A Viale Mazzini le 10 del mattino è diventata l’ora del giudizio. L’omino – perché sì, noi ci immaginiamo che ci sia ancora un omino – che deve portare al settimo piano il foglio Excel con gli ascolti della serata non sa più come indorare la pillola. Ormai molla il referto sul tavolo e fugge via, alla stregua di un boia che ha scelto di fare obiezione di coscienza. Alcuni giorni, forse, spera addirittura che l’amianto contenuto nelle pareti dell’edificio Rai lo uccida prima. Perché quella che una volta era mera routine – sono le 10, escono i dati di ascolto, li stampo e li porto ai Grandi Capi – si è trasformata in uno stillicidio. La nuova Rai, quella “sotto” il governo Meloni o – a seconda dello schieramento a cui appartenete – “del” governo Meloni, fa acqua da tutte le parti. C’è chi accusa direttamente la premier di aver imposto la gente sbagliata in tv, chi invece punta il dito su coloro che, a torto o a ragione, hanno abbandonato la barca lasciando il servizio pubblico in balìa degli eventi. In ogni caso, Mediaset e La7 sentitamente ringraziano. Di questo passo, infatti, vincere la sfida dell’Auditel è una passeggiata di salute.
Partiamo dal caso più eclatante: Pino Insegno. Il suo Mercante in fiera su Rai 2 è partito al 3,4% (leggi: malissimo) per poi riuscire a fare addirittura peggio, ossia l’1,9% (leggi: l’Apocalisse). Giusto giovedì sera è risalito un po’, ma parliamo di 400mila spettatori e il 2,3%. Per capirci, l’inaffondabile Blob su Rai 3 fa il doppio (832mila spettatori e 4,7% di share), così come Via dei Matti n. 0 di Stefano Bollani, sempre Rai 3 (782mila; 4,2%). Giusto Padre Brown, che su La7 arriva a 124mila spettatori e all’1,4% di share, è meno seguìto di Insegno. Di certo non può però essere una consolazione. Naturalmente Pino Insegno ha subito invocato l’alibi del rodaggio, anche se nel suo caso servirebbe più che altro una resurrezione. Il nostro ha poi addirittura avuto il coraggio di puntare il dito contro la Rai, rea di aver fatto poca promozione al programma. Come se mezza Italia non sapesse da mesi che il comico, aka “il conduttore amico della Meloni”, sarebbe tornato in tv… Non scherziamo, dai.
Semmai quello che pochi dicono e che, per dovere di cronaca, va invece specificato è che il problema non è solo se e quanto agli italiani piace Mr. Insegno: la verità è che il game è incomprensibile. Se non ti ricordi come funzionava quando ancora andava su Italia 1 sei fregato, perché nessuno si premura di chiarire le regole (cosa che invece fanno ancora sia Marco Liorni che Gerry Scotti a Reazione a catena e Caduta libera). Dal divano di casa vedi quindi gente che gira carte, fa delle puntate, tratta – non sai cosa – sul prezzo e a un certo punto è finita la mezz’ora e la linea passa al Tg2 delle 20:30. Guardare i pesci in un acquario è più appassionante.
Altra new entry, altro flop: Caterina Balivo. Si sperava che fosse La volta buona per lei di imbroccare un programma, invece la nostra non è infatti esattamente una recordwoman in materia di alti ascolti. Su La7 Lingo non ha brillato, così come sono stati poco più che discreti i risultati di Help – Ho un dubbio e Chi vuole sposare mia mamma?. Da settembre è tornata su Rai 1, alle 14 del pomeriggio, con La volta buona, appunto, prendendo il posto di Serena Bortone: un cambio di guardia che ha del misterioso. La trasmissione Oggi è un altro giorno andava infatti benone e si era attestata intorno al 16% di share. La Balivo, invece? Al momento non va oltre l’11%-12% Giovedì si è addirittura inabissata al 10,8%, con poco più di un milione di spettatori. Per capirci, subito dopo Il paradiso delle signore schizza al 18%… ed è una soap, mica Squid Game.
Per un Fabio Fazio che se ne è andato, arrivano invece ben due volti a sostituirlo: il primo, Federico Quaranta, è già in onda con Il provinciale la domenica sera, mentre il secondo, Sigfrido Ranucci, arriverà a ottobre con il suo Report. Nel caso specifico di Quaranta bisogna fare una premessa: era chiaro (qui sì) che si trattava di un esperimento, perché prendere un programma di nicchia e impegnato che parla di territorio e metterlo in prime time non faceva certo fantasticare alti share. Infatti siamo inchiodati al 3,6%. Ranucci invece non avrà alibi: se fa meno di Fazio – andando peraltro contro Che tempo che fa in onda sul canale Nove – qualcuno a Viale Mazzini morirà di infarto.
Al momento, a turbare i sonni dei vertici c’è infatti già il poco riuscito cambio di guardia tra Monica Maggioni e Lucia Annunziata: la nuova In mezz’ora è partita con 840mila spettatori e il 7,3%, per poi perdere ascolti di domenica in domenica. Ora siamo a quota 763mila spettatori e 6,4% di share. Stando ai listini, la concessionaria pubblica aveva previsto ascolti sopra il milione. L’ammanco non è poco. Per non parlare del bagno di sangue di Fake show – Diffidate delle imitazioni: il programma di Max Giusti, proposto in prima serata su Rai 2 il lunedì, è inchiodato al 3,6% di share. Di nuovo, tutti si giocano la carta del “ragazzi, dateci tregua: stiamo sperimentando”, dimenticandosi però che le imitazioni in tv sono morte e sepolte da una vita. O sei Crozza/Gialappa’s o, onestamente, non ce ne frega nulla. Persino la famiglia Guzzanti ha smesso di proporle, e loro erano dei fuoriclasse. La nuova Rai dunque non brilla. C’è chi spergiura che si tratta solo di concedere tempo, perché “diamine, i risultati non possono arrivare tutti e subito”. Di certo, sarà facile fare meglio se si parte da una base d’ascolti così bassa…