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Fedez sta provando a farsi voler bene?

Nonostante dica sempre che essere simpatico alla gente non gli interessa, nell’intervista a ‘Belve’ sembra mettere un’anima e una sincerità più pacificate. Anche quando parla dei momenti più difficili (leggi: il cancro) e la fine con Chiara Ferragni

Foto: Rai

La differenza sta nel contenitore. Chiara Ferragni ha raccontato la sua verità a Che tempo che fa, in un salotto accomodante, con atmosfera rilassata e serena, tempi e modi per dire la propria e poter sviare, soprattutto, le rogne: non il massimo, in un momento in cui tutti chiedono la tua testa; è giocare di rimessa, rimandare l’inevitabile, forse aspettare che si calmino le acque, comunque non aiuta e non trasmette coraggio. Fedez invece è passato per Belve (qui il resoconto della puntata di ieri sera), dove le domande – mettiamola così – per la natura del programma erano più dirette, e il rischio di farsi male era parecchio alto.

Per carità, la sua versione dei fatti ha un peso specifico diverso, non deve difendersi dalle accuse di truffa aggravata – anzi, ieri è uscito fuori che quando è stato lui a fare beneficenza tutto era in regola – ma al massimo preoccuparsi di non strafare e scaricare tutte le responsabilità sulla moglie, nonostante lui da tempo le dicesse di diffidare del manager storico, che poi sarebbe il responsabile del pasticciaccio. Ok, ci sta: non è una rivincita, ma quasi. Resta che come coppia si sono affermati e mossi, come coppia sono andati in crisi (a livello mediatico, pure), e ora c’è da ricostruire, per entrambi. Farsi un’immagine, credibile, da soli. E qui, ecco, per la prima volta da chissà quanti anni lui sembra un passo avanti: Ferragni non riesce a staccarsi da una narrazione più controllata di sé e che non porta a chissà quali risultati; lui ha delegato tutto a Fagnani, che l’ha messo in difficoltà, e non è poco. Certo, pure qui sono regole d’ingaggio, non sono comizi e non c’è nessun possibile suicidio televisivo di mezzo, anzi un passaggio a Belve, se gestito bene, è ormai un consolidato metodo di rilancio. Ma la scelta ha comunque un senso: metterci un po’ d’anima, di spontaneità, di sincerità, e lasciare l’iniziativa agli altri; tutto quello che finora era mancato.

Il fatto è che Fedez, semplicemente, è stato a lungo antipatico, a tantissimi. In generale, la gente ha fatto sempre fatica ad affezionarsi e soprattutto a rivedersi nei Ferragnez, al massimo ci si fermava all’ammirazione; si guardavano i loro post – case, vacanze, espressioni del viso perfette pure nelle foto in pigiama la domenica – con ammirazione, un po’ d’invidia pulita. Teniamo fuori, ovviamente, tutti gli altri che, per diecimila motivi, li hanno odiati. Ma anche tra loro, alla fine, vinceva Ferragni: lei era l’imprenditrice, quella sveglia della coppia, più posata e che, se vogliamo, può diventare un modello di empowerment femminile (anche se “Pensati libera” è stato più un meme che altro). Lui era quello che delle giornate a torso nudo sull’attico a CityLife, delle polemiche continue, della beneficenza corretta, sì, ma in Lamborghini, dei litigi con chiunque, della mamma, dell’avvocato e del «nullatenente», delle canzoni dell’estate che, dài, ma chi ti prende sul serio. Lui era – cito da The Ferragnez, la Pravda della coppia – quello che ha messo in difficoltà lei a Sanremo, cercandole di rubarle la scena, anche solo per indole. Non ha mai fatto niente per riequilibrare questo ruolo, anzi.

E anche i primi passi di questa vita da single non sono stati ’sta gran prova di empatia, dalle foto in addominali alla Ferrari comprata «per consolarsi», che fa tanto quella puntata dei Simpson in cui il padre di Milhouse, appena divorziato, cerca in tutti i modi di far capire a Homer, sposato, come la sua vita da single sia meravigliosa (spoiler: non lo è). Insomma, un archetipo, pure brutto. E anche da Belve, in realtà, c’è stata qualche dichiarazione che sembra arrivata da Marte, come quelle di Ferragni da Fazio, per esempio quando Fedez ha detto di averle chiesto di non pubblicare foto dei figli «per proteggerli», perché stanno passando un momento difficile e «su di loro c’è un’attenzione morbosa». Insomma, come se questo circo non l’avessero inventato loro da zero, alimentandolo fino allo stremo per poi adesso scaricare la responsabilità sul, boh, mondo intero, che sbaglierà pure, ma per tanti versi è stato educato così.

Eppure, nonostante questo l’intervista a Belve traccia comunque una nuova rotta, ha una voglia di tenerezza a cui corrisponde una voglia di pacificazione con il mondo che prima, va detto, non c’era. Fedez si emoziona e non sembrano le lacrime da laboratorio che si vedono a X Factor all’ennesima cover x del pezzo y, Fedez non tira gli stracci a Ferragni e ci risparmia un teatrino pessimo («Il caso Balocco e la mia malattia hanno influito, sono stati anni duri, non abbiamo retto, ma resta la donna più importante della mia vita», in sintesi), Fedez non fa la morale e non sembra voler stare al centro dell’attenzione a tutti i costi («Quando si affronta una malattia, puoi non uscirne migliore. Sono il solito pezzo di merda, solo che le esternazioni che prima facevo in pubblico, ora le tengo per me»). Fedez, soprattutto, si lascia giudicare, fa in modo che siano gli altri a parlare di lui e basta. Anche solo ammettere di fare degli errori senza stare lì a ribadire che tutti li fanno, che poi è un modo come un altro per dirsi più furbi degli altri, significa molto. Forse vuole seppellire l’ascia di guerra, smetterla di essere di rottura, per svincolarsi dall’immagine di «(ex) marito di Chiara Ferragni» in cui comunque è finito, e diventare, banalmente, simpatico, di tutti, di quel nazionalpopolare buono.

Detto questo, mancano due mesi all’estate, e presentarsi in spiaggia con una hit che non sembri volutamente costruita in laboratorio e non faccia venire l’orticaria anche solo al pensiero – le ultime, alla fine, erano tutte un modo per dimostrare quanto lui ci vedesse lungo, quanto sapesse scegliere i cantanti giusti – potrebbe essere un prossimo passo di questa ricostruzione. Certo, al momento è difficile immaginarsi un pezzo che non sia un meme e non si muova su queste coordinate, perché sono quasi dieci anni che si è appiattito lì. Ma fino a poco tempo fa era difficile anche solo pensare a un Fedez che non tenesse la sua immagine sotto controllo in maniera radicale, diciamocelo.

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