Eccellenze o talenti? Estensione vocale o interpretazione? Testa o cuore? Settima puntata di Amici ricca di quesiti che hanno infiammato le tre manche e portato a un’altra eliminazione tra i sette allievi rimasti. Prima del verdetto finale, però, si è consumato un nuovo trick “spericolato” della Pettinelli, alla quale manca solo la spaccata, mentre Rudy Zerbi si è fatto serio, per una volta, sgridando Holden che non aveva preparato la sfida perché impegnato con l’Ep (cos’è, il White Album?). Intanto Giofrè ammette di essere stato un bimbo vittima de La notte vola, Cuccarini e Lo con gli Abba sono la solita sicurezza e Alessandra Celentano, con l’omaggio allo zio Adriano, dal trash passa almeno alla commedia. Ma siamo a un talent e i talenti in gara, a un soffio dalla semifinale, si sono sfidati senza esclusione di colpi: Sarah è una piccola Taylor Swift, Mida ha sbloccato la casella emotività, Petit si aggrappa alla solita hit, Dustin è un caterpillar e Marisol sexy ha una marcia in più. Esce Martina, dotata di una gran voce, solo che in questo format d’ora in poi pesano come macigni anche i follower. Malgioglio e Bravi? Se la prossima puntata non votano sempre gli stessi gli offro da bere.
Il pubblico
7
Ha trovato i propri beniamini fra Petit, Mida, Dustin e Sarah, iniziando a differenziare le esultanze. In vista della semifinale può influenzare e non poco i giudici.
Maria De Filippi
6
Tirata a lucido per la volata finale, si lascia scappare in anticipo il contratto offerto a Martina e perde l’effetto sorpresa dopo la sua eliminazione. Fa niente, in pochi erano ancora svegli.
Dustin
7.5
Sfida le leggi della gravità sulle note di Eyes Closed e, se arriva in finale con le coreografie giuste (fatelo volare in aria), è il favorito.
Marisol
7
Mentre ballava Klan ho pensato: Mahmood al prossimo videoclip dovrebbe chiamarla. Lascia il passo a Mida, più per la coreografia che per demeriti. Spicy Margarita infiamma la platea e rimarca che quando può esprimere tutta la sua sensualità ha pochi rivali. Non ancora un’eccellenza, come sostiene dei suoi allievi la Celentano, però di certo un grande talento.
Holden
4
Usa la scusa dell’uscita dell’Ep, del quale cura anche la produzione, per giustificare di non aver preparato il guanto di sfida e sembra, appunto, soltanto una scusa. Anche perché doveva provare un pezzo, non un intero musical. E il suo Ep, con tutto il rispetto, non sembra il White Album. Se fai le 6 del mattino per produrre un inedito come Randagi c’è un problema…
Petit
5.5
Potrebbe cantare le Pagine gialle e i giudici lo sceglierebbero comunque. Oppure intonare Mammamì, una tassa fissa per farsi votare. Oltre la hit c’è di più?
Alessandra Celentano e Rudy Zerbi
6.5
Zerbi fa la persona seria e sgrida Holden che ha preferito la preparazione dell’Ep rispetto al guanto di sfida e fa la cosa giusta da vero coach. Peccato che Holden non sembri aver colto. La collega, invece, si incaglia sul termine “eccellenza”. È semplice: nessun allievo è un’eccellenza, per il momento, al massimo c’è qualche talento. Nell’omaggio a zio Adriano, da casa, il Molleggiato si sarà rallegrato nel constatare quanto manca lui stesso in questa tv.
Martina
7
Oltre alla voce, è più grintosa anche nell’interpretazione (e persino nel look), e con Dog Days Are Over dei Florence and the Machine piazza sul banco tutte le sue carte. Nella sfida sull’estensione vocale con Sarah cantando This Is Me forse pensava di vincere facile, invece la collega le ha dato filo da torcere. Bene con Back to Black, dove però mancava l’anima oscura di Amy. Con Mida è stata una lotta sul filo: esce, ma il lavoro non le mancherà.
Anna Pettinelli, Raimondo Todaro
5.5
Con una sola allieva puntano sulla sua estensione vocale e la scelta risulta un’arma a doppio taglio. Non perché Martina non abbia estensione, perché a questo punto del talent conta di più l’interpretazione acchiappa pubblico. Mezzo voto in più per l’impavida Pettinelli al ballo.
Mida
8
Sfidare subito Martina appare un ostacolo arduo, invece con Sabbia di Ultimo è talmente dentro al brano che si aggiudica il confronto (giustamente). È particolarmente ispirato anche cantando Portami a ballare dedicata alla mamma, poi gioca l’asso con Que pasa e fa esplodere il pubblico a ogni esibizione. Trova persino il coraggio di cantare un pezzo di De Gregori come La leva calcistica della classe ’68, e neanche male. Vede vicina la finale.
Sarah
9
Musica da teenager, stellina pop, balletti e ammiccamenti a favore di telecamera. Le si può rimproverare tutto, solo che con This Is Me fa sentire di essere una voce. E anche un’ottima interprete contemporanea. Non la spunta con Martina, ma avrebbe meritato. Con All I Want e Royals fa altri passi avanti nella costruzione del suo personale mondo musicale. Mentre con Wrecking Ball risulta una piccola Taylor Swift, più che una piccola Miley Cyrus.
Lorella Cuccarini, Emanuel Lo
7
La Cuccarini sull’estensione vocale ricorda a Pettinelli che la potenza è nulla senza interpretazione. Alla lunga avrà ragione. Squadra lungimirante.
Giuseppe Giofrè
6.5
Ricorda di essere stato uno dei risultati “dell’effetto Cuccarini sulla gente” negli anni ‘90. Chissà come saranno quelli ispirati “dall’effetto Zerbi”… Vota con attenzione. Concentrato.
Cristiano Malgioglio
5
Considera Petit il nuovo Justin Bieber e la «sanduga», temo, gli ha dato alla testa.
Michele Bravi
5
Idem con patate, ma con Holden. Stavolta è l’auto-tune che lo ha intontito.
Emma
6-
Con Femme fatale continua la rincorsa ad Annalisa nell’elettropop, anche se è un peccato perché Emma sembra avere tanto altro da raccontare. Spero che, prima o poi, lo faccia.
Enrico Brignano
5
Con le stesse battute da trent’anni ha dimenticato cosa disse il suo maestro, Gigi Proietti: «Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso». Per riuscirci serve più impegno.