Toglieteci tutto ma non Teresa Mannino: top e flop della terza serata di Sanremo 2024 | Rolling Stone Italia
Dissing, gladiatori, one woman show e marchette

Toglieteci tutto ma non Teresa Mannino: top e flop della terza serata di Sanremo 2024

La co-conduttrice, pardon, mattatrice assoluta dell'Ariston, Russell Crowe che dissa John Travolta (e sfotte tutto l'affaire 'qua qua'), le solite marchette di Mamma Rai e troppi anniversari. Dai dai dai che siamo oltre la metà

Toglieteci tutto ma non Teresa Mannino: top e flop della terza serata di Sanremo 2024

Amadeus e Teresa Mannino durante la terza serata di Sanremo 2024

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

TOP:

Teresa Mannino mistress (nel senso di padrona) dell'Ariston

Preludio: in conferenza stampa, durante la tombolata di paese – come chiama lei i sorteggi –, Ama racconta: “I cantanti che hanno presentato ieri sera hanno detto che è un’esperienza bellissima”. E Mannino commenta: “Pensa che vita triste che hanno”. Sbam. Alla diretta arriva con elegante (e ovviamente programmato) ritardo, non vuole scendere dalle scale e poi le trasforma in una gag con tanto di stacchetto scritto su misura, scatena il caos, prende in mano tutto (e ci dispiace per Ama), detta legge, rimprovera un cameraman, dice che ‘sti riassunti delle canzoni sono inutili, manda la pubblicità, si sdraia su Il volo, rapisce Ramazzotti, porta una carriola di fiori in platea. Sbriciola tabù e politically correct perché tanto son battute e davanti all’attitude con cui le butta lì si può solo ridere. Due highlight: “Tutta l’Italia guarda Sanremo e cosa vede? Noi due. Più nasi che fiori qua, facciamo naso naso, Giovanna possiamo darci il bacio degli eschimesi?”, Amadeus non può che ubbidire. E ancora: “Questo vestito ce l’ha uguale Jennifer Lopez, che ci va a fare la spesa. Se io vado dal macellaio così, mi spenna e mi butta nel banco frigo”. E poi quale monologo, a un certo punto Mannino piazza un one woman show. Co-conduttrice a chi? Mattatrice assoluta.

FLOP:

Dammi una marchetta Rai che mi taglio le vene

Non ce ne voglia la Sabrina nazionale, che il pollice giù non è certo per lei. E nemmeno per i suoi colleghi. Il problema è questo: c’è la pubblicità e vanno in onda i trailer delle fiction della tv futura, poi quando ricomincia la diretta vedi i protagonisti promuovere quelle stesse fiction all’Ariston, in una sorta di Inception festivaliera. Se ieri è toccato al cast di Mare fuori e a Leo Gassmann, futuro Califano nel biopic tv (vabbè), stasera è sovraffollamento di marchette di Mamma Rai. Massimo Giletti in platea per lanciare la serata sui 70 anni della Radiotelevisione italiana (poi bacchettato sul siciliano dalla Mannino), Edoardo Leo per presentare Il clandestino (con un monologo niente male sulla cultura e sugli artisti sentinelle della democrazia, ma a mezzanotte e 42 e per un titolo che andrà in onda ad aprile). Poi sì, pure Sabrina Ferilli, che co-condusse la finale un paio di anni fa e oggi promuove invece Gloria: “Rispetto all’ultima volta stasera è una visita de parenti, mancano le pastarelle”. Segnaliamo anche una interazione LOL con Dargen D’Amico: “Ma come mai c’è sto giro de tre persone pe’ fa’ un nome?”, ironizza Ferilli. Risponde lui: “Perché in tre è più divertente”. Sabrina può tutto, ma quando è troppo, è troppo. Forse è ora di cambiare formula.

TOP:

Il dissing di Russell Crowe a John Travolta

Sale sul palco, “buonasera, grazie mille”, e canta con la sua band, cavandosela anche abbastanza bene. Poi Crowe, bello carico, saluta il conduttore: “Amadeus! Bella giacca” e la co-co: “Teresa! Teresa!”. Baci e abbracci “molto italiani” (cit.), d’altra parte il gladiatore ha appena scoperto le sue origini nel Belpaese. Segue discorso sul mestiere d’attore e sui sogni da rockstar che aveva da ragazzino. Nessun siparietto cringe insomma, il management di Russell ha fatto un buon lavoro quando ha stilato il contratto. Giusto la richiesta di dire: “Al mio segnale scatenate l’inferno”. D’obbligo (letteralmente) invece annunciare le date del tour, si parte da Roma: “Al Colosseo, oh!”, urla Russell tornato per un secondo Massimo Decimo Meridio. Finally il momento che vale davvero l’ospitata: Crowe sfotte l’affaire Travolta facendo il gesto del “qua qua” con le mani, scuotendo la testa e sussurrando “what the fuck“. Si vola quando Amadeus (che non ha capito la disapprovazione generale di Russell per il siparietto, quindi anche per lui) scoppia a ridere e gli batte il cinque. È dissing.

FLOP:

Se bastasse una canzone (ma no, non basta)

Quest’anno a Sanremo è tutto un anniversario: 20 anni di questo, 30 di quello, stasera tocca ai 40 di Terra promessa, che vinse le Nuove Proposte nel 1984. “Non ci credevamo, non avevamo nemmeno prenotato l’hotel per la finale”, ricorda Eros Ramazzotti. Alla performance però manca l’effetto “grande momento revival di Sanremo” che forse ne rappresentava il senso. Certo, dite voi, arriva il giorno dopo quel fenomeno di Giorgia e la stessa sera di un Gianni Morandi sempre in formissima. Tutto vero, però… Poi Eros piazza il messaggio politico: “Quasi 500 milioni di bambini vivono in zone di conflitto, altri milioni non vedranno mai la terra promessa. Basta sangue, basta guerre, pace!”, raccogliendo da qualche parte sul web pure l’accusa di essere pro-Israele. Conclude con la frecciatina a John Travolta: “Mi fai fare il ballo del qua qua pure a me?”, chiede Ramazzotti. “Secondo me tu lo faresti con più simpatia”, risponde Ama. “Dovevate dargli più soldi!” ride Eros. “Più scarpe, non più soldi!”, interviene Fiore. “Se avessimo scippato due anziani fuori dalle poste ci avrebbero insultato di meno Ama, lo scippo è meno grave del Ballo del qua qua“. Insomma a tenere banco è ancora Travolta. Ieri, oggi, domani.

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