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X Factor 13, le pagelle: tranquilli, è stata noiosissima anche la finale

Nonostante lo spettacolo di Robbie Williams o la vittoria di Sofia Tornambene guidata da Sfera Ebbasta, l'ultima puntata del talent conferma l'edizione più letale della storia del talent

C’eravamo preoccupati, in semifinale. Una bella puntata, bei contenuti, ottimo ritmo. Troppo, per l’edizione più noiosa della storia di X Factor. Ora possiamo stare tranquilli: era un bug, la finale è stata letale.

Sofia Tornambene voto: 10
Ha vinto, merita il massimo dei voti. Ha 16 anni: io a quell’età uscivo il sabato pomeriggio per ballare, lei va in prima serata al Forum di Assago e canta con Robbie Williams. A naso, direi che ha ragione lei. Certo, continua ad avere il carisma di un budino, ad avere la voce perfetta ma a emozionarti poco. La ragazza probabilmente si farà, o forse no, ma va detto che con l’ex Take That ha tirato fuori palle e personalità così come nel medley con pezzi di Coldplay, Stromae e Achille Lauro. Ha tutto il tempo per crescere e per scrivere un inedito migliore. Questo è ottimo come sonnifero, ma in fondo l’ha creato a 14 anni. Un’età in cui io scrivevo all’interno delle musicassette messaggi d’amore al massimo di una dozzina di parole. Brutte.

Robbie Williams voto: 9
È invecchiato, esteticamente è diventato un incrocio tra Nek e un difensore vecchiotto di Championship. Ma tiene il palco ancora come pochi e duetta con i ragazzi, in un medley cucito su di loro, dando il meglio di sé. Unica nota davvero positiva della serata, unici momenti, i suoi, in cui non guardi l’orologio. È ancora una delle migliori popstar al mondo.

Sfera Ebbasta voto: 8
Pronti, via, esordio da giudice e vittoria. Gli davano dell’incompetente, del superficiale, dell’inadatto al ruolo. Lui ha ripulito la sua immagine, ha avuto pazienza, si è fatto amare anche dalle nonne (Maionchi compresa), le ha date e le ha prese polemizzando con gli altri giudici, ha difeso le sue scelte e ha creduto in quello scricciolo minorenne mettendolo alla prova anche con scelte difficili (vedi Stromae, probabilmente il punto di svolta della sua avventura). Continuiamo pure a sottovalutare la trap e il suo star system, ma qui c’è sale in zucca e talento, che vi piaccia o no. Peccato che come giudice abbia perso subito verve, ma va detto che gli altri tre avevano, quest’anno, l’adrenalina dei giocatori di canasta.

Sierra voto: 7
Bravi, solidi, arrivano terzi perché per il genere che cantano e i giudici presenti più in là non potevano andare. Hanno imparato molto in questa esperienza, ora sarà interessante capire come il loro grande talento per i testi e un bel flow si tradurranno fuori dalla reclusione di X Factor. Hanno iniziato forte qui, poi si sono attestati poco sopra la sufficienza (a differenza degli altri, loro ogni settimana dovevano creare qualcosa di nuovo), cercando di trovare una collocazione meno marginale possibile, scadendo a volte nel banale. Alla prova con quel palco, però, da soli e con il buon Robbie, spaccano.

Lous and The Yakuza voto: 6
Lei incredibile, ma ne vorremmo ancora e ancora. Ipnotica, poetica, emozionante. Ma è lì in vetrina, neanche fosse un videoclip dal vivo. Le ospitate hanno senso se sono come quelle di Tiziano Ferro e di Robbie Williams e perché no, anche di Ultimo. Ma così, non ti scalda. Ed è un peccato perché lei è un’artista pazzesca.

Booda voto: 5
A metà percorso li avremmo votati anche alle elezioni europee tanto ci piacevano. Poi la pantera Buda ha cominciato a dare sempre gli stessi graffi. Arrivano secondi per inerzia, perché la concorrenza era mediocre, perché Samuel li ha spinti alla grande e con le parole giuste. Ma ci hanno ricordato Usain Bolt che andava così veloce che a volte si perdeva dei record del mondo perché decelerava negli ultimi 30 metri (su 100!). Se vogliono sfondare – e per certi versi sono gli unici davvero con molte possibilità di farlo – devono essere meno pigri e più coraggiosi.

Alessandro Cattelan voto: 4
La sua peggiore edizione, di sicuro. Pure così rimane uno tra i migliori, ma se pensi che è lo stesso genio di EPCC, non puoi non rimanere deluso. Ha messo bocca nelle scelte, probabilmente peggiorandole, poi non ha mai fatto prendere ritmo e quota al programma, che spesso contava sulle sue intuizioni, visto il format sin troppo compassato e prevedibile. La cosa positiva è che in finale non sbaglia la giacca, anzi facendo pendant con quella di Robbie Williams, quando si dicono “ti amo” sembra quasi un musical.

Malika Ayane voto: 3
La delusione più grande di questo X Factor: respingente, mai davvero empatica e per questo ossessionata dal sembrarlo, il meglio lo ha dato quando ha attaccato dei pipponi trapattoniani per la loro difficile comprensione o in occasione di un paio di gaffe. Certo, non l’ha aiutata arrivare in finale con Davide Rossi, che ha pure avuto il coraggio di mostrarsi deluso all’annuncio del suo quarto posto. Il ragazzo ci ha ricordato quei concorrenti dei reality che si fingono morti per non farsi notare e quindi eliminare. Lui ha attuato la tattica del meno peggio: ha sfidato tutti quelli inferiori a lui e pur di eliminare loro ci siam tenuti questo crooner che non ce l’ha fatta.

Mara Maionchi voto: 2
Incomprensibile. L’anima del programma, la donna che ha sdoganato le parolacce nei talent, il vulcano di polemiche, idee e commenti in questa edizione è andata in letargo. Persino nell’ultima serata, dove aveva le mani libere perché senza finalisti in squadra, ha deciso di non incidere. Era un elemento dello spettacolo oltre che uno dei giudici più competenti – e realisti, peraltro -, è diventata un soprammobile. Certo, anche così molto più simpatica e arguta della Ayane, ma non è una consolazione. Torna, Mara, torna!

Il caso auricolari voto: 1
Ricordate che Mika a fine ottobre aveva detto ai giudici di non sentire gli auricolari ma i loro cuori? Nessuno ha smentito che fossero dei nuovi Ambra a Non è la Rai, ma la domanda vera è un’altra: sono così scarsi gli autori di X Factor, che pur suggerendo ai giudici cosa dire ci hanno offerto un’edizione mortale? Stiamo messi bene.

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