Baby Yoda ha risvegliato i cuori (e gli orologi biologici) della rete dopo il suo debutto in The Mandalorian, la nuova serie tv di Star Wars su Disney + (che in Italia arriverà a marzo 2020).
Con i suoi occhioni e il minuscolo mantello Jedi, il mini Yoda – che è un membro della specie di Yoda che dovrebbe avere 50 anni e non Yoda stesso – ha generato una miriade di meme e commenti. Ma perché andiamo tutti matti per questo pupazzo verde rugoso, noto nello show come ‘The Child’? Secondo lo psicologo evolutivo Daniel J. Kruger, la risposta sta in un mix di abilità della cultura pop e scienza.
“Le motivazioni sono diverse”, spiega a Rolling Stone. “Innanzitutto, Yoda è uno dei personaggi più amati nell’universo di Star Wars. È universalmente adorato”. Poi Kruger cita il lavoro dell’etologo austriaco Konrad Lorenz, che ha coniato il termine Kindchenschema, fondamentalmente un insieme di caratteristiche che rendono carino qualcosa.
“Tra le specie che prevedono le cure genitoriali, queste caratteristiche sono comuni”, dice Kruger, menzionando in particolare gli occhi grandi. “Questi tratti stanno diventando sempre più esagerati nei cartoni animati. Prendete i My Little Pony di oggi e quelli degli anni Ottanta. I personaggi contemporanei hanno caratteristiche neonatali ancora più esasperate. E questo li rende ancora più teneri. Penso che The Mandalorian abbia fatto colpito davvero nel segno, l’interesse delle persone è alle stelle”.
Negli USA lo show, creato da Jon Favreau e diretto da Dave Filoni, ha debuttato all’inizio del mese con l’uscita del nuovo servizio di streaming Disney +. Il regista tedesco Werner Herzog, che ha una parte nella serie, si è commosso quando ha visto Baby Yoda sul set. “È così bello da far male al cuore”, ha detto a Variety.