La guerra delle faccine
Diciamocelo. Un pochino la Fagnani ci sta prendendo gusto: sa che le faccine, i suoi “Eh!” perplessi e i sorrisetti trattenuti piacciono da morire. E quindi – giustamente – ci gioca. Solo che stavolta ha trovato, a sorpresa, una degna rivale in… Emma Bonino. Colei che non vuole essere “ghettizzata come l’esperta dell’utero” capisce subito la solfa e sfida (intelligentemente) Faganani sul suo stesso terreno. Si rivela così di una simpatia travolgente: chiosa le risposte con altrettanti “Eh!”, para le domande più ostiche con furbi sorrisetti e sfodera una mimica eloquente. A un certo punto, raccontando della sua infanzia, fa addirittura il verso della mucca: “Andavo al pascolo con le muuuuuucche. Una noia mortale!”. E quando la Fagnani le chiede se l’esperienza della comune prevedesse anche tutti gli “annessi e connessi”, Bonino scoppia a riderle in faccia. “La facevo più trasgressiva”, incalza giustamente la conduttrice, dando voce alle nostre stesse perplessità. Ma Bonino: “Chi, io? Oddio, oddio!”. E giù a ridere. Qualcuno dia subito un talk show pure a Emma nostra.
Ministro Roccella, è in ascolto?
"Avere figli vuole dire dirsi per sempre"
Passaggio da brividi. Un racconto consapevole di Emma Bonino sulla sua non maternità. Donna lucida come poche.#belve pic.twitter.com/DqnOiYkyTx— isabella insolia (@isainsolia) October 10, 2023
Ma la Bonino è la Bonino. Quindi mica può andare in tv senza fare incazzare nessuno. Così, tra una schermaglia ridanciana e l’altra, il volto dei Radicali regala un mezzo infarto al ministro Eugenia Maria Roccella. In piena campagna pro natalità, Bonino dice la sua sull’aborto. E la sua risposta – comunque la si pensi – non può lasciare umanamente indifferenti. Con gelida onestà, ammette infatti di aver abortito perché “avere un figlio significa dirsi per sempre, e io non ho avuto quel coraggio. Ne ho avuti altri, ma non quel tipo di coraggio”. L’affermazione è la quintessenza dell’“utero è mio e lo gestisco io”, ma al contempo è chiaramente venata di tristezza. I cattolici sui social, però, si sono comunque imbestialiti. Poi Emma continua: racconta l’iter complicatissimo per interrompere la gravidanza, il senso di “umiliazione” cocente e infine la decisione: “Mi sono detta: a nessuna mai più. E così sono scesa in politica”. Ha iniziato da “totale ignorante” e per questo non si lamenta di aver militato a lungo nelle retrovie: “Non ero pronta, non ero preparata”. I cinquestelle prendano appunti, grazie.
La maledizione di Raoul Bova
Francesca Fagnani a Federico Fashion Style: “Senta, il suo agente è da tantissimo tempo che mi propone la sua presenza qui, noi siamo felicissimi di averla. Ma perché lei è giusto per questo programma?”
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E niente, non se ne esce. Il fantasma di Raoul Bova (vedi il recap della prima puntata) continua ad aleggiare nello studio di Belve, infestando le ospitate al maschile. Tra una Emma Bonino brillantissima e una Stefania Nobile che si mangia la scena, spunta fuori Federico Fashion Style. Che anche, onestamente, chissenefrega. E tu pensi: “Ma non hanno trovato niente di meglio?”. A quanto pare no, visto che la stessa Fagnani esordisce con un poco elegante: “Il tuo agente mi ha pregato di intervistarla più volte. Perché lei è giusto per questo programma?”. Della serie: scusate ragazzi, mi ci hanno costretto. Per carità, Federico Fashion Style si impegna, alcune risposte se le è persino preparate a casa, ma alla fine si rivela un Bova bis. Alla prima domanda non di rito, ossia “qual è il suo x factor?”, guarda interdetto la conduttrice: “Cosa?”. Lei allora traduce in romano: “Che c’ha più de’ altri?”. “Che so’ Federico Fashion Style!”. E Fagnani, sconsolata: “Niente, non ne usciamo…”. Per tutta l’intervista lei si diverte a sbranarlo, accanendosi in particolare sul suo narcisismo. Il problema è che Federico non è Bova, ossia spaesato e indifeso, quindi tu sei sodale con la Belva: lo sbranasse pure… Risultato: alla fine rivaluti addirittura il Codacons. L’associazione dei consumatori ha infatti multato il celebre parrucchiere, reo di presentare scontrini tra i 3.000 e i 5.000 euro. “Manco un trapianto”, chiosa la presentatrice. Risposta: “Cara, le extension costano”. Ah, be’…
Drogati di Stefania Nobile
– La cocaina si deve fare di Stefania Nobile, non io di lei. Non ne ho bisogno.
Li vedo tutti rinc0glioniti, non è che li vedo degli sveglioni questi che si fanno
– E invece…
– No, io invece no#Belve pic.twitter.com/QBpSj6rABx— Cinguetterai (@Cinguetterai) October 10, 2023
Alzi la mano chi, all’annuncio di Stefania Nobile, non ha pensato: “Oh mamma, ancora?”. Dopo un’intera docuserie Netflix, la precedente ospitata di Wanna Marchi a Belve e le altre 1.450 fatte in giro per tutti i talk d’Italia, c’era davvero ancora altro da aggiungere? No, ovviamente. Ma non importa. Perché Nobile funziona benissimo anche se la metti lì a ripetere il disco rotto del “non sono pentita”. Ha infatti ragione lei quando dice che “la tv è mia di diritto”. Nobile, proprio come Wanna, ha dei tempi perfetti, un’affabulazione che ti aggancia, una mimica ipnotica. Non a caso nel giro di 5 minuti si era già presa tutta la scena mettendo all’angolo la Fagnani e i suoi sorrisetti: per noi, che seguivamo tutto dal divano, esisteva solo Stefania. E basta. Persino le risposte – stranote e prevedibili – sembravano più interessanti delle domande (e abbiamo detto tutto). Così, quando la Fagnani chiede se abbia mai fatto uso di droghe, noi sottoscriviamo immediatamente la risposta di Nobile: “È la cocaina che deve farsi di Stefania Nobile, mica il contrario”. Ed è così. Siamo tutti, inesorabilmente, drogati di Wanna Marchi e Stefania Nobile.
Siparietti non richiesti
Wanna Marchi show dietro le quinte: "l'attore (Raoul Bova) non mi è piaciuto, non parliamo poi della Patty Pravo. Filiberto il migliore lo devo conoscere assolutamente"#Belve pic.twitter.com/gpDDJ4RVFq
— Boomerissima (@Boomerissima) October 10, 2023
Facciamo così. Dateci più backstage e meno sketch, e nessuno si farà male. I 30 secondi finali, sui titoli di coda, con Wanna Marchi che dà i voti agli ospiti di Belve (promuove Emanuele Filiberto e cassa Bova, al grido di “per carità!”) divertono molto più delle battutine posticce di Lavange. Faticoso anche il monologo di Michela Andreozzi sui consigli non richiesti che le cinquantenni possono elargire. La battuta migliore era: “Scoprirete che un matrimonio riuscito lo vedi solo al divorzio”. Fate voi…