Sul treno per Sanremo, una ragazza di Sanremo sta tornando a Sanremo dai suoi. Vive a Torino, era a Milano a trovare il fidanzato. Chi glielo fa fare, di tornare a Sanremo proprio nella settimana di Sanremo. Ma si vede che tutti vogliono essere qui, questa settimana. Anche i sanremesi. Soprattutto i sanremesi. Per gasarsi. Per lamentarsi.
La ragazza di Sanremo studia Psicologia, e forse questa è la miglior motivazione per il suo voler essere qui, pure lei, proprio questa settimana. Anche se «mi hanno detto che l’aria è un po’ scarica, di solito si capisce già dai giorni prima, e invece quest’anno non c’era un grande movimento».
Il treno per Sanremo è esso stesso Sanremo, scrivevo l’anno scorso, e anche quello detta l’aria che tira. Sul vecchio, immutabile InterCity del mare, incontriamo un collega che però si fermerà a Savona. Anche questo dice molto qualcosa del Sanremo che verrà. Prendere il treno per Sanremo, alla vigilia di Sanremo, per non andare a Sanremo. Andare al Festival is for boys, questo is for men.
Arriviamo e non capiamo subito se l’aria è scarica, ma è ancora tutto imballato, come se si temesse di spacchettarlo, magari poi si rompe. Sanremo anno zero, il Rossellini che ci possiamo permettere. In piazza Colombo ci sono degli sbandieratori smarriti. In sala stampa si entra facile. Alle transenne dell’Ariston ancora nessuno controlla. Che succede, per citare il vocabolario sanremese.
È il Sanremo della restaurazione contiana e, insieme, della conservazione dell’Ama che è stato. O almeno così sempre. Gli indie ammessi al mainstream popolarone. I ragazzi e le ragazze con “milioni di visualizzazioni”. I redivivi di lusso. È il Sanremo della restaurazione contiana ma anche della brandizzazione, pure questo un lascito dell’era Ama. La pasticceria dove andavamo a fare colazione, con le sciure e i barboncini, quest’anno è diventata il Café Villain, nel senso di Rose. Ma è un altro impacchettamento, le brioche son sempre quelle (buone).
Prendiamo un aperitivo il giorno della vigilia con amici che lavorano con Tizio e Caia e altra gente in gara e ci lasciamo scappare già troppi pettegolezzi. Il tipo dietro di noi, tracannando un succo d’arancia rinforzato, pare molto interessato. Non temiamo di fare le gole profonde. Anche questa è, forse, l’aria che tira. Del resto, un altro amico ci aveva appena mandato un video dalle prove dall’Ariston. «Ci hanno detto che si potevano fare». Ci era parso strano, ma evidentemente a questo giro son tutti tranquilli.
Facciamo un salto alla festa SIAE, un gin tonic e via, si è messo a piovicchiare. Da Vanity troppa folla ma solo lì, non è neanche mezzanotte e in giro non c’è nessuno, è davvero la prima notte di quiete, forse anche l’ultima. Solo una signora bionda s’avvia verso il lungomare con un vestito di raso rosa, starà facendo le prove per stasera, chissà, ma è l’unica che per ora a questo Sanremo sembra crederci davvero.