Casa Ferragnez, limoni fluidi e due giganti all’Ariston: top e flop della finale di Sanremo 2023 | Rolling Stone Italia
Mazzi di carciofi per tutti

Casa Ferragnez, limoni fluidi e due giganti all’Ariston: top e flop della finale di Sanremo 2023

E adesso date una cannetta a Morandi, che se l'è meritata. Il meglio e il peggio dell'ultimo atto: sì, è finita davvero

Casa Ferragnez, limoni fluidi e due giganti all’Ariston: top e flop della finale di Sanremo 2023

Chiara Ferragni all'ultima serata di Sanremo 2023

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

TOP:

Gianni Morandi ha fatto una bellissima Isola

L’avevamo già messo nei top, ma nel finalone si merita la doppietta. Perché la verità è che il quarto Sanremo di Amadeus non sarebbe stato lo stesso senza il luogotenente che ha aperto tutte le porte (semicit.). Dopo aver letteralmente spazzato via il bordello di Blanco, scritto la storia (e dato mille piste ai ragazzotti in gara) con i tre tenori, intelligentemente fatto da valletto a una Ferragni sempre più condottiera (vedi più avanti), arriva la meraviglia dell’omaggio all’amico Lucio Dalla (da Piazza Grande a Caruso). Ornella Vanoni lo cerca, ma lui è già volato via, in camerino, in platea o a prendere un caffè: “Questo non sta mai fermo”, dice Amadeus. Poi bacia la moglie Anna, fino al colpo da maestro: scippare la diretta con Fiorello ad Amadeus, trasmetterla dal suo profilo Insta e prendere 200mila follower in mezz’ora. Grande bro. E dategli una cannetta stasera, che se la merita.

FLOP:

La finale a cinque

28 – VENTOTTO – cantanti in gara, tre ospiti, un omaggio, i meme e le stole-manifesto, un numero imprecisato di marchette (Rai e non). Sono le due, ma ce l’abbiamo quasi fatta: ecco la classifica generale che svelerà i tre finalist.. ah no, quest’anno per la prima volta la vittoria se la giocheranno in cinque (“la top five”, come dice fieramente Amadeus). In teoria la competizione è più aperta ma, nell’anno in cui il trionfo di Marco Mengoni era annunciato fin dalla notizia della sua partecipazione, potevamo risparmiarci quei venti, preziosissimi minuti e andare a letto prima. Già, perché ovviamente i finalisti devono ricantare TUTTI. E Ama deve spiegarci come funziona la pratica: le percentuali, il televoto, la demoscopica, la sala stampa. Ce mancava la burocrazia a notte alta. Invochiamo la rivoluzione. No, siamo troppo stanchi pure per quella. Preparate cappuccino e cornetti alla crema, che qua si fa mattina.

TOP:

Chiara takes it all

Il primo giro era “Chiara takes Sanremo”: con i messaggi instant-iconic (scusate), le letterine, il posizionamento engagé. Tutto furbo, tutto giusto. Il secondo giro è “Chiara takes it all”. È qua per divertirsi, ancora con le tettine disegnate e il sorrisetto di chi però ha ormai capito che può tutto. Ferragni, e il resto scompare: quando è sul palco adesso, Ama e Gianni diventano i suoi valletti; rimprovera dietro le quinte (il fuorionda è ovviamente courtesy of rubati di Instagram) il marito Fedez per il bacio con Rosa Chemical e poi minaccia “Ho un bonus limone!”; regala stole Dior alla moglie di Morandi, più nota come “foto di Anna”; mantiene per tutto il tempo quell’aria da ragazza di provincia (ma in Schiaparelli custom-made) che ha conquistato tutto e però in fondo se ne sbatte. In prima e seconda fila, la famiglia Ferragni al completo manda reaction come se stesse assistendo a una diretta Instagram della parente che tiene insieme tutto e tutti, la Kim Kardashian from Cremona che però, a differenza dell’originale, alterna le fashion week ai rutti e alle ciabatte. Era il Sanremo in cui tutti erano pronti a dire “ha sbagliato tutto”: non ha sbagliato niente.

FLOP:

Il caso Zelensky

Il caso politico di Sanremo 2023 è stato Ze… no, poi è arrivato Fedez con la foto del viceministro e vabbè, lo sapete. Riformuliamo: il caso politico di Sanremo 2023 doveva essere il video di Zelensky. Con inevitabile seguito di “scandalo!”, “non è la platea giusta!” (dopo che Zelensky si è fatto, comprensibilmente, tutte le piazze mediatiche possibili, dagli Oscar in giù) e via interrogando, nel senso parlamentare del termine. E invece manco il video è stato un video, bensì una lettera declamata da Amadeus alle due di notte passate, seguita dall’esibizione della band ucraina Antytila. Mettiamola così, per non rischiare di essere fraintesi di fronte al sacrosanto diritto di ospitare e dare spazio al popolo in guerra: a Sanremo per la causa ucraina ha fatto di più (e forse meglio) il video di Tananai.

TOP:

E alla fine arrivano i Depeche

“Il gruppo rock elettronico più forte al mondo”: Ama si assicura che il “Paese reale” riconosca i suoi sforzi (lesson post Tom Morello learned). Il nostro personal Jesus deve aver ascoltato le nostre preghiere: cinque sere dopo, habemus finalmente i superospiti international del Festivàl 2023. Certo, mica son venuti a farsi un giro gratis in Riviera: promuovono il nuovo singolo Ghosts Again, in attesa dell’album Memento Mori (in uscita il 24 marzo). Tutto giusto per la prima esibizione dei Depeche Mode in Italia dopo la scomparsa di Andy Fletcher: elegante, pulita, seria. Peccato per il suono basso, lontano. Anche quando Dave Gahan attacca con “Reach out, touch faith” l’effetto non è quello sbam che dovrebbe essere. Ma in questo “ricordati che devi morire” della musica italiana, abbiamo visto la luce. Grazie, Jesus.

FLOP:

Lezioni notturne di barese

E a mezzanotte e 20… lezioni di barese! C’è la marchetta Rai da pagare: Lolita Lobosco + cartoon Rai YoYo (tutto vero: e dire che i bambini del coretto di Mr. Rain sono già a letto da un pezzo). Protagonista del simpatico (ehm) siparietto Luisa Ranieri, bravissima, bellissima, ma fuori posto, in questo contento, come tutti i colleghi a cui tocca presenziare per ragioni aziendali. Aspettiamo il primo attore o attrice che dirà: no grazie, mandate una clip, io resto a vedere il Festival dal divano (Poltrone e sofà, of course). Ecchecchezzo!

TOP:

Gino e Ornella, senza fine

Ornella e Gino, Gino e Ornella, i giganti per sempre legati, nel bene e nel male (per loro), sono sul palco, a distanza di sicurezza ma idealmente inseparabili (domanda: si saranno tirati bicchieri d’acqua nel backstage?). Lui racconta un aneddoto favoloso sulle corna di Little Tony («Avevate approvato il testo di Gino Paoli?», dirà poi Fiorello al direttore Coletta tornando sullo spinoso affaire Fedez) tra un Sapore di sale e un Cielo in una stanza. Immenso, punto. Poi arriva lei, che al posto dei fiori ha chiesto carciofi della Riviera («A Milano fanno schifo»), vuole parlare con Fedez «di una cosa importante per la tua vita», chiede a Morandi se sta bene con le mani («io invece c’ho ancora problemi con le gambe»). Ma poi, pure lei, un filotto di classiconi da brividi-brividiiiiiii. La Gran Signora della Canzone sbuffa: «L’appuntamento è una persecuzione». Però con la classe della grandissima del palco, anche teatralmente inteso: è ancora un’attrice, e lo sa. Un solo problema: bellissimo l’omaggio agli ultimi giganti rimasti, ma liquidarli così in fretta per il prossimo concorrentino che deve esibirsi, ecco Ama: no.