MasterChef 14, le pagelle dell’ottava masterclass: sulle montagne russe | Rolling Stone Italia
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MasterChef 14, le pagelle dell’ottava masterclass: sulle montagne russe

Due chef immensi, degli ego immensi (quelli dei concorrenti), un saluto dovuto e un altro sofferto. Arriva la top 5, bellezza. Il dado ormai è tratto

MasterChef 14

Foto: Sky Italia

È il festival delle emozioni (gioco con Sanremo non voluto, o forse sì). L’ottava Masterclass gira su un ottovolante, tutta un saliscendi di gioie e dolori, repentini cambi di sorte, viaggi dalle stelle alle stalle, qualche sorriso e molte, moltissime lacrime. La puntata destinata a selezionare la top five dell’edizione numero 14 di MasterChef si apre con l’album dei ricordi, tra un’Anna femme fatale e Simone e Mary autodefinitisi “tamarri”. L’arrivo tra le postazioni di un’inedita brigata di giovanissimi futuri cuochi, ragazzi e ragazze degli istituti alberghieri, fa riflettere: alcuni sembrano padroneggiare coltelli, mattarelli e idee meglio dei titolari con cui si alternano ai fornelli.

I tre migliori di questa fase saranno, nel bene e nel meno bene, i protagonisti del resto della puntata. Insieme ai loro compagni si misureranno con l’avanguardia nordica di Rasmus Munk e il rigore francese di Hélène Darroze. Ma soprattutto, ognuno di loro, con le proprie debolezze e con i presunti punti di forza. Dimenticate le dinamiche degli inizi, quando sembravano tutti felici e affiatati come bravi bambini. Ora che il gioco si fa duro si affilano le lame, si lanciano frecciate e frecciatine, si affinano le strategie e, soprattutto, si vede la finale. Ne rimarrà solo uno, o una.

*Attenzione: contiene spoiler.

MasterChef Italia 14

Foto: Sky Italia

I ragazzi dell’alberghiero voto: 10

Se in una scorsa esterna la produzione aveva piazzato Cannavacciuolo a fare il commis, in questa ottava Masterclass ha scelto di affiancare agli aspiranti MasterChef 7 cuochi in erba che hanno portato quella ventata di freschezza che a tratti, in questa edizione, ci è mancata. Gabriele che vuole girare il mondo, Mario Antonio che a Donna Katia ricorda il suo Carlo Maria, Jonathan che fa kick boxing, Giuseppe il tenerone con la “scodella” di capelli in testa. Ma soprattutto Leonardo, 14 anni, che pubblica videoricette, ha 3.374 follower (al momento in cui scriviamo) e, quando con Jack vince Mistery Box e Golden pin special edition (solo per lui, s’intende!), si scioglie in lacrime per la gioia. Ma lo fa comunque con maggior dignità di Franco l’emotivo.

MasterChef Italia 14

Foto: Sky Italia

Rasmus Munk voto: 9

Visione, avanguardia, cucina olistica, occhi, urli, teste e cervelli: il danese Rasmus Munk è l’alieno sceso da Copenaghen, patron dell’Alchemist (due stelle Michelin e ottavo tra i 50 Best) che si prepara a cucinare a bordo di una navicella spaziale. Irrompe nell’ottava masterclass con i suoi piatti strabilianti e ingredienti «mai usati prima». Almeno dalla maggior parte degli aspiranti chef, tanto che quasi la metà di loro non sa bene che farsene. Lui gira sornione tra le postazioni incoraggiando, suggerendo, elogiando e dispensando consigli costruttivi. Ha una parola buona per tutti (forse troppo?) e, con garbo e gentilezza, evita di scoppiare a ridere davanti allo street english di Simone e non si lascia abbindolare dallo storytelling strappalacrime di Franco. Alla fine impartisce a tutti una lezione importante: «Hanno tentato di usare tanti ingredienti e provare tante cose, ma a volte cucinare un buon pesce con una bella salsa allo zafferano è meglio. La semplicità è la chiave del successo».

MasterChef Italia 14

Foto: Sky Italia

I giudici, Hélène Darroze voto: 8

Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli proseguono nella mission pedagogica che sembra caratterizzarli in questa edizione del programma, orgogliosi nel loro ruolo di insegnanti buoni, solo un poco più intransigenti durante lo Skill Test che vede ospite la pluristellata cuisinère francese Hélène Darroze: tre macaron al The Connaught di Londra, due al Marsan di Parigi, uno a Villa La Coste in Provenza. La chef, che ha ispirato la Colette del film Ratatouille, parte dolcissima: «Noi donne cuciniamo con il cuore e le emozioni». Ma subito si rivela meno benevola di quel che suggerirebbe il suo sorriso materno e, via Mary, rifila a due concorrenti un ingrediente in più solo perché lei lo detesta: il sedano. Agli assaggi non fa sconti a nessuno, sottolinea errori e mancanze, ma alla fine rabbonisce Barbieri e lo convince a premiare il lavoro di Simone con pastinaca e tandoori. Severa, ma giusta.

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Foto: Sky Italia

Franco, Simone voto: 7

Sicuramente un buon voto Franco lo prende in lingue straniere, dato che parla correntemente spagnolo, inglese e francese (contemporaneamente, rivolgendosi a cheffe Darroze), probabilmente anche svedese. Da buon uomo marketing, mette in atto la sua strategia emozionale raccontando l’adolescenza da “sfigato” (parole sue) e la storia triste del suo periodo svedese al freddo e al gelo. Piange un sacco, troppo per quel ragazzone che è. Ma zitto zitto, quatto quatto, cucina anche. E se nella Mistery e nell’Invention non conquista la ribalta dei migliori, al primo step dello Skill Test si fa i complimenti da solo e si prende la balconata. Concreto. E per un Franco che sorride sempre a 36 denti, c’è un Simone che mugugna e borbotta, non gioisce quando va bene (con il piatto dall’improbabile titolo: Old chicken “make” a good “broth”, virgolette comprese), si augura che Anna esca, recrimina con i giudici quando non riconoscono la bontà del suo coniglio. E raggiunge la balconata godendo del gelo che lo accoglie. Contento lui…

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Foto: Sky Italia

Anna, Jack voto: 6

Su e giù sulle montagne russe. Anna si distingue in tandem con il suo studente-commis dell’alberghiero (cuoricini – cit. – al nome piatto: I ravioli di Anna e Giuseppe). Va in totale confusione con lo zafferano di Rasmus Munk e rischia seriamente l’eliminazione. Comincia la risalita con il coniglio, inciampa, si rialza, cuoce l’astice del tandoori comme il faut e alla fine sale le scale per ricongiungersi con la sua (ex?) amica Mary. Ci dispiace per quelli che, fuori, stanno facendo la fila per invitarla a cena: dovranno aspettare ancora un po’. Alti e bassi anche per il giovane Jack, che se la gioca proprio con Anna nella Mistery, vincendola, e porta a casa un grande complimento da chef Munk che, del suo piatto a base di gamberetti nordici, dice «Potremmo servirlo a Copenaghen». Ma poi si perde tra un coniglio e un maialino e, al cospetto di Hélène Darroze, lotta con le unghie e con i denti nel duello finale con Katia. Finché non fa un pensiero, una salsa di panna e cardamomo e… torna Jacopo.

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Foto: Sky Italia

Mary voto: 5-

Puntata dopo puntata, sta diventando sempre più cattiva, tignosa, acidella. Mentre i suoi compagni si dispiacciono per la dipartita del buon Claudio, non riesce a essere semplicemente felice del successo nell’Invention Test ma deve chiosare: «Qualcuno dovrà cadere, e non sarò io». Subito dopo dichiara che «le Caravelle prima o poi si dovranno dividere» e infatti, appena ne ha occasione, regala uno svantaggio alla sua “amica” Katia. Poi, durante il primo step dello Skill Test ne ha per tutti. Colte così, in ordine sparso: «Se Simone va a casa per un sedano, festeggio tutta sera. Io sono forte, butto fuori tutti. Ci sono io all’apice. Sono in cima e ci rimango». In cima (per ora, in balconata) ci sale. Ma a noi non viene da applaudirla. PS: sì, ha anche cucinato.

Claudio voto: 4+

Parte rappando (meh): forse è meglio che cucini, suggerisce Cannavacciuolo. Ma Clodoaldo il disfattista (Barbieri dixit) non è in giornata. A un certo punto della Mistery non sa cosa farsene delle patate e si inventa una salsa che forse è un purè (o forse una crema?). Stesse perplessità con lo zafferano portato da chef Munk, non si sente all’avanguardia, non sa bene come cucinare il cervello: in forno? in padella? Si pensa folle, e per un attimo abbiamo persino l’impressione che magari, forse, chissà: ci stupirà tutti con una genialata. Invece. Alla fine è il suo, di cervello, ad andare in pappa. Lo salutiamo dandogli comunque un’insufficienza non gravissima, e con un più, per l’onestà: “Io non sono il più forte di tutti, sono qui perché voglio cucinare bene».

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Foto: Sky Italia

Katia voto: 4

E dire che prometteva così bene. Ma nell’ottava Masterclass sembra regredire a una dimensione di cucina miserella, quasi casalinga, che a questo punto della competizione è un po’ pochino. Se poi ci metti il carico dei bastoni tra le ruote messi da Mary, il finale è annunciato. Nella Mistery impiatta un tacchino chic banalotto. Nell’Invention Test dedicato all’avanguardia chiama Masaniello un collo di pollo ripieno (per la cronaca, ricetta popolare toscana) dalla pelle molliccia. Nello Skill Test stracuoce le scottadito d’agnello con una caponata-ratatouille buona ma non abbastanza da risollevare la carne stopposa. Forse il piatto più invitante che ha messo insieme in puntata, la zuppetta di pomodoro e vongole del duello finale, non è stato comunque sufficiente a battere il guizzo di Jack: “Io sono tradizione, lui è innovazione”. E con i luoghi comuni, la chiudiamo qui.

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