Quando Rick Grimes arrivò per la prima volta sui nostri schermi, la notte di Halloween del 2010, Don Draper maltrattava le donne e beveva come una spugna. Walter White governava il suo impero della droga in Albuquerque; Nucky Thompson tiranneggiava su Atlantic City e Dexter Morgan si faceva strada un’omicidio dopo l’altro nel sottobosco criminale, fino a diventare il taglialegna più dileggiato della storia della tv.
Eccolo, il bell’attore inglese Andrew Lincoln, nel ruolo di un vice sceriffo di un paesino della Georgia, armato di cappello da cowboy e scopi con cui era facile identificarsi: uccidere gli zombie e proteggere la sua famiglia. Chi non avrebbe fatto il tifo per lui?
Ora Rick non c’è più, è stato portato via su un misterioso elicottero alla fine dell’ultimo episodio di The Walking Dead. Poi, mentre scorrevano i titoli di coda, AMC ha annunciato che Lincoln tornerà protagonista in alcuni film ambientati nell’universo della serie, così da chiudere definitivamente la storia del suo personaggio. «Questo non è l’inizio della fine», ha detto Lincoln attraverso un comunicato, «ma la fine dell’inizio». Se tutto questo sia giusto o sbagliato dipende dalle vostre opinioni personali. (Secondo quelle di Twitter, ovviamente, è tutto sbagliato). Nonostante non sia morto, almeno non questa mattina, Rick Grimes non è più l’eroe della versione televisiva di The Walking Dead.
In un certo senso, la storia di questo particolare personaggio e dei suoi ultimi otto anni è la storia di tutta la televisione americana. All’inizio del decennio, le serie più importanti dei network via cavo erano tutte guidate da omaccioni impegnati in scelte difficili e costretti a lasciarsi dietro una scia di disastri e infelicità. Adesso che il decennio è quasi finito – e che il mondo reale è sempre più governato da questi uomini larger than life – i guerrieri dai sentimenti tormentati non sono più così attraenti né divertenti da guardare.
Tuttavia, mentre Lincoln si lascia alle spalle The Walking Dead, vale la pena prendersi un momento per ricordare quanto di buono ha fatto con un ruolo spesso ingrato.
Prima di quel famoso primo episodio, l’attore diplomato alla Royal Academy of Dramatic Art era conosciuto come l’uomo dal cuore spezzato nell’eterno Love, Actually. Una volta vestiti i panni del vice sceriffo Rick Grimes, però, è diventato difficile immaginarlo diversamente. Anche sentirlo parlare con il suo accento è un’esperienza surreale, dopo anni passati ad ascoltare la cadenza del sud di Rick.
Sia Lincoln che Grimes erano tutto quello di cui lo show aveva bisogno nelle prime stagioni, mentre si trasformava da serie horror di culto a fenomeno culturale. Proprio quelle prime tre stagioni sono state le più difficili, con la serie affidata a due diversi show-runner prima di capitare nelle mani di Scott M. Gimple, che nella quarta stagione ha rimesso in sesto la nave. Nel frattempo, tutti si affidavano al protagonista e all’attore che ha trasformato il pragmatico uomo di legge di Robert Kirkman in un personaggio ricco di pathos e spessore.
Rick è sempre stato un protagonista facile da ammirare. Era l’uomo innamorato del figlio Carl e poi della figlia adottiva Judith. Mentre la sua banda di sopravvissuti attraversava il sud alla ricerca di un posto per sfuggire dai loro nemici non-morti, Rick si è adattato a tutte le situazioni… a volte troppo lentamente, ma ce l’ha sempre fatta.
Rick era il cuore di The Walking Dead. Ma non ne è mai stato il cervello, o l’anima. In quei primi tre anni si potevano già intravedere i primi sintomi di quello che i fan chiamano “The Rick Problem”, cioè l’idea che ha portato gli autori a fare scelte creative sempre più inspiegabili: The Walking Dead è la storia dell’evoluzione di un uomo e non, per dire, quella di una civilizzazione da ricostruire dopo un’apocalisse zombie. Per riuscire in quest’inversione, quell’uomo pragmatico e accessibile doveva diventare sempre più amaro e privo di morale. L’eroe che arrivava a cavallo per salvare la situazione era sempre più difficile da ammirare. Era diventato The TV Antihero.
Fa sorridere, anche se dubitiamo fosse questo l’intento degli autori, che la grande uscita di scena di Rick arrivi dopo una sequela impensabile di scelte imbecilli. I primi quattro episodi di questa nuova stagione sono tutti dedicati alle fazioni del nord della Virginia, obbligate nonostante le guerre del passato a collaborare per gestire le risorse sempre più scarse. La situazione peggiora notevolmente quando il nostro eroe decide che tutti devono unirsi per costruire insieme un ponte (letteralmente un ponte), un’idea che si trasformerà presto in una fucina di polemiche e violenza.
Ma insomma, cos’è che succede a Rick nell’ultimo episodio? Dopo essersi ferito nel tentativo di allontanare un’orda di zombie dalla struttura a cui si è tanto affezionato, Rick decide di far esplodere tutto per impedire ai non morti di attraversare e arrivare alle comunità. (Come direbbe il caro vecchio Negan: «Mi fai vomitare, Rick. Davvero»). Il corpo ustionato, spezzato, ma ancora funzionante dello sceriffo è ritrovato dall’imperscrutabile Anne, che con un elicottero lo trasporta in una nuova comunità. Poi, in un finale esageratamente simbolico, l’episodio vola sei anni avanti nel tempo, rivelando una giovane Judith Grimes impegnata ad aiutare alcuni sopravvissuti.
Ed è così che uno show guidato da un antieroe è diventato… uno show sulla figlia più giovane? Il cambiamento avrebbe senso per il team creativo, soprattutto alla luce dell’abbandono di Gimple a favore di uno dei suoi autori, Angela Kang. Rimane da capire cosa succederà al resto dello show, e come il nuovo team gestirà i conflitti irrisolti prima del time-jump. Al momento, però, il Rick Problem è risolto.
Prima che l’uomo con un (spesso ridicolo) piano sparisca nel cielo, però, lo show gli ha regalato un lungo addio. Rick perde conoscenza e immagina una serie di conversazioni con tutti gli amici morti nelle stagioni passate: Shane, Sasha, Hershel. Tutti gli dicono qualcosa su quello che ha imparato, sia sulla leadership che sulla sopravvivenza. Lincoln, e il suo personaggio, meritavano un ultimo inchino. Ma è proprio osservando queste brevi scene che è chiaro quanto poco sia rimasto da fare e da scoprire per il povero Rick Grimes, dopo otto lunghi anni di questo The Walking Dead. Abbiamo seguito uomini come lui per troppo tempo. Forse, è arrivato il momento di lasciarli andare.