I sogni son desideri, e arrivati agli ultimi dieci aspiranti MasterChef rimasti in gara, la macchina erotica si è messa in moto. Non solo perché si resta dentro solo se si hanno idee chiare e un’esecuzione che tiene il passo, ma anche perché le sfide sembrano pensate per attivare tutte le sfaccettature dell’amore: una gita a Villa Crespi, casa del giudice Cannavacciuolo, per una sfida in esterna (se non si fosse capito, è lui il protagonista di questa edizione); l’eterna combinazione cioccolato-peperoncino per le sfide della masterclass; e qualche inspiegabile scivolone verbale, tanto perfetto da sembrare quasi estrapolato da un copione di sorta.
Tra giochi sensoriali e l’ultima Golden Pin da assegnare, qualcuno si distingue (anche inaspettatamente), altri remano più confusi. Alla fine usciranno i due che se lo meritano: quelli che hanno ancora troppa disciplina per poter dimostrare di avere l’x factor – anche a MasterChef, è di questo che si parla. Un ottimo finale di sedicesimo episodio tira su il morale, e fa salire l’acquolina in bocca per questo intrattenimento che un po’, almeno a questa altezza dell’edizione, c’è mancato.
*Attenzione: contiene spoiler.
Antonino Cannavacciuolo voto: 10
Cannavacciuolo standing ovation. La storia della sua Villa Crespi, e del viaggio condiviso con la moglie Cinzia Primatesta, vanno a segno nei cuori dei concorrenti, e mettono su lo show degli show: quello di chi ce l’ha fatta nonostante le difficoltà. Un momento in cui i concorrenti sanno rispecchiarsi, e infatti le reazioni al poter usare la cucina del tristellato sono viscerali. Speriamo non abbiano girato al lunedì, o in un altro qualsiasi dei giorni di chiusura. Nel gioco delle parti, lo chef insignito di macaron viene “declassato” a commis, e le sue “prese in giro” dei ragazzi ai fornelli sono esilaranti.
Bruno Barbieri, Giorgio Locatelli voto: 9,5
Anche Barbieri e Locatelli si comportano bene. Ai lati di Cannavacciuolo si invertono di posto e fanno capire che una nuova era – forse quella dell’Aquario – è alle porte. It’s a crazy night, dichiarano, e tra test di cultura “cannavacciuolesca” somministrati agli aspiranti MasterChef, immagini metaforiche (i sogni nel cassetto e il modo di scatenarli diventano un martello volto a distruggere una Mystery Box, l’ultima) e frasi orfiche – “Il tatto comanda”, “Non li voglio vedere in piedi, li voglio vedere saltare” – ormai mi sono abituata a loro come a una famiglia. Evitiamo di ferire questo cruore ingenuo, mi raccomando.
Katia voto: 8,5
Bravo capitano nell’esterna a Villa Crespi, brava a portare il Caribe a Napoli nella prova successiva. Che abbia trovate una ricetta con non funziona male, e mi riferisco a quella per domare se stessa? Chi lo sa. Quello che è certo è che, per l’ennesima volta, puoi togliere la ragazza da Napoli ma non Napoli dalla ragazza. San Gennaro, dice, ha sciolto il sangue, lei invece la crema. È in grazia divina e nemmeno un mezzo errore all’interno di questa masterclass la può scalfire.
Jack voto: 8
Re degli impiattamenti e a volte del palato. Al netto di un scaramuccina con Cannavacciuolo durante una sessione di cucina, il ragazzo tiene la testa alta e il petto aperto per un motivo. Se mi piace davvero? A parte che non lo so, ma poi dài, non è questo il punto delle pagelle. Solo che, se dovesse vincere, nell’intervista finale non saprei cosa chiedergli. Cioè, non è bello pigliarti 8 solo perché gli altri finiscono sotto l’asticella…
Anna voto: 7,5
Ormai si sarà capito che, a differenza di Anna, io sono una persona grezza, quindi avere qualcuno per cui tifare mi garba. E dentro di me avevo iniziato ad abbozzare una timida preferenza per questa ragazza, solo che a un certo punto mi è scesa e sono condannata a giudicare davvero più la media della produzione ai fornelli che non altro (ne parlavamo le volte scorse). Ma da quand’è che dovrebbe vincere chi è tecnicamente migliore? Vince chi lo buca, quello schermo, altrimenti perché scegliere di andare in televisione? Poi non mi venite a dire che i mesi a MasterChef sono stati i migliori della vostra vita. Tutte fandonie.
Mary, Claudio voto: 6,5
Finalmente un voto che posso dare più per simpatia che bravura. Mary ha una evil side involontariamente pasticciona dal punto di vista verbale, e viene sempre più fuori. Solo che, nel suo caso, ciò che appunto dovrebbe essere respingente risulta irresistibile. “Giudici, io palpo bene”, e poi riesce a indovinare solo le cose che non le piacciono al test sensoriale. Nella prova piccante-cioccolato fa chiaramente capire di aver voglia di chiavare (sei una grande). Riemerge un commentino acido su Katia dopo che con Anna erano state etichettate come “le tre caravelle”. Chiude dicendo che tutto quello che le serve ora è solo un po’ di grinta in più. Ma non credo, per la miseria! Ma non ricominciamo!
Con lei metto Claudio, per celebrare la sua prima vittoria in una prova in esterna rompendo il paradosso del gatto con una fetta di pane imburrato sulla schiena che cade dal quinto piano. Ovvero: si sono trovati nella stessa squadra quello che perdeva sempre, Clodoaldo, e quello che vinceva sempre, Gianni, e infatti ha vinto Gianni insieme a un nervosissimo Claudio. Quando però c’è da dimostrare che si vuole ancora rimanere nella masterclass, questo maschio omega a cazzimma zero riesce a farlo, rigorosamente dopo essersi denigrato e autosabotato. Partire dai colori per fare un piatto è comunque sintomo di genio, oppure di sregolatezza.
Gianni voto: 6
Si avvicina il momento di Gianni, cioè quello che ci vedrà muovere la manina del saluto nella sua direzione. Non è una profezia, la vedo più come una realtà. Un piede sulla terra e uno tra le nuvole, io, questo ragazzo, lo vorrei come vicino di casa, oppure delivery boy, di quelli che si fermano a parlare ma sempre in galanteria. Oppure mi rimangio tutto, ed è solo stata l’esperienza del primo pressure. Citazione sul rafano che mi è piaciuta: “Ma è un mix di medicinali andato a male?”.
Simone voto: 5,5
Puntate in cui non brilla. Come si fa a non sapere bene che dire di un concorrente quando rimangono in 10? E mica solo con Simone, avrete notato che di Franco, finora, nemmeno l’ombra. Come vedete ci sono tante cose che non capisco, e nel novero metto anche i mood swing di Simone, che o è il migliore, o mi verrebbe da buttare i suoi piatti dalla finestra; che o si spacca facendo il gregario, o spara a zero sui colleghi. Anche i feud incendiati nelle scorse puntate, però, per ora rimangono cheti. Uffa.
Alessia voto: 5
Una delle parabole ascendenti migliori, finora. Mannaggia a te, Alessia, che hai rovinato il gioco a chi ti avrebbe voluta rompina tutto il tempo. Meglio andare a studiare, ché le lacune ci sono, ma in fondo anche la buona volontà. Esci a testa alta e al momento giusto, ma il voto te lo devo dare basso per quello che hai messo nel piatto. Mi mancheranno le tue sparate: “Ho 21 anni, mi sembra normale che non sappia trattare il king crab”. “Sarei più spensierata se fossi più stupida”. Mentre invece, mettere il rafano in forna è una mossa intelligente.
Samuele voto: 4,5
Samuele si era perso da un po’. Il ragazzo studioso che aveva ricevuto tanti complimenti iniziali ha tirato fuori le insicurezze, e ci è finito sotto. È quello che fa MasterChef (oddio, mica solo MasterChef), e infatti non sopravvive a un ultimo pressure di sangue. Devo dire che non mi dispiace: Samuele potrà concentrarsi sullo studiare davvero cucina prima degli altri. Sempre che non sia ancora convinto, per qualche ragione, che vincere un talent sia più importante.