Il Lido s’è svegliato stamane con la paura dello spoiler. Paolo Sorrentino ha deciso di mostrare in anteprima alla Mostra di Venezia gli episodi 2 e 7 di The New Pope, seguito di The Young Pope che vedremo su Sky Atlantic a gennaio. Forse per questo la proiezione per la stampa non era affollatissima? Chissà, certo è che di questi tempi con le serie si ha paura di tutto, soprattutto di interrompere l’emozione (citazione che i più vecchi capiranno) ancora prima che cominci.
La scelta dei due episodi apparentemente casuali ha in realtà una sua motivazione, ma niente spoiler, s’è detto. Si dica solo che sono cruciali per i due protagonisti, il vecchio e il nuovo: Jude Law, papa finito in coma alla fine della prima stagione, e John Malkovich, il nuovo arrivato, cardinale inglese con splendidi abiti di tweed viola che passerà alla tenuta pontificia. Il primo era ratzingeriano, il secondo si vedrà, per ora pare più sofistico, nell’accezione filosofica del termine.
È un incontro delle grandi occasioni, sono schierati Sky, HBO che co-produce, e tutti ringraziano lo showrunner e regista, chi per aver scelto di passare dallo schermo grande al piccolo, chi per le riprese a Cinecittà, che per la grande occasione di carriera. Anche i giornalisti lo ringraziano, solo una spagnola avrebbe voluto vedere Jude ancora più nudo, la sfilata sulla spiaggia dell’Excelsior (proprio qui accanto!) con slippino bianco diventata virale già durante le riprese evidentemente non le bastava: “Avete visto solo due puntate, vi assicuro che il nudo è ben distribuito in tutta la serie”, promette Sorrentino.
Grandi risate, la gente in sala stamattina pareva poca e invece l’accoglienza è trionfale, un brasiliano dice a Malkovich “grazie di esistere”, altri tirano fuori con Law il suo Albus Silente: sono meglio le magie di Animali fantastici o i miracoli del giovane papa? Jude, tre ore di sonno dichiarate, torna su Venezia: «È stato qui, quando tre anni fa abbiamo presentato The Young Pope, che Paolo mi ha detto che avrebbe voluto continuare questa storia, e aveva già un’idea perfetta per farlo. Mi ha dato nuovi poteri. E anche lo slip più striminzito che abbia mai indossato».
Con Malkovich, invece, si sono incontrati in Toscana. Dice l’attore, magnifico in bianco: «Il Vaticano e la religione in generale non sono nel mio naturale campo di interessi, ma ho amato moltissimo la prima serie. Paolo è unico tra i registi, ha un grande senso della geografia, è un ottimo scrittore, sa rappresentare il bisogno della gente di avere una dimensione spirituale, di credere persino nei miracoli».
L’impianto di The New Pope è lo stesso della stagione precedente, cui si aggiungono nuovi fondamentalismi – ma, aridaje, “non voglio spoilerare”, fa Sorrentino – e Pietà michelangiolesche, piccoli Lazzari che chissà se torneranno a camminare, signore eleganti dentro palazzi con vista sul Canal Grande, e donne, tante donne come le berluschine di Loro. Tutti si congedano felici, le serie si son prese definitivamente i festival del cinema, e a tutti va bene così. L’importante è non spoilerare.