«È unanimemente riconosciuta come una delle interpreti più originali e intense affermatesi sul finire del secolo scorso. La sua unicità riposa su una personalità esigente ed eccentrica, una versatilità fuori del comune, la capacità di passare dal cinema d’autore più radicale a grandi produzioni hollywoodiane, senza mai rinunciare al proprio inesausto bisogno di dar vita a personaggi inclassificabili». Queste le parole con cui il direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera ha motivato il conferimento del Leone d’oro alla carriera 2020 a Tilda Swinton.
«Ogni sua interpretazione è una sfida temeraria alle convenzioni, siano esse artistiche o sociali», continua Barbera, «il frutto della necessità di mettersi continuamente in gioco senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti, e il desiderio di esplorare risvolti inediti dei comportamenti e delle emozioni umane, che la Swinton non si limita a veicolare ma di cui offre la personificazione più sorprendente e straniante. Ha lavorato con alcuni dei maggiori registi contemporanei, ma è soprattutto fedele ad alcuni autori, di cui è stata una musa più che una semplice attrice prediletta. Esemplare, ad esempio, il sodalizio con Derek Jarman, del quale interpretò tutti i film dal 1985 alla morte del regista inglese avvenuta nel 1994, e quello con Luca Guadagnino, con il quale ha realizzato quattro film, condividendone il progetto di dar vita a un cinema fuori degli schemi. In questo senso, Tilda Swinton si conferma come l’interprete per eccellenza del cinema contemporaneo, che non si accontenta della semplicità e del richiamo delle mode, ma aspira all’inosabile».
#BiennaleCinema2020È Tilda Swinton l'attrice Leone d'Oro alla carriera di #Venezia77!Nell'accettare la proposta, l'…
Pubblicato da La Biennale di Venezia su Lunedì 20 luglio 2020
L’attrice ha commentato: «Porto nel cuore questo grande festival da tre decenni: è con grande umiltà che ricevo questo riconoscimento. Sarà per me una vera gioia venire a Venezia, soprattutto quest’anno, per celebrare l’immortale arte del cinema e la sua ribelle capacità di sopravvivenza di fronte a tutte le sfide che il cambiamento può porre a noi tutti».
Dopo l’esordio proprio con Derek Jerman in Caravaggio nel 1985, grazie all’Edoardo II del regista, Swinton ha vinto al Lido la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile nel 1991. Premio Oscar come non protagonista per Michael Clayton (2007) di Tony Gilroy, oltre a Guadagnino, Tilda vanta anche celebri collaborazioni con Jim Jarmusch, Joel e Ethan Coen, Lynne Ramsay, Bong Joon-ho e Wes Anderson, oltre a interpretazioni iconiche nei panni della Strega Bianca nella saga di Narnia e in quelli dell’Antico nel blockbuster Marvel Doctor Strange (2016).
Swinton ha recentemente recitato per Anderson in The French Dispatch, per Joanna Hogg in The Souvenir: Part II e per Apichatpong Weerasethakul in Memoria. Al momento sta lavorando ai nuovi progetti di Pedro Almodóvar e George Miller.
Oltre all’attrice, verrà premiata con il Leone d’oro alla carriera anche la regista cinese Ann Hui. Ecco la motivazione: «È una delle registe più apprezzate, prolifiche e versatili del continente asiatico, la cui carriera copre quattro decenni e attraversa tutti i generi cinematografici. Da subito riconosciuta come una delle figure cardine della cosiddetta Hong Kong New Wave – il movimento cinematografico che tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta rivoluzionò il cinema hongkonghese, trasformando la città cosmopolita in uno dei centri creativi più vivaci del decennio – ha diretto film di generi molto diversi, dal melodramma alla ghost story, dal film semi-autobiografico all’adattamento di importanti testi letterari, senza trascurare i drammi familiari, i film di arti marziali e il thriller. È stata anche uno dei primi registi della scena hongkonghese a unire materiale documentario al cinema di finzione. Pur prestando attenzione anche all’aspetto commerciale del cinema e riuscendo a riscuotere ampio successo di pubblico, il cinema di Ann Hui non ha mai abbandonato la prospettiva autoriale. Nel suo cinema ha sempre mostrato particolare interesse per le vicende umane e sociali, raccontando con sensibilità ma anche con la raffinatezza dell’intellettuale, storie individuali che intrecciano temi sociali importanti quali quelli dei rifugiati, degli emarginati e degli anziani. In modo pioneristico, il suo linguaggio e la sua peculiare impronta visiva non solo hanno saputo cogliere gli aspetti più specifici della città e dell’immaginario di Hong Kong ma hanno anche saputo trasporli e tradurli in una prospettiva universale».
La 77esima edizione della Mostra Internazionale di Venezia si terrà dal 2 al 12 settembre 2020.