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L’oro della Silicon Valley

Alla terza stagione, Mike Judge e soci ci raccontano la loro feroce satira sul mondo dell'hi-tech californiano e dei nerd con i soldi

Per chi ancora non la conoscesse, ecco una breve definizione: Silicon Valley è la versione più intelligente di The Big Bang Theory. Ambientato nell’omonima area a sud di San Francisco, è una feroce satira mascherata da sitcom dell’industria hi-tech californiana, in cui tutti vorrebbero essere Steve Jobs e dove tutti, dopo avere accumulato miliardi, hanno l’hobby di salvare il mondo. La terza stagione, trasmessa su HBO dal 24 aprile (in Italia da SkyAtlantic), ritorna dopo una seconda stagione di passaggio, in cui l’autore Mike Judge (Beavis & Butt-head, King of the Hill) ha dovuto affrontare un cambiamento importante: la scomparsa di uno degli attori principali, Christopher Evan Welch. La scelta di integrare nella fiction la morte di Peter Gregory – il guru geniale e disconnesso che Welch sapeva interpretare così bene – non era scontata, ma Judge è riuscito a trasformare una potenziale battuta d’arresto in una svolta radicale nella trama, degna di House of Cards. La nuova stagione vedrà Richard, interpretato da Thomas Middleditch, lottare per diventare CEO di Pied Piper, la start-up basata su un rivoluzionario algoritmo di compressione che Richard ha creato quasi per errore. Judge, Middleditch e Alec Berg, cocreatore della serie (già autore di Seinfeld e Curb Your Enthusiasm), ci raccontano cosa dobbiamo aspettarci dalle nuove puntate.

Perché la scelta di ambientare lo show nel mondo della Silicon Valley?
Alec Berg Mi sono sempre piaciuti i geek, quelli strani, gli sfigati che non si cagava mai nessuno. Mio fratello ha studiato informatica a Stanford, e ogni volta che tornava a casa mi raccontava delle storie pazzesche. La più assurda era il momento dell’happy hour. Ogni venerdì alle 3 del pomeriggio, decine di studenti si ritrovano nel prato davanti alla facoltà, tenendo in mano un pezzo di pane e formaggio. Si mettevano in cerchio, tutti rivolti verso l’esterno, e mangiavano il panino respirando attraverso le narici. Lo fanno in cinque minuti, prima di tornare al lavoro. Fucking nuts!

Le vostre battute nei confronti del mondo tech sono spesso feroci. Qual è stata la reazione da parte della vera Silicon Valley?
Mike Judge
Quando ho scoperto che Larry Page e Sergey Brin (fondatori di Google) indossavano rispettivamente le magliette di Hooli e Pied Piper a dei party in cui facevano vedere lo show ai loro impiegati, sono rimasto di sasso. Non potevo credere che il nostro show piacesse proprio alla gente che prendevamo per il culo. Quando è uscito This Is Spinal Tap, pensavo che molti rockettari si sarebbero incazzati, invece hanno tutti amato la parodia. Il mondo del tech è molto strano, non è come Wall Street, dove l’unica cosa che conta è fare soldi. Nella Silicon Valley il sogno è quello di diventare miliardari per poter salvare il mondo.
Berg Secondo me credono di capire lo show, ma in realtà non si rendono conto di quanto sia critico nei loro confronti. Ridono, perché credono che prendiamo in giro i loro colleghi, gli stessi che loro prendono in giro, mentre in realtà noi sfottiamo tutti quelli che appartengono a quel mondo. Non stiamo certo dalla parte dei miliardari.

È giusto ammettere che il nerd è il nuovo eroe della narrativa americana?
Judge Sì, negli ultimi 10 anni il comportamento sociale nei confronti dei nerd è cambiato drasticamente. C’è molto più rispetto nei confronti di chi ha più cervello di noi – magari il ragazzino che prendi per il culo oggi, domani sarà l’uomo più ricco del mondo! Oggi il nerd fa figo, e tutti vogliono farti credere di esserlo, anche i fighetti senza cervello.

Qual è la sfida più difficile di questo show?
Judge Parliamo di un gruppo di persone che non sono attraenti e che fanno un lavoro che nessuno capisce, anche se influenza le nostre vite fin nei più piccoli dettagli. Non sono trafficanti di droga, spie, poliziotti, pompieri, stanno seduti davanti al computer tutto il tempo. Per fare questo show ho dovuto imparare un sacco di cose noiosissime.

Quanto è simile lo show a quello che succede nella realtà?
Judge Parecchio simile. Il tech world è naturalmente assurdo, non dobbiamo inventarci chissà cosa per renderlo interessante. Molte delle cose che succedono sono vere, le cifre miliardarie sono vere, così come gli alienati, i dissociati, i paranoici. Lo so, perché ne facevo parte anch’io, negli anni ’80.

Nello show viene spesso sottolineato, ironicamente, che questi business rendono il mondo migliore. È vero?
Judge
L’idea che con la tecnologia il mondo stia diventando un posto migliore è reale, i techies ci credono. Noi vogliamo smitizzarla. Per preparare lo show abbiamo visitato varie società, tra cui Google e Facebook, e tutti, dico TUTTI, sono convinti che senza di loro saremmo già estinti. Secondo me, la Silicon Valley assomiglia molto alla corsa all’oro della metà dell’Ottocento. Molti dei nostri personaggi stanno inseguendo l’american dream. Ai miei tempi il sogno era formare una band e diventare miliardari come i Beatles o gli Stones. Adesso è fare miliardi con un’app, e poi fingere che avere soldi non sia importante.
Berg E fanno un pacco di soldi! Nel nostro settore l’uomo più ricco è Chuck Lorre – autore-produttore di Pappa e ciccia, Dharma & Greg, Due uomini e mezzo, The Big Bang Theory tra le altre – che, dopo aver lavorato una vita, vale un miliardo di dollari. Evan Spiegel di Snapchat di miliardi ne vale due, a 24 anni. È anche vero che molti fanno beneficenza, è merito loro il nuovo trend del sistema 1/1/1: dona l’1% del tuo profitto lordo, l’1% del tuo prodotto e l’1% del tuo tempo, o di quello dei tuoi impiegati, a favore di qualsiasi causa benefica.

Entra Thomas Middleditch, che prima di sedersi, prende una bottiglietta d’acqua minerale e, non solo non riesce ad aprirla, ma quando lo fa, schizza acqua sugli iPhone di tutti i presenti.

Quanto assomigli a Richard Hendricks?
Middleditch
(Ride) Non gli assomiglio per niente! Io sono un Superuomo nel titanismo dello Sturm und Drang, sono un egocentrico e ho un’enorme fiducia in me stesso. Richard invece è introverso, socialmente impedito. Ma, dalla sua, ha la determinazione, non è il tipo che molla. Nella nuova stagione continua a evolvere, anche se è costantemente sotto stress, sempre alla ricerca di crackare qualcosa come Neo in Matrix. Io sono molto più casual, più cool!

Sei nato facendo improvvisazione teatrale e comica. L’hai trasferita anche sul set?
Middleditch Poco. Ho cercato di non esagerare, copione e dialoghi sono ottimi, non avevo bisogno di reinventare un personaggio, anche se, dopo il casting, ho parlato con gli autori e molte cose di Richard sono state adattate alla mia personalità. Nella nuova stagione ci sono tanto nodi che vengono al pettine. E visto che la vera Silicon Valley ora è Silicon Beach, bisognerà vedere se si trasferiranno tutti in California.
Judge Per non parlare delle cause giudiziarie, che anche nel vero mondo delle start-up sono all’ordine del giorno, cominciano e finiscono senza rancori. Ti dico la verità: se avessi un’idea geniale e fossi in grado di realizzarla e di fare soldi non sarei qua. Sarei nel Mediterraneo a bordo di un mega yacht, con i miei amici e delle super fighe.

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