Marta Filippi, ovvero come trasformare il disturbo di personalità in un business. Se state già alzando un sopracciglio perplessi – e googolando il suo nome online – andate a vedervi su Instagram @lacasadimarta: non ne uscirete più. Il suo infatti non è un comune profilo: ospita almeno tre/quattro personalità differenti, tra principesse incazzose, donne di Roma Nord che fanno il verso a Daniela Santanchè (poi ci arriviamo), damigelle di Via col vento e arzille vecchie che ti insultano allegramente. Scrollando, a un certo punto capisci anche che Filippi fa pure la doppiatrice (una voce su tutte, quella di Sabrina nelle Terrificanti avventure di Sabrina), ma a quel punto hai riso già così tanto che ti convinci che sia solo un hobby per arrotondare.
Devono averlo pensato anche gli autori di LOL – Chi ride è fuori, visto che hanno deciso di arruolare Marta come concorrente della terza edizione dello show di Prime Video. E qui lei, di nuovo, si è trasformata diventando una sorta di figlia illegittima di Max Angioni. Esattamente come lui rappresenta infatti la quota giovane, è stata parecchio bistrattata ma, a show ultimato, potrebbe essere quella che farà più strada di tutti. Proprio come è successo ad Angioni, che ormai è il Rocco Siffredi della comicità (conduce addirittura Le Iene). In attesa di rubare il lavoro a Max, Marta Filippi ha deciso di chiacchierare con noi, per commentare – ma mica seriamente… – le prime quattro puntate di LOL 3, disponibili dal 9 marzo su Prime Video. Le restanti due arriveranno sulla piattaforma il 16 marzo.
Partiamo subito da uno spoiler.
Ahia.
Poche storie, qui dobbiamo sapere: alla fine di LOL 3, ci verrà svelato il senso della presenza di Cristiano Caccamo nel programma?
Ma dai! Poverino!
Perché, scusami, tu l’hai capito?
Sì, e già da un po’. Ho iniziato a seguire Caccamo online nel 2020, durante la pandemia. Prima lo conoscevo solo come attore, per i suoi…
Addominali, cara: addominali. Dillo pure.
In realtà stavo per dire film! (ride) Però, certo, Caccamo è indubbiamente un bel pezzo di figliolo. Ma ha anche altri doti. Seguendolo online ho per l’appunto scoperto che dietro a questo bel ragazzo c’erano delle storie molto simpatiche. Finalmente si sfata il mito che chi è bello non riesce anche a fare ridere. Tra l’altro, non so perché, ma mi aspettavo di trovare a LOL sia lui che Herbert Ballerina e Nino Frassica.
Sbaglio o a LOL Luca e Paolo ti hanno presa di mira?
Già, mi hanno entrambi un po’ braccata e quei due: quando ce se’ ’mpegnano, sono dei bastardi…
Ho capito: anni di lotta femminista buttati alle ortiche.
Vabbè, ma chi va a LOL sa che deve accettare il proprio destino e lasciarsi prendere in giro. Non è certo il regno del politicamente corretto, e va bene così. Comunque voglio rassicurarti: spente le telecamere, Luca e Paolo sono due persone squisite, gentilissime, con le quali ho molto piacere a parlare.
Come mai avevano scelto proprio te come bersaglio?
Non lo so, non ci conoscevamo prima del programma. Mi piace pensare che magari mi hanno puntata perché avevano notato la mia discreta sicurezza. O forse è stata solo una piccola vendetta: la prima ammonizione a Paolo è stata per colpa mia.
Se poi tu diventerai, come ti auguriamo, molto più famosa di loro due, cosa farai? Li inviterai a cena, darai loro una percentuale sui diritti oppure ti vendicherai a tua volta?
In realtà mi piacerebbe moltissimo lavorare con loro.
Ok, quindi ti vendichi.
Esatto! (ride) Anzi, il piano è questo: scriviamo un programma insieme, loro accettano perché l’idea è fighissima, faremo uno show pazzesco e poi, a un certo punto, saboterò tutto dall’interno.
A LOL tu hai portato Roma Nord, la Roma pariolina. Qual è il limite superato il quale giocare con gli stereotipi regionali diventa una macchietta?
I personaggi non scadono nella macchietta nel momento in cui lo spettatore coglie la provocazione politica sottesa. La mia signora di Roma Nord è infatti un personaggio sociale ma anche politico. Incarna infatti la donna di destra, con un background altoborghese, che si accanisce contro la figlia che, come si dice qui da noi, è una zecca. La ragazza ha infatti delle abitudini di estrema sinistra. Per esempio, avevo fatto un reel dove la signora di Roma Nord diceva alla figlia: “Veramente tu hai intenzione di venire in Sardegna in traghetto?!? Poi al ritorno te lo fai con la Sea Watch?”. Ci avevo pensato un po’ prima di pubblicarlo, poi l’ho fatto perché era un modo, pur leggero, per fare riflettere. Banalmente, chi non sapeva cosa fosse la Sea Watch se lo sarà cercato online.
Ma sbaglio o la tua signora di Roma Nord somiglia fisicamente alla Santanchè?
Be’, un po’ di Danielona Santanchè c’è. Tra l’altro io non sono di Roma Nord: abito a Sud, sono di Garbatella. Che oggi è brutto da dirsi perché la signora Meloni rivendica questa sua provenienza popolare, quando a Garbatella ci avrà abitato solo per quattro anni.
Quindi non siete vicine di casa?
Ma de che? Che poi a Roma quando si dice “sei di Garbatella” si fa riferimento a un territorio molto di sinistra. Quindi proprio non ci siamo…
E come hai conosciuto Roma Nord?
La frequento per lavoro perché gli stabilimenti di doppiaggio sono quasi tutti lì. E poi, per un certo periodo di tempo, ho lavorato come commessa in un negozio del centro, che mi ha portata a relazionarmi con questa categoria meravigliosa.
A questo punto voglio un commento anche sulla nuova gestione del sindaco Gualtieri.
Forse è prematuro dare giudizi. Così, a occhio, non mi pare che Roma sia migliorata, però è da un po’ di tempo che non mi guardo più intorno dicendo: “Mamma mia, andiamo sempre peggio”. Che sia un buon segno?
Meglio Roma o Milano?
Comanda la Capitale. Sempre. Come direbbe la mia signora: “Il mio quartiere di Roma preferito è Milano!”, giusto per dare una chiara idea della sudditanza della città lombarda.
Torniamo a te. A LOL sei entrata con in mano una casa: “Dentro ci sono tutte le mie personalità”, hai detto. Ma andare in analisi come tutti i comuni mortali, no?
Hai ragione! (ride) Instagram è stata una grande valvola di sfogo: sento di poter affidare ai miei personaggi tutto quello che Marta non ha il coraggio di dire.
A oggi in quante siete?
C’è Marta che è il direttore d’orchestra. Poi c’è la signora di Roma Nord che racchiude i miei desideri borghesi: quel “vorrei ma non posso”, anzi, “vorrei ma è meglio di no”. Poi c’è la principessa che dice tutto quello che pensiamo ma che abbiamo paura di dire. E poi c’è Sora Cesira, che incarna la mia romanità ma anche la vecchia che alberga dentro di me. Io, credimi, sono un po’ anziana dentro. Per dire, ballo lo swing, mi piace quel tipo di musica…
Non aggiungere altro: ti crediamo.
Il mio motto è: l’importante è mantenersi giovani fuori e vecchi dentro perché mi piacciono i valori della tradizione. O anche: finché c’è la salute, c’è tutto.
Tra tutte, la mia preferita è la principessa, perché smonta quel “va tutto bene, siamo tutti bellissimi e felicissimi” che dilaga sui social: online si vedono e leggono solo vite perfette. Credi che l’idillio fake dovrebbe essere annoverato tra le piaghe dell’umanità?
Sì, assolutamente: ci stiamo abituando solo a ciò che è bello e l’algoritmo ci dà corda. Di questo passo, il rischio è che la realtà – quella vera – finisca per farci schifo, al punto da rifugiarci in un mondo fittizio.
Si parla tanto di patriarcato del cabaret: quanto c’è di vero?
Ti rispondo facendoti notare che a LOL eravamo tre donne su dieci concorrenti. Tra l’altro quando Prime Video chiede ai telespettatori i nomi dei comici che vorrebbero vedere a LOL, la wishlist è sempre al maschile… e pure quella che stilo io! Il fatto è che i volti femminili esistono ma forse sono intrappolati in un substrato di nicchia, e magari a loro va bene così, perché “meglio di nicchia che pop”. Poi però il desiderio di fare quella scalata c’è, perché si desidera dare voce ai propri pensieri e farsi ascoltare da un pubblico più ampio possibile.
Per questo hai fatto LOL? Per passare dalla nicchia al pop?
LOL era un esperimento che era giusto fare in questo momento della mia vita. Non ho ancora chiara la direzione da dare alla mia comicità. Se c’è però una cosa che il programma mi ha insegnato è che chi fa comicità non deve mai avere paura di osare. Con il senno del poi, a LOL avrei dovuto tirare un po’ più fuori gli artigli. Lo show è stata una palestra stupenda ma anche molto faticosa, perché era difficile conquistare l’attenzione degli altri. Avevi la sensazione che non volessero ascoltarti e quando finalmente riuscivi ad attirare il loro interesse, dopo poco loro comunque prendevano e se ne andavano… per non ridere, ovviamente.
A un certo punto, a LOL ti sei misurata con il rap. Possiamo dire che a Sanremo non ti vedremo mai?
Guarda, se qualcuno dovesse venire a chiedermi: “Marta, vogliamo approfittare di questo momento di visibilità per fare una canzone?”, risponderei: “Te prego, no!”.
In tutto questo, tu avresti anche una laurea in Archeologia. Le hai ormai dato fuoco oppure resta un piano B?
Me la sbatto in fronte ogni sera, prima di andare a dormire! (ride) La laurea è stata un atto dovuto in due direzioni: verso i miei, che non erano laureati e ci tenevano a darmi questa possibilità, e verso i miei amici. Avendo frequentato il liceo classico tutti i miei compagni si erano iscritti all’università e io avevo paura di rimanere fuori dal giro, se non avessi fatto altrettanto. Così ho assecondando i miei interessi classici e ho scelto Archeologia. Alla sera invece studiavo recitazione in Accademia. Poi quando, terminati gli studi, si è trattato di scegliere tra passione e interesse, non ho avuto dubbi: ero giovane, ho pensato “se non ora, quando?”, e ho scommesso sulla recitazione.
Prossimi progetti?
Dal 13 marzo sono nel cast della sit com Ritoccati, su Sky. E poi c’è sempre @lacasadimarta.