Cronaca di una vittoria annunciata o risultato inatteso? Le finali sono così, tutto può succedere. L’esito non è mai scontato e non è finita finché non è finita. La lotta tra gli aspiranti quattordicesimi MasterChef italiani parte incerta, con capovolgimenti di fronte provocati dall’ingresso sul campo di gioco di un arbitro inflessibile come Mauro Colagreco. Gli ingredienti e le tecniche dello chef argentino sono lì per saggiare chi ha davvero la stoffa per cucirsi addosso la sospirata casacca bianca. In tre si avviano all’ultimo scontro al grido di guerra di Locatelli: Let’s get this party started. Chissà se il giudice dall’anima rock pensava a Pink o a Tom Morello. Ma, per dirla con il papà di Anna: uguale, no?
*Attenzione: contiene spoiler.
Foto: Sky Italia
Anna voto: 10-
Arriva all’ultima masterclass bella sorridente, forte delle prove vinte la scorsa puntata, carica, determinata e… in ritardo. Ci fa tremare quando, a 5 minuti dalla fine della Mistery, ancora spadella il piccione che ancora deve finire nel cedro che ancora deve andare in forno, per poi risultare fatalmente crudo. Confident con il kohlrabi, il cavolo rapa portato da Colagreco, riesce a rifare tre volte l’impiattamento senza trovare il tempo di posare un coperchio sulla ciotola. Ma il leche de tigre convince abbastanza cuoco ospite e giudici, sebbene non spettini l’impomatato Cannavacciuolo, e le fa prendere per un pelo l’ultimo treno in direzione finale. Poi, immaginiamo, la notte deve aver portato consiglio, e quando varca le porte dell’ultima sfida sfodera un piglio diverso. Appena suona, per prima, la campanella dell’antipasto – e che antipasto! – capiamo che ha ingranato la marcia giusta. I ravioli dalla chiusura perfetta, il maialino sgrassato e glassato, persino la farcia di mozzarella e cocco dei babà: a ogni piatto presentato, l’abbiamo incitata al grido di “Jiayou Yi Lan”, forza Anna! Ha funzionato.
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Mauro Colagreco voto: 9
Il cuoco argentino patron del Mirazur di Mentone (e di altre 26 insegne nel mondo) irrompe nella semifinale portando in dote un universo, anzi 4 universi, di ingredienti che promettono di creare scompiglio tra i semifinalisti. Filosofeggia di biodinamica e cicli lunari, orti e giardini, ma poi presenta piatti dalle difficoltà assai concrete, ispirati a frutti, fiori, foglie e radici. Lo chef globale del nuovo secolo (cit. Locatelli) – che, per la cronaca, spiuma, spunta, svuota ed estrae la carcassa del volatile in 15 minuti netti, ma poi qualcuno lo batterà – gira fra le postazioni, è prodigo di complimenti, dritte, incoraggiamenti e agli assaggi ha una parola buona per ognuno dei concorrenti. E però, quando si ritira in camera di consiglio con i giudici, ha le idee molto chiare. Noi con lui.
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I giudici voto: 8
Semifinale e finale, si sa, sono un po’ il festival dei buoni sentimenti, e i giudici non sfuggono alla regola. Sorridono, sostengono, aiutano, esortano, non sgridano, non fanno ramanzine e neanche bisticciano tra loro quando non concordano su un giudizio. Barbieri fa poche facce brutte e persino le leggendarie pacche di Cannavacciuolo, destinatario Jack, sono poco più che buffetti bonari da vecchio zio. Portano a casa la quattordicesima edizione di MasterChef e, a un nanosecondo dalla fine (e dalla frase di chiusura di Anna vincitrice: «La diversità è bellissima»), annunciano che per la quindicesima sono già in cerca dei nuovi aspiranti migliori cuochi amatoriali d’Italia. Non si vede l’ora di ricominciare.
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Le famiglie e gli ex concorrenti voto: 7,5
All’atmosfera di festa contribuisce l’entusiasmo di parterre e balconata. Ogni concorrente ha la famiglia che lo rispecchia: piemontese e cortese quella di Simone, con la bimba Sabrina che lo credeva via per lavoro al centro commerciale; super sorridente quella di Anna, con il loro fitto parlottare in cinese; fuori dagli schemi quella di Jack, menzione d’onore a nonna Cettina. Per quanto riguarda gli ex, si spartiscono equamente per chi tifare, mettendo da parte vecchi dissidi e scordandosi le antipatie. I giovanissimi studenti dell’alberghiero, che avevano affiancato i finalisti giusto un paio di masterclass fa, seguono attentamente la lezione e i loro beniamini finché al momento della vittoria, insieme alla magnum da sbocciare, arriva la proposta di matrimonio del tenerone Giuseppe-16-anni alla “sua” Anna: beata innocenza!
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Jack voto: 7
Abbasso il piccione, viva la lattuga asparago. Ancora una volta il “consapevole” Jack si trova più a suo agio con gli ingredienti che stuzzicano la sua vena creativa e riscatta così il momento di evidente difficoltà nel maneggiare l’insidioso pennuto. Dopo la sua Remuntada la casacca della finalissima appare strameritata e al banco di prova finale si presenta con le carte in regola per battere Anna: perché lo sapevamo tutti, no, che sarebbe stato un duello, non un triello, vero? A lui, dunque, l’onore delle armi.
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Simone voto: 6
È stato il concorrente che ha perso tutte le esterne, per poi superare tutti i Pressure. Ha battuto al foto finish nientepopodimeno che chef Colagreco impiegando 13 minuti per disossare il piccione. È stato il primo a indossare la giacca da finalista. Ma il “percorso indimenticabile” del suo menu, visto dal divano di casa, è apparso banalotto e, visto dal tavolo dei giudici, con molte imprecisioni tra cotture e impiattamenti, eccezion fatta per il raviolo con tuorlo liquido che ha messo tutti d’accordo. Il bambino che gioca a pallone non ha segnato. Ma gli va riconosciuto di non essersi arrabbiato.
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Mary voto: 5
Con il piccione ci aveva creduto, il gioco esco-non-esco con i petali del cosmos pareva di buon auspicio. Invece. Ma non ce la sentiamo proprio di infierire sull’esclusa a un soffio dalla finale. Anche perché la sua ultima puntata è stata forse l’unica in cui non ha lanciato frecciatine agli altri suoi compagni né peccato (troppo) di arroganza. Si è incaponita sulla lavanda, è vero, cadendo nel vecchio vizio di presunzione. Però ha avuto parole di apprezzamento per Simone (addirittura!), ha ritrovato la sintonia con l’amica Caravella e con Jack… che je voi dì a Jack? Forse ha imparato la lezione. E alla fine vien da dire che dispiace: dopo aver visto il suo cedro ripieno di piccione ripieno di salsiccia, pistacchi, tarassaco, interiora, Parmigiano, uva (e forse qualcos’altro ancora) l’impressione è che, due tre puntate ancora, ce l’avrebbe fatta a convincerci. Invece.
Foto: Sky Italia