Ritorna dal 9 al 26 settembre il festival di cultura contemporanea Transart. Boschi, gallerie d’arte, fabbriche dismesse, abbazie, capannoni, case d’artista si trasformeranno nel palcoscenico del festival, giunto quest’anno alla boa dei suoi quindici anni, vissuti tutti al confine fra arte, musica e performance.
Come sempre la rassegna va alla ricerca di esperienze artistiche capaci di restituire una visione multiforme del presente: l’assurdità della guerra in contrapposizione con la pace della natura, la complessità del suono intercettata anche nelle più piccole e elementari forme di vita, lo scambio fra performance e ricerca sonora e la solitudine nel mondo contemporaneo. Ecco alcuni dei fili rossi di quest’edizione che cercherà di toccare spazi – fisici e mentali – ancora non pienamente esplorati. Il programma completo sul sito della rassegna.
Non possiamo sfuggire alla solitudine. Transart esplora i territori del contemporaneo alla ricerca di nuove forme che ne sappiano definire i contorni frastagliati e complessi.
Nell’anno che ricorda il centenario della Grande Guerra, Transart offre il suo contributo al ricordo e alla commemorazione di questo tragico evento, mettendo in gioco la musica, anche nelle sue forme più ruvide, il teatro, la performance. Una band dissacrante, titanica ed estrema approda al festival per invadere di energia il Capannone Ex-Masten di Bolzano.
Sono gli Einstürzende Neubauten che si esibiranno il 16 settembre per presentare Lament, un lavoro meticoloso, risultato di ricerche che hanno smosso gli archivi sonori della Humboldt University di Berlino e della Radiodiffusione di Francoforte. Un progetto che non può essere slegato dalla sua esecuzione dal vivo e che ha bisogno di esplodere come la Guerra che racconta, con un Blixa Bargeld nelle sue vesti vocali più genuine e intense.
Sempre alla ricerca di nuovi formati per fruire e partecipare all’arte ed entrare in contatto con i protagonisti del contemporaneo, Transart propone quest’anno cinque appuntamenti pomeridiani in formula insolitamente informale, con cinque diversi compagni di merende: giornalista Gad Lerner, Blixa Bargeld, frontman degli Einstürzenden Neubauten, la performer norvegese Tori Wrånes, il coreografo Xavier Le Roy Roy al tavolo di Museion e il compositore Sven Hartberger.