perplesso.
Paesi Bassi Voto: 6
I Paesi Bassi investono su Outlaw in ‘em di Waylon. Vestito con giacca leopardata è lo Zucchero olandese che imita Mr Crocodile Dundee. Il brano è una scopiazzatura di pezzi di Bon Jovi e Aerosmith a caso.
Irlanda Voto: 5
L’Irlanda arriva con Ryan O’Shaughnessy e Together. Ballata irlandese ok orecchiabile che riprende, forse neanche troppo velatamente When you say nothing at all di Ronan Keating. Ed è subito Notting Hill.
Cipro Voto: 9
Che botta Cipro e il brano Fuego di Eleni Foureira, la versione locale di Shakira. Ovviamente icona gay subito. Finalmente una trashata al punto giusto. Chi se ne fotte della canzone. Starei a guardala per ore.
Italia Voto: 7
Last but not least l’Italia con Ermal Meta e Fabrizio Moro e la loro Non mi avete fatto niente. Il pubblico del mondo li piazza quinti. L’anno scorso Gabbani, dato per favorito, arrivò sesto. Bel risultato per una canzone che ha la sua dignità e ha puntato tutto sulla musica e non sull’esibizione.