«Caro Giancarlo, […] ti informo che è mia intenzione contribuire agli sforzi necessari alla definizione della prossima Legge di Bilancio 2024, attraverso risparmi di spesa per complessivi 100 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo». Questo il contenuto essenziale di una comunicazione che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha inviato al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, pubblicato in esclusiva dal quotidiano Domani.
Sangiuliano, in sostanza, ha chiesto a Giorgetti di tagliare risorse al cinema, in maniera tale da poterle reinvestire in altri ambiti. Il maggiore timore degli addetti ai lavori è che il drenaggio di risorse finisca per andare a discapito del cosiddetto “tax credit”, un sistema di incentivi fiscali che, negli ultimi anni, ha stimolato moltissimo il settore. Semplificando al massimo, si tratta di un credito d’imposta di percentuale variabile, destinato a coprire costi sostenuti per lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale e internazionale di film, opere tv, opere web, videogiochi e per l’apertura o ristrutturazione di sale cinematografiche, per i costi di funzionamento delle sale cinematografiche e per le industrie tecniche.
A muovere critiche alle intenzioni di Sangiuliano è stato, tra gli altri, Paolo Sorrentino. In un’intervista, pubblicata sempre da Domani, il regista partenopeo ha dichiarato: «Il ministro della cultura non ha difeso la nostra casa, che dovrebbe essere anche la sua, visto che si dice uomo di cultura. Non sembra intenzionato a farlo. È come se una persona offrisse un milione di euro per acquistare un appartamento e la controparte dicesse “no, va bene la metà. Non è una cosa comprensibile, è qualcosa che suona sinistro». E ancora: «Quella lettera è un fatto mai visto prima. In genere è il ministro dell’economia che chiede di ridurre le spese e gli altri ministri che cercano di difendersi dai tagli. Qua è successo il contrario con un ministro che chiede di subire più tagli per un suo settore. Non capisco il motivo e non voglio investigarlo».
Anche le principali associazioni di categoria – 00autori, Anac e Writers Guild Italia – hanno chiesto al ministro di palesare le sue intenzioni, firmando un appello congiunto. «Gli autori italiani – recita il comunicato – seguono con preoccupazione la notizia di eventuali tagli al cinema e all’audiovisivo italiani, un settore che dopo anni di crisi sta finalmente trovando una grande vitalità. In tutti i paesi avanzati (compresi gli USA) cinema e audiovisivo ricevono forti aiuti pubblici non solo per il loro evidente valore culturale e identitario, ma anche per il ruolo strategico che svolgono nel proiettare l’immagine del paese a livello internazionale. Sembra impossibile e paradossale che proprio l’attuale governo, che di questi valori ha fatto la propria bandiera, sia pronto a mettere in crisi un sistema delicato e complesso che ha radici nella grande storia del cinema italiano. Sperando dunque che non sia questa l’intenzione dei prossimi provvedimenti, 100autori, ANAC e WGI chiedono un incontro urgente al ministro Sangiuliano per discutere come migliorare e qualificare ulteriormente l’intervento pubblico a sostegno della creatività italiana».