Martin Scorsese incontrò Robbie Robertson a metà degli anni Settanta quando the Band contattò il regista per filmare il loro concerto finale, che sarebbe diventato quella commovente celebrazione conosciuta come The Last Waltz. Da allora i due artisti sono sempre stati vicini e hanno lavorato insieme a un progetto dopo l’altro, fino alla morte di Robertson mercoledì all’età di 80 anni. Nel suo tributo Scorsese ha definito Robertson uno dei suoi “amici più cari” e “una costante” nella sua vita e nel suo lavoro.
“Potevo sempre rivolgermi a lui: era un confidente, un collaboratore, un consigliere”, ha scritto Scorsese. “E Ho cercato di essere lo stesso per lui”.
Dopo The Last Waltz, il concerto stellare che Scorsese ha filmato il Giorno del Ringraziamento del 1976 a San Francisco, Scorsese ha chiesto a Robertson di lavorare come produttore musicale e compositore in molti dei suoi film: em>Re per una notte (1982), Il colore dei soldi (1986), Casinò (1995), Gangs of New York (2002) e The Irishman (2019), tra gli altri. Scorsese è stato anche produttore esecutivo e ha partecipato alla realizzazione di Once Were Brothers, un documentario del 2019 su Robertson e the Band.
“Molto prima che ci incontrassimo, la sua musica ha avuto un ruolo centrale nella mia vita e in quella di milioni e milioni di altre persone in tutto il mondo”, ha detto Scorsese. “La musica di the Band e poi quella da solista di Robbie sembravano provenire dal luogo più profondo nel cuore di questo continente, dalle sue tradizioni, tragedie e gioie”.
“Inutile dire che era un gigante, che il suo effetto sull’arte è stato profondo e duraturo”, ha continuato il regista. I due anno lavorato insieme anche negli ultimi anni. Robertson ha composto la musica per il nuovo attesissimo film di Scorsese, Killers of the Flower Moon. “Non c’è mai abbastanza tempo con qualcuno che ami”, ha scritto Scorsese. “E io ho adorato Robbie”.
Ecco la dichiarazione completa di Martin Scorsese:
Robbie Robertson è stato uno dei miei più cari amici, una costante nella mia vita e nel mio lavoro.
Potevo sempre rivolgermi a lui come confidente, collaboratore, consigliere. Ho cercato di essere lo stesso per lui.
Molto prima che ci incontrassimo, la sua musica ha avuto un ruolo centrale nella mia vita e in quella di milioni e milioni di altre persone in tutto il mondo. La musica di the Band e poi quella da solista di Robbie sembravano provenire dal luogo più profondo nel cuore di questo continente, dalle sue tradizioni, tragedie e gioie.
Inutile dire che era un gigante, che il suo effetto sull’arte fu profondo e duraturo.
Non c’è mai abbastanza tempo con chi ami. E io ho adorato Robbie.