I look di Sanremo 2024: il meglio e il peggio della seconda serata

La versione dark di Lady Oscar. Aspettiamo che spingano di più nelle prossime sere.

Ieri sera bellissima, premio miglior switch dell’anno.

Il nero è il suo colore: lo abbiamo capito e lo apprezziamo. Ora pensiamo all’acconciatura: qualcosa di meno “casa e chiesa”?

Se la sfida è osare, allora bersaglio centratissimo. Sbam. Mozzafiato.

Ma questi capelli? Colpo di vento da Kuala Lumpur?

La nostra Madonna di Avellino. Sempre meglio.

Vanno sul semplice per non rischiare. Se le loro canzoni ti restano appiccicate in testa dopo un ascolto, lo stesso non vale per i look. Dimenticabili.

Restiamo nel folk. Ma, nella Città dei Fiori, tutte queste fantasie di certo non ci annoiano.

Anche per lui questa sera: “Grande festa alla corte di Francia”.

Par di capire che il reggicalze sarà il fil rouge del suo Festival. Wannabe Marlene Dietrich. E ci sta.

“Da-da-un-pa, da-da-un-pa“.

Se continuiamo così si rischia di essere ripetitivi con i commenti. Premio quota fedeltà Jon Bon Jovi.

O Neri per caso?

“Brilla brilla la scintilla, brilla in fondo al Mare… fuori”.

Inutile dirlo, Ghali sarà il più alla moda di tutto il Festivál. Guanti permettendo.

Chiamate un geometra e le strane strutture dei suoi outfit

L’idea di prendere (pur affettuosamente) per il culo la stessa persona che li ha voluti a Sanremo, ci sembra un atteggiamento molto punk. Daje tutta rega. Virali.

“È una questione di qualità/è una questione di qualità/ è una questione di qualità/ o una formalità una formalità” (cit.).

Il titolo della canzone sarà pure un inno alla dinamicità, ma il suo look è statico come pochi.

Mood “non mi voglio sbilanciare troppo”, pochi entusiasmi. Vabbè che ieri sera ha soltanto presentato, ma non c’è manco un post in rete, per dire.

La luna, i pianeti… ma quelle scarpe le ha comprate su Marte?

Diodato punta sui dettagli, colletto sempre da intellighenzia e pure taglio del pantalone.

Mancano 320 giorni al prossimo Natale. Alè.

Ok il black and white, ma sono un trio che sembra sempre essersi incontrato tre minuti prima di scendere dalla scalinata.

Stasera più coordinati, total squadra di football, pronti a fare touchdown.

Un Festival nel segno di un solo mito: Liam Gallagher. Peccato per le scarpe.

Continua il filone total white, ma almeno stasera le scarpe le abbiamo messe. Institutional chic.

Sporty e chic, pronto a diventare il Drake del Golfo.

Direttamente dalla Casa di carta, versione tutone nere.

Le gambe che non dimenticheremo mai, il diritto di essere libere, di essere sé stesse. Unique.