Quello che ci aspetta è sicuramente un weekend d’uscite sottotono rispetto ai film delle scorse settimane, alcuni arrivati quasi in contemporanea dal festival di Cannes. Ma, nonostante l’onda lunga di Sorrentino, Garrone e Mad Max: Fury Road, piombano in sala generi diversi in grado di soddisfare (quasi) tutti gli spettatori.
La sorpresa è in assoluto l’opera prima di Miroslav Slaboshpitsky, regista e sceneggiatore di The Tribe, capace di conquistare diversi premi e di arrivare in Italia un anno dopo la sua prima proiezione internazionale. Ma l’attesa è valsa la pena: nonostante la lunghezza eccessiva, vengono qui raccontate le disavventure di un ragazzo ucraino sordo costretto ad affrontare la nuova realtà del collegio (fatta di criminalità, violenza e prostituzione). Un pugno dritto allo stomaco, interamente nella lingua dei segni, rigorosamente senza sottotitoli e difficilmente dimenticabile.
Ci pensa Dwayne Johnson, alias The Rock, a movimentare e scuotere i cinema italiani. L’attore, wrestler della WWE, è infatti il protagonista di San Andreas, disaster movie ad alto tasso spettacolare che sicuramente non deluderà gli appassionati. La California è scossa dai movimenti tellurici della famosa (e omonima) faglia; toccherà all’omone salvare la famiglia dall’impressionante calamità. Gli effetti speciali non mancano, ciò che latita però è il ritmo. Peccato.
Tutto italiano è il progetto di Gianfranco Cabiddu, che con Faber in Sardegna & l’ultimo concerto di Fabrizio De André compie un’operazione nostalgia a tratti emozionante e coinvolgente, ma purtroppo alla lunga troppo didascalica. Il fascino di rivedere l’artista sul grande schermo, deve combattere con l’indefinita natura del film, sempre a cavallo tra documentario e concerto filmato. Una chicca per i fan.
Da segnalare anche la commedia tutta al femminile Pitch Perfect 2 di Elizabeth Banks, scatenato sequel che tenta di replicare il successo del talent movie Voices, e il documentario italiano presentato a Cannes Louisiana di Roberto Minervini, bravissimo nel mostrare con lucidità e precisione l’other side (il titolo originale) degli Stati Uniti, un paese con zone ai margini della civiltà.