«Non incoraggerei i giovani a entrare nell’industry hollywoodiana, non dico mai, ma almeno non da bambini». A parlare è Natalie Portman nell’ambito dell’Awards Circuit Podcast di Variety, dove racconta il suo ruolo nel film May December di Todd Haynes, al fianco di Julianne Moore. Quando poi l’host ha allargato il discorso, alla domanda: “Da ex attrice bambina e ora madre, incoraggeresti i tuoi figli a entrare in questo settore? Le cose sono cambiate abbastanza da tenerli al sicuro se scelgono di provarci?”, Portman ha continuato a rispondere: «Credo che sia stata sorta di fortunata coincidenza che non mi sia stato fatto del male, oltre ad aver avuto genitori meravigliosi e molto iperprotettivi. Magari non ti piace quando sei bambino, ma sei invece grato quando diventi adulto. Ho sentito troppe brutte storie per pensare che un bambino dovrebbe far parte di questo mondo. Detto questo, ho seguito tutti le conversazioni degli ultimi anni, hanno finalmente reso le persone più consapevoli e attente. Ma, alla fine, non credo che i bambini dovrebbero lavorare, ma invece giocare e andare a scuola».
In passato l’attrice ha anche confessato di essersi sentita sessualizzata da bambina: «Sapevo di essere ritratta e percepita come una Lolita: per difendermi, sono diventata una bacchettona».
E a proposito delle attrici come lei che producono sempre più spesso i film in cui recitano ha sottolineato: «È bellissimo e vedere le mie colleghe farlo mi ispira molto. Reese [Witherspoon] è uno dei più grandi modelli e ispirazioni. È incredibile vedere anche Margot Robbie ed Emma Stone; penso che quest’anno ci siano molte persone che hanno contribuito a creare film importanti».