Amici diventa maggiorenne e ricomincia il suo lungo percorso che ci porterà un vincitore che non andrà bene a nessuno. Un grande classico. A giudicare dalla prima puntata, la qualità media dei ragazzi è abbastanza alta, ma si fa fatica a capire chi di loro avrà abbastanza carisma da bucare lo schermo, il cuore degli spettatori e le lunatiche preferenze dei loro professori.
Ricky Martin voto: 10
Il suo buonismo, il suo entusiasmo insano per qualsiasi performance fanno sembrare Jovanotti un cinico e un depresso. L’unica smorfia di disapprovazione la dedica a Rudy Zerbi – come biasimarlo? – che gli dice che a Ludovica, una delle predilette della popstar protoricana, ha dato cinque. Certo, la voce non è più quella di un tempo, ma sopporta con stile tutto: Vittorio Grigolo, che nella performance comune cerca di oscurarlo e coprirlo, il bacio di Amedeo Greco e la versione di Maria che quest’ultimo canta con Pio, infine persino la pacca sul culo – in realtà provocata dalla De Filippi e accolta con entusiasmo da lui, quindi non è #metoo – di Laura Pausini. Trattato come un incrocio tra una mascotte e la versione cool e giovane di Al Bano a Domenica In, ha dimostrato cos’è un professionista. Uno che per la buona riuscita dello show farebbe (e si farebbe fare) qualsiasi cosa. Eroe.
Umberto Gaudino voto: 9
Ha talento e presenza scenica da vendere, la reazione all’ospitata strappalacrime della dolcissima sorella incinta e alla lettera del nipote è dignitosa e commovente (a differenza di Vincenzo che sembra aver riesumato Mario Merola a tradimento). Prima Prince, poi un Battiato innestato sul film Wonder, non sbaglia un colpo e sembra essere destinato a una lunga vita in questa edizione, sebbene chi balla, da queste parti, non riesce a resistere a lungo, come dimostra l’eliminazione piuttosto discutibile di Mowgli. Anche la sua storia personale – accennata dal racconto struggente della sorella – potrebbe darci qualche buona sorpresa. Certo, il finale del primo balletto alla Centocelle Nightmare ce lo poteva pure risparmiare.
Giordana Angi voto: 9
Ha tanta voce quanto carattere e lo capisci quando dice fuori dai denti quanto le stia sulle palle Tish, una che riesce a essere antipatica persino quando le dà lo schiaffo morale di non “restituirle” il voto contrario. Tra le più corteggiate dalle case discografiche (ha già accettato Virgin, dopo essere stata cercata anche da Sony e Bmg), sa inchiodarti all’ascolto e anche il suo essenziale e potentissimo modo di stare sul palco è magnetico. Come Irama viene da Sanremo e il suo percorso di formazione sarà di sicuro una delle cose migliori di quest’anno. Speriamo venga aiutata dalle scelte dei prof, una come lei va tutelata e valorizzata. Quindi non abbiamo speranze.
Ludovica Caniglia voto: 7
Ignorata dalle major, amata da Loredana Berté e Ricky Martin. Questo ci dovrebbe dire molto del nostro mercato discografico. Bella voce, timbro affascinante, è un diesel che ti prende a metà canzone e non ti lascia più. Ieri poi piazza l’abbraccio con Jefeo, storia che potrebbe aiutarla visto una timidezza dolce ma poco adatta alla tv. Deve, la brava 19enne, riuscire però a tirar fuori più cazzimma. Capisci che sta andando col freno a mano tirato all’inizio di ogni performance, quando ti sembra sempre un tono sotto, quasi a volersi fare coraggio. Detto questo, qui c’è talento da vendere – lo dimostra anche il fatto che non piaccia a Rudy Zerbi – e tocca tirarlo fuori tutto il prima possibile.
Loredana Berté voto: 6
Ora, lei è la regina e di lei si può scrivere solo in ginocchio. Ma la voglio sentire urlare, provocare, mandare a quel paese metà delle persone che sono nello studio. È quella che dice le cose più centrate e intelligenti, ma è fin troppo sobria. Prende sul serio il suo ruolo – e le fa onore – ma Amici 18 deve essere scosso dalla sua energia inesauribile. Siamo sicuri che saprà farci impazzire, ma così calma e compassata non siamo abituati a vederla. Vai Loredana, tu non sei una signora.
Maria De Filippi voto: 5
Si commuove sempre più spesso, sembra aver confezionato un format più solido dell’ultimo, rovinato da regole cervellotiche e scelte improbabili di chi siedeva dietro le cattedre, a naso pare aver rimesso a posto parecchie magagne. Ma le manca quella sottile ferocia che metteva in crisi i ragazzi e anche quelle sane provocazioni ai giudici. Dà il meglio nei momenti alla C’è posta per te, però non sembra più quella preside protettiva e allo stesso tempo severa che la faceva essere molto più centrale nello storytelling di puntata. Ora sembra subire i ritmi, farsi condurre. Ed è un peccato.
Alberto Urso voto: 4
Sembra il quarto cantante de Il Volo, quello bravo. Ma non è un gran complimento: sta lì a bearsi del grande successo di pubblico – uno dei termometri più bugiardi di questo talent –, ha sicuramente una tecnica niente male, ma non ti scalda mai. È respingente negli sguardi, nel suo modo di stare in scena, persino il gossip che lo riguarda (un’eventuale storia con Tish) non riesce a creare empatia, anzi. Potrebbe diventare il nuovo Vittorio Grigolo. Forse abbiamo esagerato, forse non gli andrà così male.
Vittorio Grigolo voto: 3
Avete presente l’amico vostro che sa sempre tutto e che magari è pure bravino in quello che fa, ma si sente un genio? E pure, senza motivo, simpatico, bello e dotato di fascino? Sì, proprio quello che quando fa il figo nelle uscite in comitiva ti fa sentire in imbarazzo per quello che fa e che dice, che quando ci prova con una donna tu vorresti sotterrarti e poi sotterrarlo? Ecco Vittorio Grigolo, uno che pure quando (ti) sorride ti fa venir voglia di scappare. Rosicone vecchio stampo, dà il peggio quando esulta in faccia agli sconfitti o quando dà il cinque ai suoi ragazzi con l’agilità e la naturalezza di mio bisnonno. Però potrebbe darci grosse soddisfazioni: nelle ultime puntate potrebbe regalarci momenti alla Diego Simeone, in caso di vittoria.
Trap voto: 2
Se una delle poche cose interessanti della scorsa edizione è stato il percorso trap, qui ci troviamo invece di fronte a una degenerazione pop del genere, in cui tutti si sentono Ghali (e così bravo c’è solo lui) – la versione di Jefeo de L’italiano di Toto Cutugno è qualcosa difficile da togliersi di dosso per quant’era brutta – in un periodo in cui servono gli Achille Lauro, i Ghemon. Dovessimo puntare però su uno di loro, diciamo Alvis: altro che Wasted, come dice il suo tatuaggio, qui c’è da lavorare. Ma deve farsi più cattivo.
Pio e Amedeo voto: 1
Ci vuole scienza, ci vuol costanza per avere successo senza talento. Le battute non hanno ritmo e tempi, a volte fai proprio fatica a capire cosa dicano e non strappano una risata nemmeno a chi è pagato, in studio, per trovarli almeno gradevoli. Numero troppo lungo, approssimativo, senza il montaggio della loro trasmissione senti tutti i loro limiti. Pensavamo di ignorarli, visto che poi hanno anche la pessima abitudine di venire a rosicare via social sbattendoti in faccia i loro numeri, ma anche Salvini ha i suoi fan e sono tanti. Ma lui fa più ridere.
Non sono i comici di cui avevamo bisogno, ma di sicuro quelli che ci meritiamo.