La ferale notizia è arrivata all’inizio della settimana: Italiansubs, la principale piattaforma di sottotitoli di serie tv nella nostra lingua, ha cessato la sua attività. Lo spiegava un comunicato pubblicato sullo stesso portale, ripreso da numerose testate, che chiariva che da quel momento in poi non sarebbe più stato possibile reperire a quell’indirizzo alcun sottotitolo di contenuti “in assenza dell’autorizzazione del titolare del copyright”. Di conseguenza diveniva impossibile “caricare, scaricare e condividere in generale sottotitoli in violazione delle norme poste a tutela del Diritto d’Autore”.
Tanti hanno espresso in rete il loro disappunto per il pensionamento di uno strumento che – magari non tutti lo ammetteranno – davvero in tanti in questi anni hanno utilizzato e che, oltre a rendere fruibili da tutti audiovisivi dal mondo, è risultato particolarmente utile e quasi rivoluzionario in un Paese che ha i migliori doppiatori al mondo, e, spesso, non pochi problemi con le lingue straniere. Tanti, allo stesso tempo, si sono chiesti cosa ci fosse davvero dietro alla decisione di Italiansubs, una comunità di 500 traduttori e “sottotitolatori” che regalava i propri servizi ai circa 500mila utenti registrati alla piattaforma. Noi lo abbiamo chiesto ai diretti interessati, gli amministratori del sito, pochissimi dei quali sono quelli delle origini, perché «nel corso dei 13 anni di vita del sito hanno collaborato moltissime persone, che si sono via via allontanate o avvicinate in base alla propria disponibilità».
«Ci teniamo a precisare che Italiansubs non ha chiuso, sebbene abbia perso quello che era il suo motivo di maggior appeal nei confronti dei suoi utenti», dice Giulia “TutorGirl”, che collabora da 11 anni con il sito ed è la persona incaricata di darci la versione del portale. «Abbiamo rimosso i sottotitoli di cui non abbiamo le autorizzazioni, ma le pagine del sito sono ancora a tutti gli effetti raggiungibili. Una volta che avremo avuto il tempo di riorganizzarci internamente, il forum e il blog torneranno operativi». La decisione, ci racconta, è stata presa dagli amministratori in seguito a segnalazioni di utilizzi impropri e illeciti di materiale coperto da copyright, ricevute da parte degli organi di controllo.
«Ci tengo in particolare a precisare che la rimozione dei sottotitoli da Italiansubs non ha nulla a che vedere con la direttiva sul copyright in discussione al Parlamento Europeo, contrariamente a quanto molti hanno riportato in diversi commenti e articoli». Non ci sono possibilità che qualcosa cambi, e i sottotitoli di Italiansubs tornino a scorrere sui nostri schermi, perché «quanto poteva essere fatto da un punto di vista legale è già stato fatto. Non ci dovrebbero essere ulteriori novità in futuro rispetto a quanto già comunicato».
La volontà di andare avanti, pur con tutti i limiti del nuovo corso senza più il “core business”, invece rimane. «Sicuramente ripartiremo e punteremo a tenere viva la community, solo che i sottotitoli non faranno più parte dell’equazione», prosegue Giulia. «Riapriremo il forum, come detto, frequentato da tanti appassionati di serie TV che commentavano settimanalmente i nuovi episodi, probabilmente porteremo avanti ancora più assiduamente il blog e magari riusciremo a reinventarci in qualche altro modo».
Resta la grande passione di chi ha sottotitolato centinaia e centinaia di serie, oltre ad alcuni film e documentari, da blockbuster fino ai prodotti più di nicchia, e fatto la propria parte, nonostante le accuse di “connivenza” con la pirateria, per la diffusione della cultura e, sotto molti punti di vista, di una visione più cosmopolita in Italia. «Ci ha sempre mosso il comune amore per le serie in lingua originale, abbiamo scoperto che i programmi non doppiati erano molto belli. Ci hanno sempre raccontato che il nostro è uno dei migliori doppiaggi del mondo (ed è vero!), ma nessuno ci aveva mai detto che la versione originale era molto meglio, anche perché a volte racconta una storia ben diversa, più vera. A quel punto quello era un segreto che non potevamo più tenere per noi, andava condiviso», dice TutorGirl.
Senza contare la possibilità di esercitare costantemente il proprio inglese, sia per chi traduce che per gli utenti. «Ancora adesso tanti affermano di aver imparato progressivamente l’inglese in questo modo». Infine «una fetta della nostra utenza era composta da non udenti che trovavano su Italiansubs ciò che la programmazione italiana non fornisce». Per questo Giulia si augura «che in futuro le cose cambino anche per quelle categorie di persone che si affidavano a una realtà amatoriale di appassionati per sopperire a qualcosa che il mercato non è ancora in grado di offrire».