Dal karaoke con gli amici alla vittoria di Amici. È una storia da sogno americano quella che ha portato Sarah, 18 anni compiuti un mese dopo essere entrata nel talent di Canale 5, ad aggiudicarsi la 23° edizione. È anche la vittoria della perseveranza contro ogni pronostico visto che l’allieva, originaria di Vigevano, non aveva mai calcato un palco o fatto una lezione di canto. A un certo punto però, rispetto agli altri, lo switch nella consapevolezza dei propri mezzi – dal quarto serale – le ha permesso di mostrare una crescita esponenziale e caratteristiche da vera teen idol.
Ormai padrona della scena, nella finale trasmessa in diretta i dubbi sono sembrati pochi sull’esito finale. Se ci aggiungiamo che, stavolta, a decretare il vincitore era il televoto, di certo il suo percorso umano e artistico all’interno della scuola è apparso quello capace di generare maggiore empatia. Non sono comunque mancate le sorprese. I bookmaker, infatti, non ci hanno preso, e il podio è stato tutto al femminile, con Marisol in seconda posizione.
Alle loro spalle hanno ceduto il passo Mida, Holden, Dustin e Petit (in ordine di eliminazione). Un risultato giusto? Nell’economia del format sembra proprio di sì. Anche se, al di là del risultato, l’importante sembra arrivare in fondo a questa maratona. Angelina Mango, ieri ospite, lo ha dimostrato: dalla medaglia d’argento è arrivata a vincere Sanremo, e con l’Eurovision è stata definita dal New York Times «una stella nascente». Così, ancora una volta, Maria De Filippi la possiamo criticare finché vogliamo, ma ha lavorato al posto dei discografici per i prossimi 12 mesi.
Sarah
10
Al primo serale «la ricerca del piacere a tutti non è quello che le servirebbe» (6 -), al quarto «ha fatto il salto di qualità in consapevolezza» (7.5), nel settimo «è una piccola Taylor Swift». Sono definizioni mie, ci avevo visto giusto o no? Eddài, se non me la tiro nemmeno in finale che gusto c’è? Mi sono guadagnato persino un hater sui social per quello che ho scritto di lei (il primo non si scorda mai, infatti lo saluto con affetto). A parte gli scherzi, per essere una classe 2006 ha potenzialità da teen idol, che probabilmente è già, ma anche da popstar dal respiro internazionale. Da When I Was Your Man di Bruno Mars a Disco (I Love It) di Ditonellapiaga è sempre credibile e, anzi, in alcuni casi personalizza il brano tanto da farlo sembrare proprio. Ma non esageriamo con le aspettative. Ha vinto, si porta a casa 150.000 euro e da oggi comincia una carriera che può portarla lontano.
Angelina Mango
10
Torna ad Amici con un medley da Ci pensiamo domani a Che t’o dico a fa’, La noia e la nuova Melodrama (una “noia” remixata clubbing). Reduce dal settimo posto all’Eurovision, si consola con il New York Times che la definisce «una stella nascente» (ci voleva il NYT?). Insieme ai Måneskin, l’unica artista italiana che può competere sul mercato internazionale. Sembra anche migliorata vocalmente. Il 2024 è il suo anno, e ora chi la ferma più?
Dustin
9
Per me, il vero vincitore. Dall’inizio del serale non ha sbagliato una coreografia, sbattendo (con stile) in faccia a tutti il proprio strapotere tecnico e un fisico superiore alla media. Sembra posseduto dal “demone” del professionismo. E quando bacia la maestra di ballo Elena D’Amario sfoggia una furbizia tutta italiana per strappare l’ovazione. Prometeico!
Maria De Filippi
8
Ha creato il più grande ufficio collocamenti d’Italia, dove, tra vincitori e non, i concorrenti di questo talent trovano lavoro ancor prima di essere eliminati. Con la disoccupazione giovanile che c’è in Italia, forse ancora peggiore nel settore dello spettacolo, criticatela pure, poi però la sfida sarebbe costruire un’alternativa. E dopo Angelina Mango, pure con Sarah Toscano ha lavorato al posto di tanti discografici.
Marisol
8
Un conto è il format televisivo e un altro la bravura. Per lei ci sono ancora meno dubbi rispetto a Sarah, visto che è un talento cristallino nel ballo. Seconda, ma perché ha gareggiato all’interno di un meccanismo piuttosto controverso. Fatto sta che anche lei, a soli 18 anni, ha il tempo dalla sua parte e di tappe ne ha già bruciate parecchie. Vince la categoria danza, anche se Dustin sembra un filo più maturo, e può coronare il sogno di andare in America.
Petit
7
Mammamì quante insufficienze che ti ho dato, Petit. Niente di personale. Rispetto al primo serale sei cresciuto costantemente, ma sempre dentro una comfort zone che ti ha aiutato ad arrivare in fondo. Eppure ce la potevi fare, spinto da inediti che spaccano gli stream, un rap-pop ben costruito e che, incrociando napoletano e francese, ha la prospettiva di inserirsi anche all’estero, oltre a una cazzimma che di certo non ti manca. Tornerai, come canti nel tuo inedito, e faticheremo a liberarci di te.
Mida
6,5
Ha l’attitudine di Cristiano Ronaldo: ossessione per la performance, costi quel che costi. Una caratteristica che lo rende pronto ad affrontare qualsiasi sfida, ma che è anche un’arma a doppio taglio che lo porta a concentrarsi solo sul risultato. Ma nella musica, quella che rimane nel tempo, non sempre il risultato migliore è nell’immediato. La sua Que pasa sarà la colonna sonora dell’estate in molte località estive, il mercato latino lo aspetta a braccia aperte, però ogni tanto gli farebbe bene lasciarsi trasportare dall’ispirazione senza pensare ad altro.
Il pubblico
6
Se fosse per me, prima dell’inizio del talent rinchiuderei il pubblico di Amici per una settimana nello studio e lo costringerei ad ascoltare tutti i dischi dei Nirvana in loop. Poi sarei curioso di vedere se continuerebbe a strillare per quello che sente in trasmissione, o se andrebbe a cercare altra musica. Chissà, potrebbe essere un bell’esperimento. Maria, pensaci!
Holden
5
L’ho già detto: l’auto-tune mi sembra una facile scappatoia più che una scelta di stile. Dalla sua Randagi a Hold Me While You Wait di Lewis Capaldi, tutto risulta pressurizzato ma senz’anima. Intanto conquista dischi d’oro e gliene auguro anche di platino, ma guardando indietro la sua esibizione che ho apprezzato di più è quella su Iris, piano e voce senza auto-tune. Sono un boomer? Può essere. Ma credo che, alla lunga, si accorgerà di essere più credibile senza scorciatoie. Gli consiglio di rileggere Il giovane Holden: «Sono quasi sicuro che mi gridò “buona fortuna!”. Spero di no. Accidenti, spero proprio di no. Io non griderei mai “buona fortuna!” a nessuno. È tremendo, se uno ci pensa».