Yale non ritirerà la laurea honoris causa in lettere classiche a Bill Cosby. Una delle più importanti università del mondo, fiore all’occhiello dell’Ivy League, non revocherà l’onorificenza concessa all’attore, che è stato accusato da oltre 50 donne di averle drogate e poi violentate. A confermarlo è lo Yale Daily News, il più antico quotidiano pubblicato nei college americani.
Mr. Robinson non è ancora stato condannato, è vero. Dopo l’arresto a dicembre 2015 per aggressione sessuale aggravata, il caso si è concluso con un mistrial, e cioè un procedimento giudiziario nullo (per la precisione che non è giunto a conclusione per errori procedurali o incapacità della giuria di raggiungere un verdetto). Un nuovo processo è fissato per aprile.
Nel frattempo però restano quelle 50 voci a raccontare, tutte, lo stesso terribile copione, che parte dalla droga sciolta nelle bevande e arriva agli abusi. E ci sono anche alcune parziali ammissioni dell’attore. Sulla base di tutto questo altre università, dalla Fordham alla California State alla Brown, hanno ritirato le onorificenze conferite a Cosby, che ne avrebbe collezionate quasi 60 negli anni.
Ora pure la Penn si è unita al gruppo, dopo la decisione di revocare la laurea al magnate dei casinò Steve Wynn, che il mese scorso è stato accusato di molestie sessuale da dozzine di donne. Il suo nome verrà rimosso che da una borsa di studio e da un edificio universitario. È la prima volta che l’istituzione annulla un titolo accademico ad honorem in oltre un secolo: ha temporeggiato a lungo, invocando le proprie politiche istituzionali. Ma la decisione di cancellare il riconoscimento di Wynn ha portato i vertici a riconsiderare la loro posizione: “La natura, la gravità e la portata di queste accuse e gli schemi di comportamento abusivo che descrivono, coinvolgono atti e comportamenti che sono ostili ai valori fondamentali del nostro istituto”, hanno detto il presidente del consiglio di amministrazione David L. Cohen e il rettore Amy Gutmann, riferendosi alle accuse contro Wynn. Discorso che quindi vale anche per Cosby.
Molti college, circa una ventina, hanno trovato una soluzione, ma non l’università di New Haven (e con lei, per completezza, diverse altre): “Yale non ha mai annullato una laurea honoris causa”, ha dichiarato Kimberly Goff-Crews, University Secretary and Vice President for Student Life. ”Qualsiasi modifica a questa pratica di lunga data dovrebbe essere presa dal consiglio di amministrazione, che è il corpo che conferisce gradi e titoli. E in questo momento non c’è all’attivo nessuna discussione”.
Gli studenti di Yale chiedono da anni la revoca del riconoscimento a Cosby. Già nel dicembre del 2014, quando sui giornali comparivano le prime accuse all’attore,198 allievi avevano firmato una petizione online. Il rettore Salovey sosteneva che le argomentazioni andassero assolutamente considerate, ma notava che molti avrebbero bollato come inappropriato annullare una laurea basandosi esclusivamente su accuse e non su una condanna.
Tutto vero, intendiamoci. Non c’è ancora nessuna sentenza. E la denuncia di Andrea Constand è l’unica arrivata al processo. Ma il punto è proprio questo: se la legislazione impedisce ad alcune delle donne aggredite di cercare giustizia è ancora più importante che un’istituzione deputata all’educazione come Yale dimostri con i fatti che “Their time is up”, come ha detto Oprah ai Golden Globes. Che il tempo di individui come Cosby è finito. Altrimenti è inutile riempirsi la bocca di #MeToo.