Dopo una prima puntata caratterizzata dal fair play, nel secondo serale di Amici volano i colpi bassi e vengono presi di mira i ballerini che ne fanno le spese. Ma nonostante si danzi senza sosta, non mancano i momenti di abbiocco. L’assenza di grandi ospiti, del “fenomeno” tra i concorrenti e un regolamento piuttosto cervellotico fanno scorrere un’esibizione dietro l’altra come se stessimo scrollando su TikTok (ma il social ha più ritmo). Nelle anticipazioni era trapelata la notizia che la rottura di una mattonella del pavimento aveva messo a rischio la sicurezza in una coreografia, però non si è visto in onda. Persino di questo brivido ci hanno privato gli autori. Così, tra uno sbadiglio e l’altro, almeno riascoltiamo Ancora ancora ancora di Mina o Chiamami ancora amore di Vecchioni, in grado di rendere plastica la distanza tra la creatività del passato e l’omologazione del presente. E persino Ermal Meta, ospite in chiusura, il nuovo singolo L’ultimo pericolo lo infarcisce talmente tanto di collage e rimasticazioni di classici che il mondo sembra essersi fermato (e non c’entra l’ora legale).
Di 13 allievi ne rimangono 11: escono Nicholas e Giovanni. Il primo stritolato dal cinismo del format più che dai demeriti. Il secondo per il confronto impari con Marisol. Intanto Rudy Zerbi ci ricorda che si può superare anche il grottesco, come spiegò magistralmente Tommaso Labranca: «Ed ecco cos’è il camp: il trash che si è rivelato a se stesso, ma che, spintosi troppo in là nel gioco, non è più trash, poiché non è più spontaneo». Maria De Filippi ci fa scoprire che le sue buste, brandizzate da una nota azienda di biscotti, creano più engagement di Chiara Ferragni pre-panettoni Balocco. E a pochi giorni dai 30 anni della tragica scomparsa del leader dei Nirvana (il 5 aprile), la generazione X che oggi se ne sta di fronte alla tv a guardare Amici senza imbarazzo ci fa pensare a Kurt Cobain che, accidenti a lui, sarebbe stato meglio se fosse rimasto, invece di “bruciare”, per provare ad aiutarci a non «spegnerci lentamente».
Il pubblico voto: 4
Me lo ricordavo meno monotematico, anche se devo ammettere che non guardavo Amici da quando si chiamava Saranno famosi e vinse Dennis Fantina. L’unico sussulto quando Emanuel Lo resta a torso nudo. Sostituito dagli applausi finti nessuno se ne accorgerebbe.
Maria De Filippi voto: 10
Merita un 10 fisso perché ci ha fregato tutti e superato anche il suo maestro, Maurizio Costanzo. Il “giocattolo” è diventato talmente grande che addirittura le temutissime buste, con le quali decide sulla vita e sulla morte dei concorrenti, sono brandizzate da un noto marchio di biscotti. La potenza è nulla senza controllo? Lei ne è l’esempio perfetto.
Dustin voto: 7,5
Più che ballare fluttua nell’aria o a qualche centimetro dal pavimento e mentre compie le proprie coreografie i compagni, seduti ai loro posti, lo osservano disarmati. Dal tango alla contemporanea, che abbia provato o meno quei passi, si conferma di un’altra categoria.
Marisol voto: 6,5
Tutti dicono che è brava, lei stessa ne è convinta, ma sembra crogiolarsi – almeno finora – sulla mediocrità altrui. Sulle note di Sognami di Antonacci fa il compitino, mentre su Rolling in the Deep di Adele tira fuori qualche artiglio. Il meglio deve (forse) ancora dimostrarlo.
Holden voto: 6-
Ha un timbro riconoscibile, il problema è che per il momento è l’unico tratto che lo caratterizza. Heaven di Bryan Adams, un evergreen che risente dell’incedere del tempo, lo interpreta pigramente. Fai rumore di Diodato lo affronta con qualche convinzione in più, ma nel ritornello si sente lo scarto con l’autore del brano. E Solo noi di Cutugno la canta come se fosse in gita con la scuola. Ad Amici può bastare per arrivare in fondo, ma là fuori?
Petit voto: 5
Si atteggia da vincitore con l’illusione che, siccome i suoi singoli stanno totalizzando milioni di views, il futuro nella discografia è un percorso scontato. Farebbe bene a scorrere la lista di quanti, prima di lui, si sentivano degli artisti fatti e finiti dopo un talent e quanti, a distanza di qualche anno, lavorano stabilmente nel settore. Delle qualità le ha, certo è che non emergono dalla latin urban Suavemente di Soolking o men che meno dal medley di brani di Little Tony, dove al secondo acuto perde il fiato. “Umiltè” gli urlerebbe Arrigo Sacchi.
Alessandra Celentano voto: 7
Smaschera Todaro che, come la Pettinelli, lancia una sfida furbetta su un tango-non tango per eliminare un suo ballerino e ricorda di essere Maestra nella materia. Mezzo punto in più lo merita perché accettare di ballare ogni volta con Zerbi non si augurerebbe al peggior nemico.
Rudy Zerbi voto: 4
Mette tutti in guardia: “Sono in forma smagliante”. E meno male, perché nelle esibizioni manca solo la “guess my fart” per sconfinare nella Corrida. Lo attendiamo a decisioni più delicate sulle sfide, dove con una squadra così gli basterebbe mettere il pilota automatico.
Gaia voto: 6-
Malgioglio la paragona a Chita Rivera ma, quando lo ha detto, con quegli occhiali dev’essere stato connesso nel metaverso. Su Canzone di Dalla spicca il sorriso e non si scorgono i passi, invece su Ancora ancora ancora di Mina è più disinibita. L’ansia la frega.
Giovanni voto: 5
Sul flamenco è preparato e la spunta su Dustin (un miracolo) per il rotto della cuffia. Poi si batte come un leone in diverse sfide ma deve cedere a Marisol (i miracoli sono rari, appunto). Nonostante qualche ingenuità è un buon ballerino, il lavoro non dovrebbe mancargli.
Martina voto: 7
Apre con Imagine a cappella e fa sentire, di nuovo, che ha il soul nella corde vocali. Nettamente superiore a tutti gli altri cantanti in gara. Serata di ordinaria amministrazione.
Lil Jolie voto: 6,5
Ha le qualità da interprete, soltanto che qualcosa la frena nell’esprimersi appieno. Sarà l’ansia? La competizione con altri allievi? La bronchite di cui ha sofferto? Probabilmente c’è qualcosa di più profondo che la blocca e chissà se sapremo mai cosa. Fatto sta che passa da una contratta E non finisce mica il cielo a una Thank U con spiragli di meraviglia.
Anna Pettinelli voto: 6
Tenta l’affondo sfidando Mida su un pezzo senza auto-tune e al confronto con Martina. Una sorta di tentato scacco matto. Non gli riesce, però la mossa era giusta e infatti poi la segue anche il collega Todaro nel ballo. Poi è tornata a ballare, ma non è il caso di infierire.
Raimondo Todaro voto: 5,5
Dismette i panni del coach diplomatico per indossare quelli dello spietato cecchino. Nel mirino Nicholas che, dopo quattro sfide, alla fine è costretto a uscire. Perché tanto accanimento? “Per fare il punto”, spiega. Giusto, ma fare anche la morale diventa fastidioso.
Lucia voto: 5
Da PamPamPamPamPamPamPamPam di Irama a Don’t Cha delle Pussycat Dolls fa tutto a modino, pure troppo. A questo punto servirebbe una zampata. Ce l’avrà?
Sofia voto: 7,5
Leggiadra sorvola la Grande Mela sulle note di Theme From New York, New York, con una coreografia immersiva che ne valorizza la performance. Pienamente a fuoco.
Nicholas voto: 5,5
È stato individuato come il punto debole da attaccare e su di lui si sono concentrati tutti per farlo fuori. Non è comunque uscito per demerito visto che, a parte il flamenco dove è apparso un po’ fuori tempo, per il resto ha dimostrato ottime qualità. Ora lo aspetta una borsa di studio vinta a New York e la partecipazione al videoclip di Malgioglio. Gli va di lusso.
Mida voto: 5
Viene sfidato a cantare senza auto-tune e si tira indietro. Eppure, subito dopo, con Chiamami ancora amore di Vecchioni dimostra di saper imprimere una personale interpretazione a un pezzo non semplice. Così così su Rosalina di Concato in salsa latina. Non gli manca la voce, ma il coraggio di uscire dalla comfort zone. Bene, ma non benissimo.
Sarah voto: 6+
In Bambola di Betta Lemme non mette un pizzico di voluttuosità, più dentro al pezzo con abcdefu di Gayle, un tormentone tiktokkoso sul quale è la copia carbone dell’originale.
Lorella Cuccarini voto: 6-
Prende di petto la Pettinelli sulla sfida a Mida senza auto-tune e qualche ragione ce l’ha, ma questi ragazzi se non si mettono alla prova cosa ci stanno a fare in una scuola? Ah no, siamo in tv. Pardon. Serata più convincente come ballerina, dove ancora “jammolla”.
Emanuel Lo voto: 6+
Stesso discorso della Cuccarini ma per il ballo, con l’attenuante che si tratta di due materie molto diverse e nel ballo ci sono meno margini di reinterpretazione. E poi a torso nudo fa esultare il pubblico e ci fa capire che non sono cartonati quelli seduti sugli spalti.
Cristiano Malgioglio voto: 6
Ok che ha coniato il termine “sandunga” – un mix tra passionalità e talento – però stavolta nell’attribuirla sembra animato dalle simpatie più che da giudizi tecnici. Da vera Queen si permette il lusso di abusare del proprio potere, altrimenti che divertimento ci sarebbe?
Giuseppe Giofrè voto: 5
Se ci sono un ballerino e un cantante in sfida, 99 su 100 vota il ballerino. Bell’atteggiamento il rispetto verso gli altri giudici, più ferrati in musica, però così è troppo scontato.
Michele Bravi voto: 7
Si vede poco anche se, l’unica volta che si vede, dice una cosa sacrosanta: “Ha talmente talento che non le serve denigrare gli altri”. Da stamparsi su una t-shirt.
Ermal Meta voto: 5,5
Presenta il nuovo singolo L’unico pericolo, un collage di sonorità e rimandi testuali rimasticati da canzoni del passato – da Ron a Dalla e Biagio Antonacci – che si tengono insieme grazie a una produzione raffinata, ma che nel complesso non basta a renderlo un brano incisivo. E forse l’unico pericolo che rimane è quello dell’eccesso di citazioni.
Barbara Foria voto: 5
Finalmente una napoletana che non funziona, nonostante gli sforzi, e questa è una notizia. Tra Il Bagaglino e Anna Maria Barbera (alias Sconsolata) appare fuori tempo massimo.