«Il telefono ha squillato tutta la notte e io non ho mai risposto. Me ne pento amaramente perché non posso rimediare». Così Loredana Bertè, ospite di Francesca Fagnani a Belve ieri sera su Rai 2, torna sulla morte della sorella Mia Martini, evento che «mi ha spezzato il cuore».
«Io sono stata privilegiata ad avere come sorella Mimì», dice Loredana ancora commossa. «Se non l’avessi avuta ci sarebbe stato un vuoto nella mia vita come quello di adesso». E aggiunge: «Con la vita ho litigato quando è morta Mimì. I mariti si cambiano, le sorelle no».
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E a proposito di mariti, non sono mancate le confessioni sul tumultuoso matrimonio con il tennista svedese Björn Borg, compresa la fine nel 1991 dopo anni di risse («lanciavo i divani dalla finestra»): «Preferiva la cocaina a me, non potevo accettarlo», rivela Bertè. «Eravamo in Florida, tornata in albergo vedo che prende il telefono e chiama il room service. Ma non era il room service. Chiede due prostitute. Sono arrivate due, tutte vestite di pelle, con le fruste. Lui mi ha detto che dovevamo passare a un altro livello, facendo sesso con queste. L’ho preso, l’ho gonfiato di botte e me ne sono andata. Quando siamo tornati a casa [a Milano] non l’ho fatto entrare. Gli ho detto: “Vaffanculo tu, le troie e la cocaina”. L’ho chiuso fuori di casa, da quel giorno è finita».
“vaffanculo te, le troie, la cocaina. M’hai rotto il cazzo”
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Nel corso dell’intervista, la cantante ha anche confidato di essere casta da dieci anni: «Mi sono data parecchio, ora mi riposo. Per ora sto bene da sola». E anche di voler riallacciare i rapporti con Renato Zero, amico di una vita che non sente da molti anni: «Ma [un riavvicinamento] dipende da lui».
Qui l’intervista completa a Belve.