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Uma Thurman, Tarantino, l’incidente di ‘Kill Bill’. E l’ombra di Weinstein, dappertutto

“L'ho convinta a salire in auto, le ho assicurato che la strada era sicura e non era così. Averla spinta a fare quello stunt è il più grande rimpianto della mia vita” ha detto il regista.

Uma Thurman è incavolata nera. Aveva preferito non esporsi all’inizio del caso Weinstein, era troppo arrabbiata per dire la sua lucidamente. Ma tutti eravamo certi che avrebbe avuto parecchio da raccontare. E nei giorni scorsi ha parlato, eccome. Tanto che nel calderone delle polemiche è finito anche Quentin Tarantino.

Ma andiamo con ordine. In un’intervista al New York Times l’attrice ha dichiarato di essere stata aggredita da Harvey Weinstein, rivelando anche il proprio senso di colpa per non aver parlato prima: ”Io sono una delle ragioni per cui una ragazza entrava nella sua stanza da sola, proprio come era accaduto a me”. Il produttore ha negato ogni accusa e ha minacciato querela. Il racconto di Uma però non finisce qui: nell’articolo sembra accusare il regista di Pulp Fiction di aver messo a rischio la sua vita sul set di Kill Bill.

La Thurman spiega che nella mitica scena in cui guida la decappottabile per uccidere Bill, la stessa che ha pubblicato su Instagram il giorno del Ringraziamento per annunciare la sua vendetta a freddo, le è stato chiesto di mettersi al volante, nonostante quell’auto fosse un catorcio: “Devi andare a 60 chilometri all’ora o i capelli non voleranno come si deve e dovrai ripetere la scena” le avrebbe intimato Tarantino “Ma quella macchina era una cassa da morto. Il sedile non era fissato bene e la strada era dissestata e tutta curve”.

L’attrice rivela di aver riportato delle lesioni e di aver discusso pesantemente con il regista al ritorno dall’ospedale: “Quentin e io abbiamo litigato di brutto e l’ho accusato di aver provato ad uccidermi. Era nero, immagino comprensibilmente, perché per lui non era così”.

Gli studios, temendo una causa, si sarebbero rifiutati di fornire all’avvocato della Thurman le riprese dell’incidente. Riprese che Tarantino stesso ha poi dato all’attrice su sua richiesta: “Dovevo trovarle, 15 anni dopo. Dovevamo passare attraverso i magazzini, tirare fuori le scatole … Non potevo crederci. Pensavo che saremmo stati in grado di recuperarle, erano chiare e mostravano lo schianto e le conseguenze: ero molto felice di averle date a Uma“. Tarantino ha aggiunto che sapeva che il New York Times avrebbe pubblicato il filmato dell’incidente, ma non si era reso conto che sarebbe stato considerato il cattivo della situazione.

Nell’intervista esclusiva con Deadline, il regista ha anche ammesso: ”Sono colpevole per averla messa in quella macchina, ma non nel modo in cui la gente immagina” ha detto Tarantino. “L’ho convinta a salire, le ho assicurato che la strada era sicura e non era così, forse anche la macchina non era in buone condizioni, anche se non lo sapevo. Averla spinta a fare quello stunt è il più grande rimpianto non solo della mia carriera, ma della mia vita”. E questo, ha confessato, “ha inquinato il mio rapporto con lei per i due o tre anni successivi. Ci parlavamo ma la fiducia era stata rotta in qualche modo”.

Dopo l’uscita del pezzo sul New York Times la Thurman ha postato su Instagram uno spezzone del video e ha scritto un post dove difende Tarantino, spiegando che produttori “Lawrence Bender, E. Bennett Walsh e il famigerato Harvey Weinstein sono gli unici responsabili dell’accaduto”.

“Quentin Tarantino è profondamente dispiaciuto e pentito per quello che è successo” si legge “Mi ha dato il filmato anni dopo, così da poterlo mostrare e diffondere, anche se probabilmente giustizia non sarà mai fatta. Mi ha fornito il video con la piena consapevolezza che avrebbe potuto causargli danni personali. E sono orgogliosa di lui per aver fatto la cosa giusta e per il suo coraggio”.

A Deadline il regista ha parlato anche della questione molestie: “Mentre ci stavamo preparando a girare Kill Bill, Uma mi ha confessato che Weinstein aveva fatto la stessa cosa (che aveva fatto a Mira Sorvino, ex di Tarantino, nda) anche a lei. È stato allora che ho capito che c’era uno schema, negli attacchi di Harvey. Quindi gli ho chiesto di scusarsi con Uma : “E lei deve accettare le tue scuse, se vogliamo fare Kill Bill insieme”. Come se bastassero le scuse…

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