Una serata boomerissima: top e flop della finale di Sanremo 2025 | Rolling Stone Italia
Traffico all’Ariston

Una serata boomerissima: top e flop della finale di Sanremo 2025

Carlo Conti che dirige il traffico, Alessia Marcuzzi la zia brilla alla reunion di famiglia, il Fantasanremo in crisi. Meno male che Mahmood c’è

Una serata boomerissima: top e flop della finale di Sanremo 2025

Alessandro Cattelan, Carlo Conti e Alessia Marcuzzi sul palco della finale di Sanremo 2025

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

TOP (MANCATO):

Alessia Marcuzzi (a sua insaputa)

POV: hai una conduttrice con trent’anni di esperienza (il Festivalbar!) e un one woman show nel curriculum che il palco di Sanremo se lo merita tutto. E lì sopra la trasformi in un mix tra una soubrette sbadata e la zia un po’ brilla alle reunion di famiglia, vedi la gag degli abbracci trascinata a oltranza (fino ad aggrapparsi ad Achille Lauro). Delle due una: menare gli autori o fare chapeau a Fiorello/Ama per il piano di sabotaggio dell’impero contiano (scherziamo). Perché altrimenti non si spiega. Cattelan c’è, ma fa quello che deve fare drittissimo e non si vede (troppo). Boomerissimi.

FLOP (POLITICO):

Il vigile Conti

Più che conduttore e direttore artistico, Conti è stato vigile del traffico all’Ariston, sceriffo del Far West festivaliero, guardiano inflessibile della scaletta (tra i tanti momenti ricordiamo un “Lamborghini, metti il turbo”), spingitore di artisti dentro e fuori dal palco (a patto che non siano i Duran Duran), causa primaria dell’ansia post-Sanremo di milioni di italiani, ma “soprattutto un padre” (cit. Geppi). Perché il suo è stato il Festivàl della famiglia, della Restaurazione (cit. Selvaggia Lucarelli) e anche un po’ del pietismo in prima serata. Era il Sanremo che volevamo vedere? No, ma a giudicare dagli ascolti probabilmente ha ragione lui.

TOP:

Il Brenda Lodigiani moment

Basta il video qui sopra.

FLOP:

Il Fantasanremo è in crisi?

Diamo però a Carlo quello che è di Carlo: il regime contiano ha forse un filo ridimensionato il delirio fantasanremese. Eppure questo è stato comunque il Festival degli abbracci (sì, ma per il Fantasanremo), dei fiori regalati a chiunque, degli occhiali, delle mani in tasca, dei cuoricini (anche Massimo Ranieri!), di Fru dei Jackal che balla sul palco con i The Kolors (+ millemila punti), delle esibizioni improvvisate in strada. Mancava solo il bonus Topo Gigio. Ecco, l’unico che sembra fregarsene è Lucio Corsi. Che infatti è tra i nostri favourite.

TOP (PER SFINIMENTO):

Tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Itali-ah!

Sarà sovranista, sarà il peggiore dei peggiori cori da stadio, sarà che non ne possiamo più. Ma alla fine – tu chiamalo, se vuoi, sfinimento – Tutta l’Italia (“tutta l’Italia / tutta l’Itali-ah”) ci si è appiccicata in testa e si è rivelata l’unico vero tormentone di questo Sanremo. Con la performance all’Ariston, abbiamo anche scoperto che c’è un mondo, oltre quelle tre parole (non che sia chissà che mondo). Ma come si fa a volere male a Gabry Ponte?

FLOP:

Alberto Angela Out of Context

Avete presente il profilo Instagram Giornalisti Out of Context? Ecco, qui abbiamo un Alberto Angela Out of Context in full effect. Nel markettificio Rai che sono diventate quest’anno le ospitate del Festival (da Miss Fallaci a Belcanto, passando per la Peppino Di Capri Rhapsody, Mare fuori a – sempre nella serata finale – Imma Tataranni), non poteva mancare la Sicilia di Montalbano by il nepo baby preferito della Tv nazionale. L’augurio è che fosse solo una risposta al netflixiano Gattopardo.

TOP:

Grazie, Mahmood

Presenta (a sorpresa!) l’inedito Sottomarini e noi pensiamo: perché non sei in gara (e vinci) tutti gli anni?