Le catastrofi, nei film, cominciano sempre allo stesso modo: bambini sulla spiaggia, coppie di innamorati, gli spettatori sanno che sono spacciati, ma nel film ancora non ci credono. È una sorta di negazionismo collettivo, lo stesso che sembrava aver avvolto le capitali mondiali prima dell’arrivo del Covid-19 e dell’emergenza che nel giro di poche settimane è diventata globale.
Adesso, con 4 miliardi di persone in isolamento, un paese dopo l’altro chiude i confini, e il silenzio si diffonde ovunque: Pechino, Parigi, Tokyo, Los Angeles, Milano. Il “grande sonno” delle città è al centro del nuovo documentario di ARTE, un racconto delle reazioni alla crisi sanitaria.