Quando chi ti passa il testimone è colui che l’intrattenimento alternativo se l’è inventato, l’unico vero mattatore del nostro show-biz (Fiorello, who else?), devi restare umile. Ed è quello che fa Alessandro Cattelan con il DopoFestival, cercando di modellare un format a propria immagine e somiglianza senza strafare. Nessun after party scatenato alla Viva Radio 2, ma una “cassa di decompressione, commento, cazzeggio” del rito sanremese, come aveva già anticipato il padrone di casa. Niente di più e niente di meno. Non è certo la rivoluzione, ma manco ce l’aspettavamo nel Festival della Restaurazione (cit. Lucarelli): il “divano” di Cattelan (10 per la battuta sul Papa in prestito da Fazio) sta al Sanremo molto fast e poco furious di Conti come il racconto pazzo di Fiorello stava al Festival larger than life di Amadeus. Il post-serata 2025 però quello che deve fare lo fa, e pure bene (soprattutto nei momenti più “scritti”): permetterci di ventilare (e farci fare una risata) dopo la corsa matta e disperatissima di Conti contro il tempo, se stesso, il mondo che va troppo veloce, chissà, solo lui può saperlo.
Di quella meravigliosa, delirante contro-narrazione festivaliera fiorelliana questo DopoFestival resta figlio, lo dimostra il tono settato la prima sera dai ballerini di Gaia che staccano il braccio alla statua di Carlo Conti (che poi viene prontamente ingessata) e la traversata dall’Ariston alla glass-room à la Holly e Benji di Francesca Michielin infortunata alla caviglia, che impiega tutta la puntata ad arrivare e poi si vede scorrere i titoli di coda davanti.
Doveva succedere…
scusa Carlo 💔#Sanremo2025 #DopoFestival @SanremoRai pic.twitter.com/A8r3wUYEZN— alessandro cattelan (@alecattelan) February 12, 2025
Sono nel giusto mood anche le opinioniste Selvaggia Lucarelli, che per sua stessa ammissione senza polemiche durante il Festival non ha pane per i suoi denti, ma fa – almeno – un paio di riflessioni decisamente on point (vedi quella sulla romanticizzazione della malattia nella canzone di Cristicchi), e Anna Dello Russo, scesa dall’Olimpo modaiolo per insegnare a noi comuni mortali il gergo fashion. Il momento più alto di televisione finora è stata la conversazione surreale tra lei e Serena Brancale, entrambe pugliesi, all’insegna di lu sole, lu mare, lo ientu e scazz l rizz cu cul (aka andare a schiacciare i ricci di mare col lato B). Non chiedete, l’unico modo per credere è vedere.
“CAZZ L RIZZ CU CUL” 💀
REGINA 👑#DopoFestival #Sanremo2025 pic.twitter.com/NX7m3boYjd— Soter (@SonoSoter) February 13, 2025
Il resto del suddetto cazzeggio è courtesy of Street Clerks con i pezzi-meme cantati a gran voce dal cast: “Il microfono di Carlo resta acceso mentre invoca la Maremma” sulle note di Somethin’ Stupid, “La velocità è condurre Sanremo come un treno” su quelle di Felicità di Al Bano e Romina e Nostalgia (canaglia) balorda by Olly e Alessandra Celentano abbracciati (#tuttovero). Carichi, insomma, ma non toccate Roccaraso a Rocco Hunt.
Al DopoFestival parte le canzone meme su Roccaraso.
E ridono tutti, proprio tutti i presenti.
Tranne Rocco Hunt a cui mi sa che girano un filino… pic.twitter.com/RYaL1s33j8— Tancredi Palmeri (@tancredipalmeri) February 13, 2025
Da sempre poi il DopoFestival funziona quando anche gli ospiti c’hanno voglia, vedi Willie Peyote che dribbla benissimo la carrambata con Alessandro Matri, definito “fighetto strapagato” in un pezzo di 12 anni prima. E funziona meno bene con l’apparizione flash di un Tony Effe furibondo, che sentenzia “Per me Sanremo finisce oggi” perché l’hanno obbligato togliere la collana (logata) per l’esibizione. Ecco, la vera differenza sta nel trattamento della “notizia”: mentre Fiorello l’avrebbe trasformata in infotainment senza freni e ci avrebbe costruito sopra un film-inchiesta in diretta chiamando al telefono Conti, i vertici Rai, il notaio e Giulia De Lellis alle 2 di notte, Cattelan risponde “Ah sì? Basta?”, e la converte in argomento da salotto post-festivaliero. Ma almeno, finalmente, la polemichetta che ci svolta questo Festival democristiano è arrivata. E direttamente dal DopoFestival: qualcosa vorrà dire.