Rolling Stone Italia

8 momenti epici (ma veramente epici) del finale di ‘Doc – Nelle tue mani’

Ci inchiniamo ancora una volta allo ‘stracultismo’ della serie Rai starring Luca Argentero (che ha chiuso col botto). Attenzione: spoiler

Foto: Rai

Doc – Nelle tue mani ha chiuso col botto. L’ultima puntata della serie con Luca Argentero andata in onda ieri sera ha fatto 8,5 milioni di spettatori e superato il 30% di share (per essere precisi: 30,8). Numeri da Nazionale per il fenomeno generalista dell’anno, su cui anche noi avevamo fatto le nostre previsioni in vista della (attesissima) chiusura. Diciamo che non siamo rimasti delusi.

Sembra Covid ma non è

Quando Agnese (Sara Lazzaro) è svenuta alla fine della scorsa puntata, tutti abbiamo pensato inevitabilmente al peggio. E il peggio in questo momento è il Covid. Nel finalone la suspense continua, c’è pure il training mascherina e amuchina courtesy della caposala Teresa, con tanto di protocollo di contenimento in tutto il Policlinico Ambrosiano. E proprio mentre l’Italia intera era sull’orlo del divano, preoccupata che la direttrice sanitaria fosse stata contagiata dal virus e intenta a urlare alla dottoressa Giulia Giordano (Matilda Gioli): «Ma non guardi il telegiornale?!», niente: è la candida dell’orecchio. Cosa poteva esserci di meglio di chiudere sull’attualità? Farcelo credere. Geni, e basta.

Prison drama? Quasi

Noi l’avevamo detto, che per il finale avremmo sperato in una svolta prison drama. Diciamo che c’è e non c’è, o quantomeno non c’è per il protagonista Andrea Fanti (Luca Argentero): anche se per un attimo il futuro che ha davanti pare solo San Vittore. Andrà male, invece, al primario in carica, cioè il villain Marco Sardoni (Raffaele Esposito). La virata di genere, se non verso il dramma carcerario, è semmai quella in territorio thriller alla Erin Brockovich contro le grandi multinazionali stronze: qua c’è la farmaceutica che produce il mitico Satonal. Ormai l’abbiamo sentito pronunciare così tante volte che, quando andiamo in farmacia, ci viene da chiederlo insieme al Moment.

La battuta da Baci Perugina (pardon, Amuchina)

Luca Argentero nel finale di ‘Doc – Nelle tue mani’. Foto: Rai

Alla fine, è arrivata LA battuta: «Guarda che la mascherina non ti copre gli occhi, lo vedo che stai piangendo». La recita Agnese sul suo letto di (non) morte davanti a Doc nostro, che lacrima in primissimo piano sotto la mascherina, appunto. Per forza di cose, è questa la battuta dell’anno (Covid), con inquadratura geniale coordinata: ormai non ci fa più nessun effetto vedere la gente con la mascherina, anzi l’immedesimazione di fronte al dialogo tra Agnese e Andrea – in cui saltano ovviamente fuori grandi bilanci sul passato, rimpianti, pentimenti – è ancor più assicurata. Adesso vogliamo trovare quella frase nei Baci, o anche sui flaconi di amuchina va benissimo.

La confessione del Dottor Bollore

È il Dottor Bollore (cit. Grey’s Anatomy) di casa nostra, cioè il Lorenzo Lazzarini di Gianmarco Saurino, il protagonista della scena di confessione e redenzione che risolve il giallo. Blocca tutti i colleghi nel corridoio, ma non per spiegare loro ancora una volta, come aveva fatto la caposala, come ci si lava le mani (parentesi: lei lo aveva dovuto spiegare a dei medici, altro momento epico). Ma per smerdare il primario cattivo e condannarlo alla sicura galera. Ma il sexy dottorino è un tossico (ramo oppiacei), dunque, nonostante la contrizione sulla pubblica piazza, non può passarla così liscia: per ora gli sceneggiatori hanno deciso di fargli lasciare il Policlinico, poi si vedrà se si meriterà di tornare. Nel caso non succedesse, qua siamo già pronti a lanciare la petizione su Change.org.

Citofonare Agnese

Agnese non ha ancora una diagnosi sicura per il suo malore – tumore? Leucemia? Coronavirus? (Ah, no) – ma sul suo letto d’ospedale ha una sola cosa in testa: i citofoni. Forse “citofoni” è la parola più pronunciata nell’intera puntata. La direttrice sanitaria vuole che tutti i malati possano chiamare medici e infermieri con facilità: in questo istituto privato che pare la sede di Google è assurdo che non si possa fare, eppure così è, i tagli alla sanità colpiscono chiunque. Dovesse andarle malissimo (ma è il personaggio di una fiction Rai, non di un mélo Mediaset by Teodosio Losito: quindi sopravvivrà), queste sono le sue ultime volontà, che tutti lo sappiano. Citofoni. Citofoni. Citofoni. Ok: ABBIAMO CAPITO.

A (Instant) Star Is Born

Non ci è bastata la romantica scena sotto la pioggia. Altro giro, altra sequenza acquatica (questa volta in piscina, in una svolta alla Gamberetti per tutti: guardatelo!) per i dottorini Riccardo (Pierpaolo Spollon) e Alba (Silvia Mazzieri), con lui che finalmente trova il coraggio di svelare il suo segreto ai colleghi. E l’attore che lo interpreta, Pierpaolo Spollon, è la vera instant star della serie. Ma, attenzione, non solo per il suo amatissimo personaggio, che tiene teneramente testa alla madre di Alba, la dottoressa Castelli (una Pia Lanciotti versione bitch che vorremmo vedere di più nella seconda stagione). Sui social infatti tutti pazzi per Pierpaolo, che durante ogni singola messa in onda cazzeggia con i fan e twitta come un dannato per tutta la puntata (vedi sotto).

Adoriamo. E adorano anche i fan. È nata una stella. (E, se andasse male, hai un futuro brillantissimo da social media manager, Pierpa).

I cliffhanger a catena

Pare di vederli gli sceneggiatori: «Come chiudiamo? Con un’epica scena d’amore tra Fanti e la Giordano? No. Con un nuovo caso che pare irrisolvibile? Nah. Serve un cliffhanger vero!». Ed ecco che arriva immancabile (dopo il «Non ci sarò più io, ma ci sarete voi» quando viene allontanato dall’ospedale) un altro pep talk di Doc sul finalissimo. La destinataria è il personaggio di Matilde Gioli, che si è stufata di reggere il moccolo ad Andrea e Agnese e ha chiesto il trasferimento. La dottoressa Giulia Giordano rimarrà al Policlinico Ambrosiano? E il Dottor Bollore se ne andrà? E il dottor Kidane (Alberto Boubakar Malanchino) tornerà davvero in Etiopia? Quanti cliffhanger, QUANTI?!

Il sorrisone di Doc

Ma l’ultimo fotogramma (al ralenty, perché sì) doveva essere di Luca Argentero. Di più: doveva appartenere al sorrisone bellissimo, bianchissimo e rassicurantissimo del nostro Doc preferito. E allora giù la quarta parete, sguardo in camera e… cheese! What else?

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