Che ci faccio qui, davanti alla tv? Ma come, e dove sennò? È al serale di Amici il fronte dell’ultima battaglia campale della musica italiana, fra chi accusa il talent più longevo di averla distrutta e chi invece gongola per i numeri dello streaming in continuo aumento. Così è giusto immolarsi, rischiando anche di avere la peggio, per vedere dall’interno i tanto temuti “misteri della jungla nera” di un universo fantastico sulla cui verosimiglianza con la realtà, come nel romanzo di Emilio Salgari, è inutile interrogarsi.
Meglio concentrarsi sui “prodotti” di questo format inossidabile che, volenti o nolenti, affolleranno classifiche, festival, social e ogni spazio utile a veicolare note dirette alle nostre orecchie. Perché a pensarci bene, riflettano i detrattori, non tutto è da buttare (da ultima Angelina Mango) e in fondo persino lo Zecchino d’Oro era un talent, ma nessuno si è mai sognato di accusare Cino Tortorella di sfruttamento. In preparazione alla 23esima edizione, condotta da quella fattucchiera di Maria De Filippi ancora in grado con le sue stregonerie di tenere milioni di persone incollate a Canale 5, già qualche ora prima ho cominciato l’addestramento con Avanti un altro di Paolo Bonolis, dove il punto più alto della puntata si è avuto quando un signore ha dimostrato di saper imitare un asino. Lo svezzamento perfetto per gettarsi con il coltello fra i denti nella tv berlusconiana, in grado negli anni di ribaltare il noto adagio gattopardesco: niente cambia perché nulla cambi.
Ora sono pronto all’immersione a distanza dentro al Teatro 8 degli studi Titanus Elios in Roma, nel quale si svolge la fase finale di questa scuola che ha come mission “coltivare il talento dei ragazzi per far sì che la loro passione diventi la loro professione”. Sarà vero? Sono qui per verificarlo. Nel frattempo al serale sono 15 gli allievi che si sfidano, divisi in tre squadre capitanate da Alessandra Celentano e Rudy Zerbi, da Anna Pettinelli e Raimondo Todaro, da Lorella Cuccarini ed Emanuel Lo, mentre il loro destino è nelle mani dei giudici Cristiano Malgioglio, Giuseppe Giofrè e Michele Bravi. Ma soprattutto delle loro capacità – sempre che le abbiano – e di come saranno in grado di non farsi fagocitare da questa macchina infernale.
Qui per gli spoiler: escono Ayle, con un percorso già tracciato nella nuova emo, e Kumo, che è ancora troppo istintivo sulla scena. Intanto scopriamo che Martina è una voce, Mida spacca, Petit si sente una star ma fa il karaoke con De Andrè (e Michele Bravi applaude?), mentre Malgioglio «ha la sanduga» mentre Rudy Zerbi va oltre il trash: perché non interviene la buon costume?
Maria De Filippi voto: 10
In pratica organizza un Sanremo a settimana, vista la lunghezza e la quantità di contenuti che inserisce in Amici. Un format espanso che ne contiene diversi altri: un po’ X Factor con la gara tra concorrenti, un po’ Forum quando i prof si confrontano (e litigano) e un po’ Grande Fratello per il confessionale finale prima dell’eliminazione. Ha cannibalizzato la tv.
Cristiano Malgioglio voto: 9
Amici senza di lui sarebbe molto più noioso. Nell’apertura con Maria Mari’ di Murolo mette a tacere chi lo considera solo un personaggio. Poi serve anche quello e allora strilla, piange, litiga, inventa slogan («hai la sanduga» diventerà virale) e dà giudizi impeccabili. Maestro.
Martina, Raimondo Todaro, Mida voto: 8
Su Think di Aretha Franklin a Martina manca qualche sfumatura, mentre su Tu no di Irama l’aver tolto qualche sovrastruttura l’ha resa più tagliente. Il suo singolo Da quando non ho smesso di amarti è due spanne sopra gli altri, almeno a livello di scrittura e con una voce così. Se la arricchisse con qualche venatura emotiva, potrebbe diventare una grande performer.
Todaro, invece, non cade nel tranello della Celentano sulla pole dance e non perde la pazienza alle puntualizzazioni tendenziose di Emanuel Lo. Si è trasformato nell’Alberto Angela di Amici.
Infine Mida, con Martina probabilmente il talento più evidente fra i cantanti. Con l’inedito Fight Club, un elettro-pop sincopato, e soprattutto in Tuyo, divenuta celebre per la serie Narcos dove emergono le origini sudamericane (la madre è venezuelana), si smarca dagli altri concorrenti per doti vocali, tenuta del palco e carisma. «Un bel prodottino», direbbe Mara Maionchi.
Dustin voto: 7,5
Fisicità spavalda, tecnica ed eleganza. Quando tira fuori anche la passione non ce n’è per nessuno e infatti asfalta facilmente Kumo.
Marisol, Alessandra Celentano, Lorella Cuccarini voto: 7
La prima su America di Gianna Nannini mostra alcune delle sue qualità, neanche tutte e non ce n’è bisogno per ora. Petit, con cui ha un flirt, si era ingelosito? Si dovrà mettere il cuore in pace. La seconda si conferma una gatta da pelare per tutti. Lancia guanti di sfida a chiunque e prova il colpo gobbo per mettere in difficoltà Gaia sulla pole dance, ma Todaro non abbocca. Velenosa.
Cuccarini premette di essere «nata pronta» e lo dimostra ballando La febbre del sabato sera, dando filo da torcere persino alle giovani concorrenti che devono ancora farne di esperienza.
Holden, Lucia voto: 6,5
Holden ha un timbro personale e lo usa bene. Fa suo un pezzo come Quanto forte ti pensavo di Madame, ma lo attendiamo a sfide più complesse, perché a 24 anni dovrebbe aver già trovato un percorso chiaro, mentre ascoltando i suoi singoli sembra ancora in cerca di una strada.
Lucia, chiamata in causa in evoluzioni aeree, nonostante le abbia provate solo tre giorni, le realizza con grande sicurezza. Il coraggio le vale il prossimo serale.
Nicholas, Giuseppe Giofrè voto: 6
Nicholas, in sfida, non si scompone, e non gli serve strafare per portare a casa la vittoria. Una serata di ordinaria amministrazione. Giofrè si fa notare per l’accoglienza del pubblico che gli urla «sei bellissimo», ma anche per i giudizi tecnici verso i ballerini e il freno a mano tirato sui cantanti. In rodaggio.
Sarah voto: 6-
In Moon River riesce nella sospensione dell’incredulità che richiede quel brano, mentre nella sua Mappamondo, una macedonia trip hop-trap-pop (che sembra uno scioglilingua), con l’aggiunta di un ritornello da hit estiva, sembra percorrere strade dettate da altri. Ha delle doti, la ricerca del piacere a tutti non è quello che le servirebbe.
Petit, Lil Jolie, Emanuel Lo voto: 5,5
Petit apre la puntata con Don Raffae’ di De Andrè e la canta senza dare la minima impressione di averne capito il significato e con nessun rispetto per la versione originale, né vocalmente né musicalmente. Il risultato? Un karaoke. Gli applausi del pubblico e gli elogi dei giudici gridano vendetta. Con il suo inedito Tornerai, un pop-trap-neomelodico, oggi è in trend e si sente già una star, ma fuori da Amici rischia di diventare “solo la copia di mille riassunti”, come cantava Samuele Bersani in Giudizi universali (che gli consiglio di ascoltare di più).
Lil Jolie canta Remedios di Gabriella Ferri e si fa trasportare, invece con Piazza grande di Lucio Dalla non sembra entrare pienamente in un pezzo apparentemente semplice. Le sfide ripetute la mandano nel pallone, così sull’inedito Attimo (che è un po’ boh) e su Lost on You di LP tira fuori troppa emotività che la porta a sfasare. Sente il confronto con Martina, molto più a fuoco. Forse per lei sarebbe congeniale un ambiente meno pressurizzato e vicino all’indie.
Emanuel Lo prova ad attaccar briga con Todaro per caricare un suo concorrente, però viene messo in riga con una spiegazione lucidissima. Meglio quando balla, ancora meglio con la Cuccarini.
Il pubblico, Gaia, Ayle, Anna Pettinelli, Michele Bravi voto: 5
Il pubblico è parte integrante del programma, quindi merita un giudizio. Per essere la prima puntata davvero moscio e con l’urlo di giubilo per tutti. Su ragazzi, un po’ di senso critico. Gaia: che sappia ballare non è in discussione, ma se non riesce a gestire l’ansia sarà un problema. Tanto ad Amici, ma se vuole fare questo mestiere anche fuori. Più tisane e a letto presto.
Ayle, invece, se n’era andato dal talent per fare ritorno 24 ore dopo, e che abbia delle fragilità è evidente, non solo dal punto di vista vocale. La sua Allergica alle fragole è un pezzo collage di tanti altri che ruotano in classifica. E quando su Malamente di Tedua canta che “il futuro è in mano ai deboli che si sono fatti coraggio” sembra che il suo momento non sia ancora arrivato. Non a caso viene eliminato. Fuori c’è una rinascita dell’emo, chissà che non riesca a intercettarla.
E ora a Pettinelli: nel ballo su Rocket Man di Elton John somiglia a una rezdora in libera uscita nelle peggiori balere della riviera emiliano-romagnola. E stuzzicare Malgioglio non la rende simpa.
Infine, Michele Bravi: nell’apertura del serale su What a Wonderful World si impicca nell’acuto, mentre con Petit esulta per la sua versione di De Andrè e appare una piaggeria bella e buona. Stesso discorso sulla scelta di votare la riproposizione di Barbie del duo Celentano-Zerbi perché «troppo omosessuale per non farlo». La sintesi del suo atteggiamento è il pezzo Malumore francese che ha condiviso con Carla Bruni: a furia di fingersi buoni si diventa snobissimi.
Kumo voto: 5-
Più grezzo di Dustin, nella sfida ci rimette a causa della minor tecnica, però esalta il pubblico baciando la ballerina professionista. Un po’ bad boy, e forse ci gioca anche, su Apnea di Emma tira fuori tutta la sua istintività e un po’ di improvvisazione. Viene eliminato, ma uno così sembra avere molto di più da esprimere di quello che ha mostrato finora.
Giovanni voto: 4,5
Nella prima sfida con Petit era difficile avere la peggio verso tanta sciatteria su De Andrè, eppure ce l’ha fatta. Sui balli latinoamericani si difende. Ma qualcosa manca e si farà sentire.
Rudy Zerbi voto: 4
La sua trasposizione di Ken di Barbie, dove tra l’altro si fa male da solo, è oltre il trash e in un mondo normale sarebbe intervenuta la buon costume. Fermatelo, vi prego.
Gli ospiti voto: 4
Ovvero Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti e la Signorina coriandoli. Un Dio mezzo rimbambito che crea un Adamo imbolsito e una Eva uomo travestita da donna, senza allusioni negative alla sessualità ma all’imbarazzo della gag sì, è la perfetta rappresentazione della decrescita infelice del cervello di chi ride a certi sketch.