Moria è un campo profughi sull’isola di Lesbo, in Grecia, vicinissimo alla Turchia. È stato creato nel 2015 come hot-spot europeo per la registrazione dei migranti: l’obiettivo iniziale era ospitare 2200 persone, ma oggi ce ne abitano più di 20mila, spesso in condizioni igienico-sanitarie simili a quelle di una baraccopoli. Con l’arrivo della pandemia – e di un terribile incendio nel 2020 – la situazione è ancora peggiorata, e il governo ultraconservatore di Mitsotakis l’ha designato come una “bomba sanitaria”. Il nuovo reportage di ARTE, a cura di Laurence Monroe, racconta cosa sta accadendo nel campo, dove i migranti vivono in un clima di insicurezza costante, assenza di diritti e paura per il virus.