Secondo Paul Schrader, le idee per i film dovrebbero essere sviluppate da ChatGPT | Rolling Stone Italia
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Secondo Paul Schrader, le idee per i film dovrebbero essere sviluppate da ChatGPT

Il regista e sceneggiatore ha elogiato l'Intelligenza Artificiale in un serie di post su Facebook. Intanto, Brady Corbet ha parlato dell'uso dell'AI nel suo ultimo film, 'The Brutalist' (ed è molto più ristretto di quanto pensate)

Secondo Paul Schrader, le idee per i film dovrebbero essere sviluppate da ChatGPT

Paul Schrader alla Mostra di Venezia

Foto: La Biennale di Venezia

Paul Schrader ha chiesto a ChatGPT qualche idea per un nuovo film, ed è andata sorprendentemente bene. Così quanto ha riportato il regista e sceneggiatore in un post sul suo profilo Facebook risalente al 17 gennaio.

«NON RIESCO A CREDERCI. Ho appena chiesto a ChatGPT una “idea per un film di Paul Schrader”. Poi lo stesso per Paul Thomas Anderson. Poi Quentin Tarantino. Poi Harmony Korine. Poi Ingmar Bergman. Poi Rossellini. Lang. Scorsese. Murnau. Cara. Ford. Spielberg. Lynch. Ogni idea che mi ha proposto (nel giro di pochi secondi) era buona. E originale. E ben delineata».

La conclusione? «Perché gli scrittori dovrebbero metterci mesi a trovare una buona idea, quando l’AI può dargliela nel giro di una manciata di secondi?». Il post ha generato interazioni e commenti meravigliati, e un po’ anche preoccupati, da parte dei suoi follower: «Paul, va tutti bene?», «Penso che Paul sia stato hackerato», «Cristo, Paul… Smettila di promuovere quella merda, per favore», sono solo alcuni dei messaggi che si leggono sotto al post.

Non è la prima volta che il regista si esprime a favore dell’Intelligenza Artificiale. Qualche giorno prima aveva scritto, sempre su Facebook, di aver provato a dare un suo vecchio script in mano a ChatGPT, chiedendogli qualche miglioramento. «In cinque secondi mi ha risposto con note tanto buone, o migliori, di quelle che ho mai ricevuto da qualcuno dell’industria». E ancora, andando indietro nel suo feed: «Sono arrivato alla conclusione che l’AI è più intelligente di me».

«Ha idee migliori e modi più efficienti di eseguirle. Siamo in un momento esistenziale, simile a quello in cui Kasparov, nel 1997, can che Deep Blue l’avrebbe battuto a scacchi».

Il tema dell’AI e del suo rapporto con il cinema è particolarmente caldo. Solo ieri erano circolate le dichiarazioni del montatore di The Brutalist di Brady Corbet, Dávid Jancsó, che aveva parlato di come l’Intelligenza Artificiale fosse stata usata per alcune componenti del film. In particolare, Jancsó ha fatto riferimento all’uso dello strumento di AI Respeecher, sviluppato da un’azienda ucraina, che avrebbe permesso alcuni ritocchi al dialetto ungherese recitato da Adrien Brody e Felicity Jones.

Corbet si è affrettato a puntualizzare: «Le performance di Adrien e Felicity sono interamente originali. Hanno lavorato per mesi con la coach linguistica Tanera Marshall per migliorare i loro accenti. La tecnologia innovativa di Respeecher è stata usata solo per le parti in ungherese, e nello specifico per raffinare la pronuncia di alcune vocali e lettere per maggiore accuratezza. Nessuna parte in inglese è stata modificata. Si è trattato di un procedimento manuale, effettuato dal nostro team suono e da Respeecher in post-produzione. L’obiettivo è stato quello di preservare l’autenticità delle interpretazioni di Adrien e Felicity in un’altra lingua, e non di sostituirle o modificarle».

Il regista ha poi rassicurato circa il possibile uso di AI per la resa di alcune immagini e sfondi, che erano sorti sempre a partire dalle dichiarazioni di Jancsó, che aveva aggiunto: «Non c’è niente nel film che non sia già stato fatto da altri per quanto riguarda l’AI. Semplicemente, velocizza il processo. Usiamo l’AI per creare piccole dettagli che altrimenti non avremmo soldi o tempo per girare».