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X Factor 2022, le pagelle dei secondi Bootcamp: Ambra, mannaggia a te

Tiene Siffredi (buono giusto il cognome) e rimanda a casa i Gemini Blue: non si fa. Nella puntata anche una Barbie Spears, un gruppo paracool, un Meat Loaf comprato su Wish. Ma soprattutto giudici sottotono: forza, cos'è questa mosciaggine?

Foto: X Factor/Sky

Puntata sottotono, più per i giudici che per i concorrenti, funestata dall’eliminazione del duo che già vedevamo in finale, i Gemini Blue. Facciamo una petizione per il loro ripescaggio, occupiamo lo studio di X Factor, qualsiasi cosa ma non possiamo sopportare quest’assenza. Viste le selezioni dei quattro giudici, dai Last Call rischiamo di uscire invocando sacrifici umani.

Cinzia Zaccaroni voto: 10

È una Sinéad O’ Connor che incontra Ani DiFranco a cui non devi dare una sedia, ma un divano. Ha una voce incredibile, uno strumento raffinatissimo che tocca note e un’intensità rare, anche in pezzi difficili come Glory Box dei Portishead, con quel basso a cui fa fare ciò che vuole. E mentre la ascolto anche io farei ciò che vuole. Fa apparire normale, quasi ovvio un talento totale. E Dargen, bastava guardarla per capire che non vede l’ora di sporcarsi le mani. La domanda è una sola: in un programma in cui l’autolesionismo del portare inediti è ai massimi livelli, lei ne ha? Perché se ha un mondo artistico e creativo suo, io voglio percorrerlo, esplorarlo tutto. Da lei sogno una cover hard rock di Raoul Casadei, è quasi una fantasia erotica.

Gemini Blue voto: 9,5

Torna il batterista Jack, ottimamente sostituito dall’amico del cantante alle audition e pur sbagliando pezzo – il loro sound non è da Kanye West e Jay-Z – alla fine non ce ne accorgiamo perché sono troppo bravi. La loro eliminazione grida vendetta, è davvero inspiegabile, Ambra non dovrebbe dormirci la notte. Se portati ai Live sarebbero finiti in finale come una sorta di Little Pieces of Marmelade blues-rock. Troppo raffinati, forse, per il progetto del giudice a cui erano stati assegnati e per un’edizione in cui chi è al tavolo non sa cantare e suonare almeno al livello di gran parte dei concorrenti.

Disco Club Paradiso voto: 9

Io li voglio a Sanremo, sono i nuovi Pinguini Tattici Nucleari, ma contaminati con mille generi diversi, anche in contraddizione tra loro. Avverto il tavolo: se un giorno li elimina, tengano il sassofonista o occupiamo lo studio (cosa che sto pensando di fare comunque per la cacciata dei Gemini Blue). Dopo il Festival voglio che facciano gli stadi e poi l’estate il Disco Club Paradiso Beach Party. Infine vanno scritturati per il remake italiano di Stranger Things. Con loro ci si può divertire, possono essere marmo e argilla.
 Ah voglio la loro stessa dieta, qualsiasi cosa assumano, funziona.

Cecilia Quaranta voto: 8,5

Ecco una che ci ha sorpreso. Sembrava una virtuosa, straordinaria ma legata a uno stile e un’impostazione precisa ma rigida. Lei invece con quell’eleganza dolce ti piazza un Dancing in the Dark in cui la sua firma c’è, ma anche una voce più densa, carismatica, senza perdere la dolcezza. Sembrava un uccellino, invece è una Boss. E in pochi minuti dimostra di poter andare ovunque e nella performance evolve anche l’espressività.

Martina Baldaccini voto: 8

Un’altra che si ritrova il giudice sbagliato. Dopo Mina porta Mia Martini – se i Bootcamp non fossero registrati giureremmo che ha letto le pagelle – e con Almeno tu nell’universo ci graffia l’anima. Ha ragione Fedez che dice che se assomigli a qualcuno devi evitarlo come la peste, ma siamo sinceri, tutti noi avremmo voluta che la cantasse. Era un po’ tesa – le faccette all’inizio avrebbero ammazzato un cavallo – e doveva andare su una proposta più neutra, ma alla fine chi se ne frega. Per me una così può anche cantare “perché sei un bravo ragazzo” e mi smutando lo stesso.

Matteo Orsi voto: 7,5

Dei solisti uomini è il più bravo, il più versatile e il più plasmabile, se è vero che ha cominciato a esibirsi con X Factor, ha margini di miglioramento clamorosi.

Irene Pignatti, Francesca Rigoni, Lucrezia Maria Fioritti voto: 7

Irene continua a farci sospettare che la sua comfort zone sia ben recintata, ma se la gioca bene e proponendo Hope There’s Someone di Antony and the Johnsons ci spiazza e ci fa credere che possa andare oltre. Il problema suo e anche della tenera Lucrezia è che tra le donne soliste c’è una concorrenza feroce. Fioritti alza l’asticella e con quella Teardrop dei Massive Attack al piano propone una sfida ad alto tasso di difficoltà e guadagna punti rispetto alle Audition, dove era sembrata essere stata sopravvalutata. Contenti di esserci ricreduti. Francesca Rigoni invece si conferma, con personalità e un’identità precisa, molto rock senza disdegnare un pop asciutto e lo fa con un inedito niente male. Potrebbe finire ai Live proprio perché rispetto alle avversarie sembra qualcosa d’altro e alternativo. Ho una proposta: si trasformino in una band, un trio così vince a mani basse.

Colin MacDonald voto: 6,5

Altro abbaglio di Ambra, probabilmente distratta da un look che dovrebbe essere vietato in tutto il pianeta. Canta così bene che se ci fosse stato Mika, non staremmo qui a disperarci per la sua eliminazione. Peccato per “la cagata sotto” che rispetto alle Audition lo ha un po’ bloccato, ma il suo giudice ha perdonato performance ben peggiori. Ci mancherai Colin.

Tropea, Nervi, Beatrice Maria Visconti voto: 6

I Tropea se la giocano benissimo, esibendosi in una prova solida e senza troppi fronzoli, tecnicamente inappuntabile. Facendoci sospettare, però, che questo sia il loro massimo. I Nervi portano un inedito che ha anche un suo fascino, non adattissimo forse a X Factor, ma il modo che hanno di occupare il palco con carisma e buon talento agli strumenti e al microfono (il frontman si è sciolto, niente male davvero) ci fanno pensare a dei Bengala Fire light. 
Beatrice, da noi ribattezzata Barbie Spears, è molto consapevole dei suoi pregi e dei suoi limiti e portando Marcella Bella rivista e scorretta secondo il suo stile, si fa voler bene. Con lei all’inzio pensi sempre «cosa ci fa qui?» e poi ti cattura. E ti chiedi sempre se sia un outsider affascinante o un bluff giocato alla grande. Inizia che la sedia gliela daresti in testa e poi finisci per voler puntare su di lei. Almeno dandole uno sgabellino. Per ora è tutto quello che volevo da Cmqmartina e lei non mi ha dato (lo sapete, mi manca). Di sicuro è unica nel suo genere in questo roster.

Hate Moss voto: 5,5

Come già alle audition, sanno sembrare un po’ più fighi di quello che realmente sono. Un po’ come il loro nome, sono deliziosamente paracool. Ma non abbastanza.

Francesco Guarnera voto: 5

Un voto in meno per la rosicata troppo evidente (ma da una parte, evviva, almeno uno che non fa l’ipocrita). Ha strategia, prima ti colpisce con la goliardia di “Martina sei una stronza“, poi porta una cover ben personalizzata che tira fuori, in una prova di livello, tutto il suo talento überpop. E infatti Ambra quasi cede. Quasi. Sbaglia programma, ad Amici spaccava. In ogni caso è abbastanza intelligente e furbo da finire, entro due anni, sopra al vincitore di questa edizione in classifica. Ci scommetto una cena.

Luigi Baldi voto: 4,5

Puntavo tanto su di lui, ma uno così funziona se è sempre vero, arrabbiato, cattivo. Rispetto all’inedito spaccacuore (errore anche degli STT, ma a loro voglio troppo bene per dargli un voto, ma quella Halo, citando Ambra, mannaggia a voi!), prova il salto con un Lucio Dalla coraggioso e riscritto in una barra – cosa che ad Amici funziona sempre – e per accontentare tutti si snatura e scontenta persino il ben disposto Dargen. E pure il sottoscritto. Voleva essere Anastasio, è sembrato solo un pallido Sangiovanni.

Francesco Giuliani, Giacomo Paris voto: 4

Il primo fa il suo, che è pochino. Un giovane Meat Loaf, ma se lo compri su Wish. Il secondo sembra Paperino che viene preso in concorso a Sanremo. Se la gioca malissimo, agitatissimo, e mostra tutti i suoi limiti.

Le Tigri da Soggiorno voto: 3,5

A parte che il cantante sembra vittima di un pippaggio collettivo di elio (come pure Paris), ma magari provare in garage, in studio, in casa un po’ di più prima di arrivare a X Factor avrebbe aiutato. Decente lui al microfono, mediocre la band ma non capisci mai chi tra loro vada fuori tempo. Sembravano essere in due stanze diverse. Insonorizzate.

Giovanni Portaluppi voto: 3

Non siamo ancora pronti per la sua arte. E neanche lui.

Matteo Siffredi voto: 2

L’emozione lo massacra, è persino tenero quel rossore che avvampa violento. Canta male e non contento porta uno dei singoli più brutti mai presentati a X Factor. Un singolo con cui poteva fare bella figura, al massimo, Beatrice Maria Visconti. Rimane sulla sedia perché Ambra se lo scorda, non c’è altra spiegazione. Fossimo i Gemini Blue ricorreremo al Tar contro la decisione della giudice e contro di lui.

Ambra voto: 1

Aver tenuto Siffredi, che per carità ha un cognome che merita rispetto, ed eliminato i Gemini Blue e il buon Colin è un delitto da condannare senza attenuanti. Forse è il bullismo dei giudici maschi che all’inizio del suo Bootcamp si travestono tutti da Dargen, oppure la manda in confusione il fatto che evidentemente Fedez e Rkomi si siano scambiati le camicie, ma il suo sestetto, visto che il team musicale di X Factor l’aveva pure trattata bene (a differenza di Dargen e Rkomi), è inspiegabile. A meno che lei stia giocando di strategia e abbia deciso per una squadra tutta indie e it-pop. Ma sono generi morti entrambi da tempo.
 Non le do zero perché come dice lei «mannaggia a voi», nessuna.

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