Sentiamo subito i pezzi dei concorrenti e se sulla carta è un’ottima idea, è vero che alla lunga rende faticoso l’intrattenimento e inevitabilmente la pagano gli ultimi a cantare. A casa dopo l’iniziale interesse per la musica, il centro di tutto è diventato il sex appeal di Manuelito. Che in effetti sembra uscito da un film di Bigas Luna.
Little Pieces of Marmalade voto: 10
Il loro One Cup of Happiness è adrenalina, cazzimma, armonia, hard rock. Roba così, su questo palco, non ne abbiamo mai sentita. Per sicurezza, neanche dagli ospiti. Bravo Manuel Agnelli a scommettere su di loro, ma è anche vero che sarebbe stato una follia non farlo. Franco è tecnico e fluido nel suonare, ha una naturalezza cazzuta, DD è semplicemente un fenomeno, picchia la batteria come pochi altri e canta con uno spettro vocale spaventoso che arriva fino alla lacerazione senza perdere armonia. Se riescono ad ampliare la loro cup of tea, magari in zona Green Day, dimostrando di avere anche sonorità più morbide, ci divertiremo tanto.
Casadilego voto: 9
Sì, dopo un paio di puntate dei bootcamp ci sembrava un bluff. E qualche dubbio rimane: voce impressionante, ma quel suo progetto musicale sembra rimanere una splendida Hemerocallis (i fiori che durano un giorno, sbocciano al mattino e appassiscono la notte stessa), in cui voce e piano si sfidano, nella stessa persona, con virtuosismi continui, scalando quelle che non erano cover, ma prove di forza tra lei e il mondo. Eppure.
Eppure ha 17 anni, forse quel talento enorme finora lo ha lasciato lì a esprimersi come più le andava e qui imparerà a domarlo. Con Vittoria trova nell’interpretazione la solita capacità di lasciarti a bocca spalancata, nella struttura musicale e del cantato ci mette meno colpi di tacco e più mestiere (grazie a chi gliel’ha confezionato a puntino, va detto). Non l’avremmo mai immaginato, viste le sue caratteristiche, ma forse in italiano può fare il salto di qualità.
Melancholia voto: 8
Benedetta si prende il palco, sembra più a suo agio, l’inedito funziona, il gruppo c’è seppur totalmente al servizio di una dote quasi divina. Fanno sembrar semplice le cose complesse e viceversa. Sembra di vedere i Cranberries prima del successo, se sapranno crescere – e a giudicare dalla gestione della voce della frontman stanno già lavorando bene – potrebbero diventare qualcosa di unico e di nuovo. Nel frattempo datemi lo stesso abbonamento a vita ai loro concerti che vuole Emma Marrone.
Hell Raton voto: 7
Ci crede il ragazzo, mette amici e sodali al servizio dei suoi ragazzi (Vittoria di Casadilego vede la firma di Strage, Slait e Mara Sattei, insomma la Machete Crew e dintorni), difende le sue scelte con entusiasmo e con i denti. Dopo la frecciata che gli lancia Cattelan – «è un errore da rookie credere a quello che si dice alle audizioni» – incassa, porta a casa e impara. Non si snatura, vedi la scelta audace di far portare un inedito sconosciuto a Cmqmartina, ma sa anche rintuzzare le malizie sorridenti dei suoi colleghi. D’altronde uno che si è fatto 10 anni di produzione, di Salmo, di nuova scena della musica italiana, certo non può aver paura di tre vecchie volpi. Lo capisci quando salva i Manitoba, con un colpo di scena niente male, per far capire a Mika che avrà pane per i suoi denti. Poi a Hot Factor (davvero niente male, brava Daniela Collu, anche a tirar fuori il massimo da una giuria ieri un po’ moscetta) fa l’agnellino.
Il look dei concorrenti voto: 6
Se fai diventare fighetti pure i Melancholia qualcosa non funziona. Se N.A.I.P. sembra un hipster antipatico e Santi Ed Sheeran, se a Casadilego metti una tuta ignifuga, forse qualcosa non funziona. Ok lo show, va bene che bisogna rendere appetibili per il mercato i nostri eroi, ma è necessario rispettare anche lo stile di ognuno di loro, non inventarsi dei personaggi, in alcuni casi decisamente improbabili.
Eda Marì voto: 5
La Elodie wannabe non convince. Forse perché il titolo del suo (pessimo) inedito è anche la sua recensione (Male), forse perché su quel palco devi tirar fuori i canini per sopravvivere e a naso la nostra ha ancora i denti da latte. Non la aiuta poi indossare una pianta da ufficio come abito. Ha una settimana per costruirsi un carisma, una presenza scenica, una personalità nella voce che per ora non sembra avere.
Il look di Emma Marrone e Alessandro Cattelan voto: 4
Del conduttore ormai abbiamo capito il gioco. Mette completi improbabili per lo stesso motivo per cui in provincia si trovano insegne con errori grammaticali, è una strategia di marketing per catturare l’attenzione. O un modo per distogliere l’attenzione da altro, tipo Grobbelaar in Roma-Liverpool. Emma lo fa solo per dimostrare che gran figa sia nonostante uno stilista che la odia. Missione compiuta. Fuori concorso la camicia di Mika, stoffa a incorniciare il pizzo, praticamente la tovaglia della nonna sotto la giacca.
Mika voto: 3
È un rosicone senza speranza. Fa il buono per tutto il live, giusto un paio di battute a Emma e Manuel Agnelli, poi a Hot Factor (ve l’ho già detto che funziona? E Daniela Collu che dice a Manuelito «non ti starò a dire la posizione scomoda in cui ti metterei» è già un momento cult di questa edizione) si lamenta del fatto che lui ha fatto portare a Eda Marì un pezzo suo, mentre Hell Raton ha costruito quello di Casadilego con i suoi amichetti. E ti dà la stessa sensazione di disagio degli juventini che si lamentano che gli siano stati annullati i gol di Morata. Perché erano in fuorigioco, ma non poi così tanto. Era meglio quando si comportava peggio, il cerbiatto mannaro.
I commenti delle spettatrici voto: 2
Di tempi dei Måneskin, specialmente su Twitter, i commenti delle donne sui ragazzi in gara è al limite del lecito (vi prego Mammeskin, non mi riempite di nuovo di DM offensivi, grazie). Se gli uomini facessero lo stesso con le donne – volevo ricordare a tutti, con l’occasione, il mio amore puro e dolcissimo per Giorgia Rossi Monti, se non ascoltate i Manitoba su Spotify come se non ci fosse un domani vi vengo a cercare – scatterebbe un nuovo #metoo. E invece, siamo dalle parti della sana goliardia e chi scrive lo trova divertente, esattamente come la schermaglia sulle posizioni tra Hell Raton e Daniela Collu. Per informazione i più amati sono Manuelito, Blind (pezzone il suo) e DD dei Little Pieces of Marmalade.
Santi voto: 1
Se fossimo al Grande Fratello sarebbe quello che vince perché è talmente anonimo che gli avversari si dimenticano di lui e non lo nominano. Mentre cantava pensavo «ehi non male, finora sono stato cattivo con lui» (lo so solo perché me lo sono appuntato), ma appena finito il pezzo, faticavo a ricordarne ritmo, musica, parole, persino cosa ne pensassi. E mi sono reso conto, che il momento Memento mi arriva solo con lui. Tanto che in un momento di grande fragilità ho avuto persino una fitta di nostalgia per Roccuzzo. Ho detto tutto.