“Genio1!1!111!!!”, “Diamogli un altro Oscar”, “Presidente”, “Facciamolo segretario del Piddì” e via dicendo. Il nuovo video di Spike Jonze per la presentazione di “Homepod” è uscito da poco più di una settimana e già in rete ci si sbraccia per celebrarne l’originalità e la magnificenza.
Per carità, il video è figo, forse fighissimo, anche se dal regista di film del calibro di Essere John Malkovich e Lei era davvero difficile aspettarsi uno spot con Panariello. Detto questo però, sono l’unico a pensare che questa danza casalinga psichedelica sia l’ultimo capitolo di una trilogia iniziata circa 20 anni fa? È voluto? È un genio? O forse è solo un talentuosissimo paraculo che non appena trovata una formula vincente la continua a riproporre, dato l’indiscutibile talento, in salse sempre diverse sperando che nessuno si accorga del trucco? “Sai che cosa ha detto Picasso? Un bravo artista copia, un grande artista ruba. Non c’è più nulla di originale al mondo Adam, tutti rubiamo a qualcun altro”, diceva Gary Oldman nei panni di Nicholas Wyatt ne Il potere dei Soldi.
Correva l’anno 1998 e quello che sarebbe poi divenuto il regista di Essere John Malkovich, diresse la regia di uno dei videoclip più iconici dei primi anni 2000. Fatboy Slim era l’artista e Weapon of Choice era la canzone. Se lo avete visto non potete averlo dimenticato e se non l’avete ancora fatto correte a rimediare, stolti. Perchè di video clip se ne sono fatti e visti tanti, ma chiunque sappia citarmi qualcosa di più memorabile di Christopher Walken che danza e vola tra le stanze dell’hotel Mariott di Los Angeles vince un giro di consultazioni con Mattarella.
Vagamente familiare vero? I punti di contatto sono molteplici. Tanto per cominciare sono entrambi basati su un unico protagonista che domina tutta la narrativa della clip. Entrambi cominciano il proprio viaggio seduti, la poltrona nel video di Fatboy Slim e il divano per lo spot di Apple, in una condizione da perfetti tifosi dell’Inter: a metà strada tra il malinconico ed il depresso. Sia nel primo che nel secondo video il momento di svolta arriva grazie all’arrivo della musica, che nel primo caso non possono che essere le note di Weapon of Choice e nel secondo la scelta musicale di Siri per risollevare il mood della protagonista (Til’ It’s Over di Anderson .Paak).
Partendo da qui, l’esilarante Walken e la dolce FKA Twigs si lasceranno andare agli impulsi dei loro corpi liberando la propria vera natura. Un viaggio al confine tra il mistico e il metafisico in cui i nostri due eroi saranno in grado di fuggire dall’apatia e dallo stress quotidiano per poi ritornare, in conclusione, nello stesso punto di partenza: lui sulla poltrona e lei sul divano. Lui triste e malinconico come lo avevamo trovato all’inizio del video, lei leggermente sollevata dall’aver speso 300 e passa euro per una cassa che ti obbligherà ad ascoltare musica di cui avresti fatto benissimo a meno.
Quello fu il vero capolavoro di mister Jonze, giustamente premiato con un Grammy per il miglior video dell’anno, gli altri sono qualcosa a metà strada tra la citazione e l’elegante furbata. Lo so che sono passati 20 anni e che forse non tutti possono ricordare quel video, per quanto leggendario, e notare come le due produzioni siano incredibilmente simili. Anche se… Anche se non è la prima volta che Spike ci propone un remake camuffato da rivoluzione.
Poco più di un anno fa, il premio Oscar americano e la sua pubblicità per “Kenzo World” (di cui esiste una simpatica versione tutta italiana della coppia Roberto Bolle/Virginia Raffaele) rimbalzarono sulle bacheche di mezzo mondo per una clip che è già diventato un culto e che venne celebrata come rivoluzionaria e innovativa. Di quella ballerina di verde vestita (Margaret Qualley), bella ai limiti del violento, ci siamo innamorati un po’ tutti. In particolar modo Matteo Salvini che ai tempi, rimasto colpito dalla scelta cromatica della giovane attrice, avrebbe twittato un tenero “are you free for #pontida2018?” in seguito cancellato dal suo ufficio stampa. Si scherza.
Riguardando quello spot, recentemente tornato alla ribalta grazie al nuovo video di Taylor Swift Delicate (lei accusata più di copiare che di rubare), non si possono non notare le innumerevoli somiglianze con il Walken ballerino. Un albergo che diventa teatro, il volare e il chiamare magicamente l’ascensore trasformati in fulmini e saette, ed una protagonista assoluta che tramite il suo danzare disarticolato e nevrotico esprime l’insoddisfazione nei confronti di un tran tran fatto di cene di gala e applausi forzati che sembrano ingabbiarla in una vita diversa da quella che sognava da ragazzina.
A voler pensare bene però, c’è qualcosa che unisce i tre video con un lungo filo conduttore ai limiti dell’invisibile. Andando così a creare una sorta di trilogia ballerina in grado di esplorare tre diversi modi di reagire alle difficoltà. Nel primo video si scappa dalla noia e dalla tristezza giusto per il tempo di un ballo che ci riporterà, spenta la musica, nella stessa condizione di partenza. Nel secondo video, si fugge con rabbia e violenza da una situazione che mette a disagio, ed è l’unico dei tre video in cui la danza non porta ad una condizione definitiva, positiva o negativa. La musica finisce e la bella Margaret non è “ritornata nel suo personaggio” e quello sbattersi i pugni sul petto da guerriera fino all’ultimo frame ne è la prova.
Infine, abbiamo la danza per la riscoperta della pace e dell’armonia, quella, per l’appunto, dell’ultimo spot Apple. Degna conclusione di un viaggio a passo di danza attraverso la sfera delle emozioni umane. O così, o Spike Jonze aveva finito le idee. Fate voi.