Si è chiuso il processo ad Alec Baldwin per l’incidente sul set di ‘Rust’ | Rolling Stone Italia
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Si è chiuso il processo ad Alec Baldwin per l’incidente sul set di ‘Rust’

La giudice Mary Marlowe Sommer ha rigettato definitivamente la causa dell'accusa: c'entrano l'ottimo lavoro degli avvocati di Baldwin e la scoperta di alcuni proiettili che non erano stati presentati all'esame della difesa

Alec Baldwin

Alec Baldwin

Credits: Jim Spellman via Getty

Alec Baldwin è (per ora) libero dal processo che lo vedeva coinvolto con l’accusa di omicidio colposo per la morte, sul set di Rust di Joel Souza, della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, raggiunta da un colpo di pistola vagante (l’arma era la replica di una Colt .45) fatto partire durante alcune prove. Ad aver impugnato la pistola era stato proprio Baldwin.

I fatti risalgono al 2021. Dopo varie vicende, e dopo che il capo d’accusa contro Baldwin era già stato archiviato, questo gennaio un Gran Giurì del New Mexico aveva riaperto il caso. Nel processo è stata coinvolta anche l’armaiola del set, Hannah Gutierrez Reed, con la stessa accusa di Baldwin. Ad aprile, Gutierrez Reed era stata condannata proprio per omicidio colposo, la pena: 18 mesi di carcere.

Nella giornata di venerdì si sono chiusi anche i lavori per il capo d’imputazione di Baldwin. O, per meglio dire, la giudice Mary Marlowe Sommer non è nemmeno arrivata a pronunciare la sentenza nei confronti dell’attore, e ha invece deciso di rigettare le accuse in quanto il processo non si sarebbe svolto secondo i golden standard della giustizia. Questo sarebbe, seconda la giudice, colpa dell’accusa, che non avrebbe fornito alla difesa tutte le prove necessarie a una piena valutazione del caso (o di preparazione della propria strategia).

«Lo stato è gravemente colpevole, e ha fallito nel presentare tutte le prove alla difesa. Si concede dunque il rigetto definitivo del caso». Queste le parole di Sommer, che garantiscono a Baldwin il divieto di doppia incriminazione, ovvero l’impossibilità legale di essere giudicati due volte per lo stesso reato.

La mancata presentazione dei proiettili (compatibili con l’arma usata sul set e procurati da un ex poliziotto senza che la difesa fosse aggiornata) è stata il culmine di una serie di lamentele presentate dall’avvocato di Baldwin, Alex Spiro, che per tutta la durata dei procedimenti aveva (scrive Variety) portato all’attenzione della giudice il fatto che non tutte le prove fossero state messe a loro disposizione.

Così quando Marissa Poppell, responsabile di gestione della scena del crimine, è stata chiamata a testimoniare al processo, Spiro le ha chiesto come mai non avesse presentato quei proiettili come prova – senza aver dato segno di aver ricevuto l’informazione. Poppell ha ammesso che sarebbe stata sua responsabilità. Da lì la conclusione di Spiro: «Hai insabbiato le prove».

Dopo la decisione, Gloria Allred, avvocato dell’accusa (e dunque della famiglia di Hutchins), ha dichiarato che continuerà a lavorare per riportare Baldwin in tribunale, e che la decisione di Sommer non equivale a ritenerlo innocente del capo d’accusa. «Questo non cambia il fatto che Alec Baldwin ha ucciso Halyna Hutchins sul set di Rust», ha aggiunto. «Non cambia il fatto che ha premuto il grilletto di una pistola carica mentre la stava puntando verso un altro essere umano».

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