Manuel Agnelli voto: 1000
Veleno la canta a torso nudo trovando nei Little Pieces of Marmelade compagni di viaggio alla pari, ma a portarli alla seconda manche nel doloroso e ingiusto ballottaggio con N.A.I.P. è lui, con quel microfono che era un po’ un lazo e un po’ un nunchaku. Michelangelo ha avuto solo la sfortuna di trovarsi sulla stessa strada di sua maestà, di rimanere vittima dello stato di grazia del re del mondo. Poi con tutti gli Afterhours e la giacca a pelle (qui tutte le foto della finale), non prima di aver detto a proposito di emozioni e peli che qualcosa ancora gli si rizza – o forse sono solo i miei sogni bagnati, non può averlo detto davvero – si prende il palco, il pubblico a casa, i miei ormoni e quelli di qualche centinaia di migliaia di italiani e italiane, tutti inesorabilmente ipnotizzati e arrapati da Quello che non c’è e da un giudice che non ha sbagliato nulla. La scelta dei concorrenti, ogni singola parola in ogni singola puntata, la sua capacità di incendiare il programma con la sua passione e poi spegnere ogni rancore con un sorriso dolce da vincitore (fino a pochi anni fa non credevamo neanche sapesse cosa fosse e come farlo), da magnanimo monarca che riconosce ai colleghi e soprattutto ai loro ragazzi di essere entrati nel suo cuore e di averlo emozionato. La nobile capacità dei grandi di riconoscere onore ai vinti. Perché anche se ha vinto Casadilego – under donna di Manuelito, ma anche l’avversaria che lui ha più lodato, spinto, stimolato e amato –, questa è stata la sua edizione e così la ricorderemo. Se la prende definitivamente in quest’ultima puntata, con esibizioni in cui ci mostra quanto è figo, pazzesco e unico, ora più di vent’anni fa – ma gli Afterhours quanto sono cool e in palla ancora oggi? –, e che può fregarsene di ogni convenzione televisiva e spaccare lo schermo uguale. Il principio di infallibilità di Manuel ormai è legge e dopo aver portato i LPOM in finale: non ci credeva nemmeno lui, ha sgranato gli occhi incredulo come Grosso ai mondiali del 2006 dopo il gol alla Germania (mentre nel mio salotto si gridava “campioni del mondo”). Vorremmo chiedere a Conte di dimettersi per far posto a lui. Come? Quale Conte? L’allenatore dell’Inter o il premier? Entrambi, lui può fare più miracoli contemporaneamente. Comunque, I have a dream: lui conduttore il prossimo anno.
Little Pieces of Marmelade voto: 10 e lode
I vincitori morali di questa edizione. Hanno stupito e stracciato tutti, sono cresciuti esponenzialmente fino ad arrivare al meglio in finale. In Veleno tengono testa ad Agnelli e rivitalizzano un pezzo grandioso, il best of lo fanno da manuale, sull’inedito capiscono di dover rivendicare la loro identità, di dover dare qualcosa a chi li ha adorati per quell’assenza di compromessi e tra cappelli persi, assoli, strumenti in fumo per quanto ci picchiano su duro e una chitarra spaccata ci fanno godere come mai altri artisti su quel palco. Quello che fa ridere è che chi li critica urla da vent’anni che la musica è morta, non sente nulla che è uscito dopo il 1979 ma li accusa di essere vecchi. Sentite il loro pezzo, è rock e aggressivo, è originale e cattivo, è moderno senza aver paura di essere classico. Ecco, loro non hanno paura. Di fare ciò che gli piace come gli pare. A differenza nostra che stiamo sempre a romper le balle, a spaccare in quattro il capello (e pure un paio di altre cose), a dar patenti di verginità. Per fortuna loro se ne fottono: sono giovani, bravi e sfacciati e si prendono quello che vogliono e lo fanno terribilmente bene. Voglio essere il loro migliore amico.
Alessandro Cattelan voto: 10
Qualcosa sembrava essersi spento dai bootcamp della tredicesima edizione, in cui cercò di fare il deus ex machina e consigliere per le scelte dei giudici. Ne uscì la stagione più deludente. Ora il tentativo, riuscito, di rinnovamento e rivoluzione di questa, ma lui ora vuole cambiare. Nell’annunciarlo era commosso, ma anche sollevato. Il massimo dei voti è inevitabile: longevo e capace di essere sempre ad alti livelli, ha riscritto la grammatica del presentatore moderno e con le sue trasmissioni, ha saputo entrare nell’immaginario collettivo. È già un maestro, nonostante la giovane età, e tutto questo mettendo dei completi che negli anni ’80 a Drive In sarebbero sembrati sopra le righe. Non invidiamo chi verrà dopo questo regno decennale.
Casadilego voto: 9,5
La sua serata peggiore – per questo mezzo voto in meno –, ma con l’inedito, Vittoria, di nome e di fatto, ricorda a tutti di che pasta è fatta, dopo aver sbagliato Stan. Va detto che lei non aveva Big Manuel a torso nudo a darle coraggio, ma un timido Little Manuel con parecchia ansia da prestazione e non deve aver aiutato. Poi non ha neanche entusiasmato col best of, ma è vero che ci ha abituati troppo bene. In ogni caso aveva troppo vantaggio, come avevamo previsto, per perdere. Soprattutto dopo il prematuro addio di Blind. Vorremmo dire che potrebbe diventare la nostra Adele, ma abbiamo paura che qualcuno ci accusi di fare body shaming, quindi diciamo solo che Elisa si farà, proprio perché non ha le spalle strette: oggi il meglio lo dimostra non cantando, ma con due o tre risposte ai giudici e a Cattelan da showgirl consumata, di chi sembra calcare il palco e apparire in tv da una vita. Persino la sua esultanza è contenuta: tanta maturità e consapevolezza per essere un’adolescente. Pure troppe, con quella voce e quel talento, qualche follia se la deve concedere, altrimenti farà la fine di un altro paio di splendide voci italiane – e qualche vincitore di questo talent – che hanno venduto dischi ma non hanno mai fatto il salto. Per una volta ha ragione Emma, “tanta qualità”.
Hell Raton voto: 9
Lo sentiamo cantare, lo vediamo trionfare: esordisce a quel tavolo caldissimo, si prende mezzo X Factor con la Machete, una delle sue ragazze vince, un’altra esce a ridosso della finale e la terza è amata dal pubblico (ci è riuscito Biondo di Amici a vendere dischi, perché non lei in fondo). E il sospetto che siamo stati noi (e Manuel) polli e lui furbo ormai è certezza. Con la faccia d’angelo che ha fatto innamorare Daniela Collu (in verità i sentimenti della brava conduttrice sono più prosaici, viste le battute reiterate), ha simulato un’astuta vigliaccheria per far fuori anzitempo gli unici che potevano insidiare la sua Casadilego, i Melancholia. La regina degli scacchi si chiama Manuel Zappadu. Se rimarrà il prossimo anno, però, lo vogliamo ancora più coraggioso e meno attento al suo ruolo di produttore. X Factor gli si addice, ha strategia e fiuto (ma lo sapevamo), è sexy, ma deve lavorare sui duelli con gli altri giudici. Ok, li può fregare, ma davanti alla telecamera non si può far mangiare vivo dalle vecchie volpi. L’apparenza conta, sul piccolo schermo.
The Jackal voto: 8
Maestri. Si può fare comunicazione commerciale senza perdere la propria vitalità creativa, la capacità tecnica e artistica di parlare al proprio pubblico. Sì, quanto è vero che The Jackal Replay – Tutto il bueno di X Factor è stata una delle cose migliori di questa stagione, col difetto di essere troppo breve (perché non fare il commento di X Factor come la Gialappa’s Band lo faceva di Sanremo?). Da anni uniscono storie e sponsor, e qui quando arriva il Kinder Bueno insieme al Lo sai che? non ti dà fastidio, non ti senti invaso. Questi ragazzi non sbagliano un colpo, voglio vedermi X Factor 15 con loro. Con loro vedrei pure Tale e Quale.
N.A.I.P. voto: 7
Uscito troppo presto, ma forse era inevitabile. Per “sporcare” Mika non bastano due cucchiaini, il duetto pur ottimo, se l’è mangiato e lui per brillare invece ha bisogno di luce propria. Non a caso Elio, che lo ha capito al volo, si è messo a completo servizio, vestendosi come lui, doppiandolo, replicandolo. Il sospetto che se si fosse chiamato Naip senza puntini su Spotify lo avrebbero trovato più facilmente lo abbiamo ancora, ma va bene così. L’arrivare in finale ha sdoganato la sua arte, la sua cifra stilistica, il suo registro, la sua visione. E non cambiando, solo migliorando. Ha solo sbagliato anno, con Elio giudice avrebbe sbancato. Ciao Benjamin Button, è stato bello.
Blind voto: 6
È il grande sconfitto. Giovedì scorso al ballottaggio con Mydrama, oggi terzo. Il disco d’oro è un’ottima consolazione, ma qualcosa deve essere successo negli ultimi 15 giorni. Come se gli altri concorrenti, con le loro ottime performance, avessero oscurato la sua regolarità – sembrava Mir nella MotoGp: mai il migliore, spesso sul podio, ma alla fine primo al traguardo finale –, e soprattutto fuori dalla Sky Wi-Fi Arena ci sia stancati dell’autotune proprio quando era arrivato uno lo usava decentemente. In finale, capita l’antifona, ha provato a limitarlo, ma ormai era carta conosciuta e soprattutto i LPOM avevano messo la freccia. Rimane quello più a suo agio sul palco, ma paga il non essere mai uscito dal suo recinto. Emma dopo aver perso in fretta i primi concorrenti, subisce l’ennesima beffa e lui forse è stato bruciato, come i Måneskin, da pronostici troppo benevoli e anticipati.
La giostra degli eliminati voto: 5
Ce n’era bisogno di questo premio di consolazione? Bella, come sempre, scenograficamente e fotograficamente, ma un po’ triste. Certo, ammetto che Bomba di Vergo mi fa l’effetto che fa Despacito ai The Jackal, la trovo terribile ma poi la urlo e la ballo come un pazzo, però per quello bastava Spotify. Oppure semplicemente mi sento in colpa per aver dimenticato troppo in fretta Eda Marì (una che che ai live è durata meno di Eleonora Daniele al Grande Fratelllo). O saranno i Manitoba che pronunciando la parola di Maradona mi fanno ripensare a Diego nelle uniche due ore in cui ero riuscito a metterlo via dopo aver pianto, sempre su Tv8, guardando la scritta Stadio Diego Armando Maradona. No, la verità è una sola: non sopporto di vedere i Melancholia tra tutti gli altri eliminati. E soprattutto Alone senza alitare in faccia a Hell Raton non ha senso. Ok, è vero, non l’ho ancora superata.
Mika voto: 4
Generoso con N.A.I.P. nel duetto, scatenato (ma non in formissima, possiamo dirlo?) nel medley dei suoi successi. Ma. Ma non ha dato in questa edizione ciò che si aspettava da lui, il cerbiatto mannaro si è fatto mettere la museruola quasi subito, oscurato da Manuel Agnelli come carisma e presenza scenica, distratto da Emma che ha creduto una competitor pericolosa nelle prime puntate – mentre erano solo Sandra e Raimondo – e “fregato” dal giovane Manuelito che ha coccolato, vezzeggiato, preso in giro per poi ritrovarsi un coltello tra le scapole. Il perfido geniale Mika di un tempo sarebbe stato tutti e tre gli altri giudici nella stessa persona, avrebbe fatto le scenate di Emma, le furbate di Manuelito, si sarebbe preso i momenti epici di Manuel. E il tutto indossando capi e colori che solo lui può tenere addosso e sembrare figo. Lo ha disorientato il finto buonismo del tavolo, tutti pronti ad azzannarsi ma mai capaci di contestare la singola performance neanche ad ammazzarli. Tutti “arrivavano”, chiunque “stava crescendo”, a un certo momento. Tanto che a un certo punto sentivi fortissima la mancanza di Ballando con le stelle e di Selvaggia Lucarelli e Guillermo Mariotto, dei loro voti bassi. Quando si è trattato di far sedere i concorrenti, prima dei Bootcamp, nel salottino in cui i tre giudici guardavano il collega alle prese con le scelte, era in formissima e feroce. Quando se li è ritrovati faccia a faccia, non ha graffiato. Lo diciamo? Sembrava distratto e annoiato. E N.A.I.P. gli è un po’ scoppiato tra le mani (anche grazie a Laccio & Shake). Però sappiamo tutti che è l’unico che può sostituire Cattelan, vero?
Negramaro voto: 3
Lo dico io, che li ho amati tanto. Purtroppo, però, (mentre) tutto scorre, anche un gruppo Meraviglioso può fare Un passo indietro. Ne hanno passate tante Sangiorgi e soci, si possono permettere un passaggio a vuoto, probabilmente non è il caso di dire Basta così, ma è un fatto che dopo Solo 3 minuti a X Factor di esibizione dei Negramaro molti di noi stavano per cedere al sonno, e chi l’ha fatto, tra Nuvole e lenzuola, ha sognato Zalone che imitava il frontman. Verranno Better Days – Giorni migliori. E comunque “scagli la pietra chi è senza peccato, scagliala tu perché tutto ho sbagliato”.
Boris Sollazzo voto: 2
Come le due di notte, a cui ho sempre finito queste pagelle. Perché se metti i voti, devi aspettarti anche che li mettano a te e che possano essere bassi. Alla fine sono solo numeri e non bisogna essere permalosi, è un duro lavoro e qualcuno deve pur farlo. E allora questo 2 è un regalo a tutti quelli che m’hanno voluto male (parecchi, X Factor è un programma molto suscettibile, a partire dal suo pubblico, perché è un format molto amato, in primis dal sottoscritto: è come coi figli, tu puoi criticarlo ma con gli altri lo difendi). Certo, forse, essere vittima del linciaggio dei cmqmartiners è stata una punizione troppo dura, qualsiasi siano colpe passate, presenti o future che devo espiare. In fondo io sono comodamente seduto in poltrona a scrivere e loro tutti hanno lavorato, faticato, sperato, forse anche pianto e non è facile vedersi riassunti in qualche riga. Non è facile neanche per me (in realtà lavoro come un mulo, ma poi voi come fate a immaginarmi come un critico che scrive cattiverie tra un cocktail e l’altro, mentre fuma un sigaro e pensa a come demolire giovani promesse della musica?).
E pazienza per chi non ha capito, per chi strumentalizzato, per chi era vittima dei pregiudizi di cui accusava me. Il politicamente corretto è un’arma a doppio taglio e la parte più affilata è il manico. Comunque ci siamo divertiti e il grande successo di queste pagelle è merito di due format editoriali di grande valore, amati e per questo al centro dell’attenzione. X Factor e Rolling Stone. E io ora mi sento a mio agio: due, e son subito tornato al liceo. Ora mi mancano solo gli insulti del preside e torno indietro di 25 anni.
E ora giovedì che faccio, che non ci sarà neanche l’Europa League e avremo ancora il coprifuoco? Quasi quasi invito a cena Emma. Cucina medievale, come nell’ultima puntata di 4 ristoranti di Alessandro Borghese.
Sofia Tornambene voto: 1
1 come primo posto. Il suo nella scorsa edizione, che complice la pandemia non le ha portato molta notorietà. Onestamente, la ricordavate? E ora, finita la trasmissione, sapreste canticchiare Solo? Non voglio essere perfido, ma da fan dei Little Pieces of Marmelade ricordo che i Måneskin arrivarono secondi. Sì, confesso, solo internet mi ha aiutato a ricordare che li sconfisse Lorenzo Licitra, che però ebbe meno voti di loro, sommando quelli arrivati in ogni puntata: X Factor ha evidentemente un sistema elettorale simile a quello statunitense. La gag con la Maionchi che sembra non riconoscerla è da Oscar, il sospetto che alla fine della trasmissione lei e Casadilego potessero scappare nel mondo di Memole pure. Ora non la stiamo tirando a Casadilego, che ci piace da matti, né a Sofia Tornambene che ha pure cambiato genere, tanto nessuno ricordava quale fosse quello che faceva prima. Però c’è qualcosa che non va a X Factor se X Factor stesso relega la campionessa uscente all’Antefactor. Come se l’All England Lawn Tennis and Croquet Club costringesse Roger Federer a giocare le qualificazioni a Wimbledon.