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Coronavirus: la solidarietà contagiosa a Centocelle

Il nuovo reportage di ARTE racconta come nel sud-est di Roma, da una cellula antifascista, sia nato un gruppo di appoggio a cui hanno aderito oltre cento volontari, che portano la spesa e offrono ascolto a chi ha bisogno

Sud-est di Roma: i quartieri di Centocelle, Prenestino, Tor Pignattara sono stati bastioni della resistenza romana all’occupazione antifascista. E adesso sono un luogo in cui immaginare una nuova solidarietà durante la pandemia.

“Quando è scoppiata l’epidemia ci siamo subito organizzati e alla nostra iniziativa hanno aderito più di 100 volontari in meno di una settimana”, spiega Carlos, uno dei responsabili. “I volontari si occupano di portare beni di prima necessità, cibo e medicinali alle famiglie o alle persone in quarantena, agli invalidi e agli over 65. Gestiscono anche l’aspetto relativo allo sportello legale e l’ascolto psicologico, che sono fattori molti importati in questa emergenza”. E producono addirittura gel idroalcolico.

Alle origini di questo movimento autonomo e slegato dalla politica c’è una cellula antifascista. Nel 2019 vengono bruciati alcuni luoghi d’incontro. In reazione, nasce la Libera Assemblea Centocelle. E, in seguito al sisma sociale provocato dal coronavirus, un gruppo di supporto reciproco unisce i cittadini. “Roma è sempre stata famosa per il fatto che, laddove non arrivano le istituzioni, arriva la gente”, dice Sara, insegnante e volontaria.

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