Una buona notizia c’è: mancano solo tre puntate. La cattiva è che continuano a eliminare chi non lo merita, a partire da una delle migliori ballerine mai viste in questo studio. Amici non si smentisce mai, ma questa volta non si può dare neanche la colpa al popolo bue, non è colpa del televoto ma di tre giudici che sono lì uno perché è simpatico, l’altro perché è nobile, il terzo perché… boh, chissà, magari serviva un’onomatopea. A volte qualcuno dovrebbe eliminare loro.
Sissi (Silvia Cesana) e Carola Puddu voto: 10
La prima probabilmente vincerà, la seconda è stata eliminata, dimostrando la demenziale competenza dei giurati. E infatti pronti via e Carola ha subito ricevuto la proposta di un ruolo da Giulietta nel balletto di Prokofiev. La prima ha imparato, come nel caso della sua versione di Tenco, anche a sporcarsi un po’, ad abdicare alla sua perfezione quasi irritante in favore di un’intensità, una passionalità che non spezza mai il nitore e rigore delle sue note. Ormai è l’understatement l’unico suo nemico. Come quello di Carola, inspiegabilmente e patologicamente insicura. Paga soprattutto il fatto che nella sua squadra Alessandra Celentano, pur non risparmiandole lodi, ha come al solito ceduto al fascino maschile. Glorificando Michele e facendo dimenticare Carola, che pure non sbaglia un passo. Troppo brava e troppo silenziosa per piacere a questo carrozzone caciarone. In più doveva uscire un ballerino e non poteva uscire né Serena (amatissima da pubblico, giurati e persino sponsor), né Dario (Peperini e Pettinelli sarebbero rimasti con un solo concorrente per le ultime tre puntate). Meglio mandar via una che avrà un futuro luminoso fuori da questo talent che tenerla dove rischiavano di contagiarla col trash. Invece se ne va dando una lezione di danza (e classe) a tutti, lei è un’artista, gli altri dei concorrenti.
Ah, Luigi, non fartela scappare.
Rudy Zerbi – Alessandra Celentano voto: 9
Operazione simpatia riuscita. Da Rudy Zerbi che fa i complimenti (pure un po’ strategici) ad Alex che fino a questo momento aveva giustamente massacrato fino a una Celentano da libro Cuore che evita la nomination a Nunzi(te)o – a proposito, dai sorrisi di lei e le dichiarazioni d’amore mascherate da tutorial di lui è chiaro: i due si amano, devono solo capirlo – perché “ha male alle gambe ed è già stato in nomination negli ultimi due serali”. I due sanno stupirci. Vincono poi il guanto di sfida dei prof con un YMCA epico almeno quanto il look porno soft sadomaso di Zerbi. Va fatta una petizione perché almeno al serale Suor Rodolfo si vesta sempre così. Sono indeciso se volere che esordisca come attore (anche non erotico) o proporlo come prossimo conduttore di XXX Factor. Detto questo mio figlio Carlo ha ballato tutta la loro coreografia, a 3 anni. E io per una volta non ho cambiato su RaiStoria fingendo di seguire un documentario sull’agricoltura del dopoguerra.
Nunzio Stancampiano voto: 8
Alessandra Celentano è la Matteo Salvini di Amici. Se lei scrive una lettera (ma poi perché lo fanno, stanno gli uni di fronte agli altri, maledizione parlatevi, magari menatevi e invece che fate: C’è posta per te versione pro, maledetti, MALEDETTI!!!), fa un commento feroce, stronca qualcuno, quello come minimo vince tre ballottaggi, sei premi dello sponsor e pure cinquina e tombola a Natale. Nunzio, in più, è uno di quelli che dal profumo dei nemici trae forza e cazzimma. Arrivato all’ultimo, ha saputo subito conquistarsi un posto nell’immaginario del pubblico – ieri un mito ha alzato una sua foto con su scritto “UNDERSTOOD Maestra???” voto 10 e lode per l’ignoto spettatore -, su un palco che riempie sempre meglio e con più personalità. E, cosa che non succede quasi a nessun concorrente, migliora ogni settimana.
Serena Carella e Dario Schirone voto: 7
Brava, come sempre, lei, ma sente la tensione e si vede. Sembra legata, ma lei anche con una gamba sola può battere chiunque. Non deve però “sedersi” sul consenso ottenuto finora, quello che fa dire a un Emanuele Filiberto innamorato “sei sempre un modello di eleganza e grazia” (per la prima volta mi sono immedesimato in un principe), perché con il rischio di eliminazione di ieri si è capito che la sua rendita è finita (e infatti nell’ultima performance torna la leonessa affamata di qualche puntata fa ed è di nuovo da 10). Dario invece è un’altra delle vittime della Celentano. Non amato o odiato abbastanza da stare al centro dell’attenzione, ma colpito da una goccia cinese insopportabile da parte della Crudelia De Mon, de Milàn, la frase “sei sempre uguale a te stesso”. Falsissimo, e lei lo sa: finge di scambiare il livello sempre alto delle sue prestazioni, pulito e poco paraculo, per monotonia e assenza di carisma. Ieri però alla prima e ultima prova, con il terrore dell’eliminazione addosso, fa le sue cose migliori. Per interpretazione e tecnica.
LDA e Luigi Strangis voto: 6
Andrei a vederli volentieri in concerto. In un casinò, a Capodanno in piazza quando sei già ubriaco alla prima esibizione delle 23.45, alla sagra della barbabietola da zucchero. Ballerei persino, durante le loro cover, perché sono ottimi esecutori. Ma non senti il loro stile, a meno che non consista in quelle loro performance in cui la loro voce si rifugia in una comfort zone monotonale che loro cercano di camuffare con interpretazioni e movimenti del corpo che erano antichi già negli anni ’80 (LDA occupando il palco come un cacciatore di farfalle compulsivo, Luigi tipo crooner a una serata benefica natalizia). Hanno però un pregio, di avere maestri che gli cuciono addosso le canzoni, prendendole dai juke box anni ’70 e ’80 e dalle olimpiadi di Karaoke. E così Sorrenti per LDA e Un’emozione da poco per Luigi – in cui lui non imita la Oxa ma Luca Marinelli, genio – ci fanno credere pure che oltre al grattato roco c’è di più. Il giorno che faranno un medley non ce ne accorgeremo.
Alex (Alessandro Rina) voto: 5
È illuminante che le sue migliori performance di ieri siano quelle in cui supportava Serena o duettava con Sissi. La grazia e la bravura di entrambe hanno reso migliore anche le sue prove, confermandoci che è un ottimo ufficiale di complemento. Uno che da solo non regge palco e microfono ma che come contorno, accessorio fa la sua figura. Rispetto ai due di cui sopra, non ha neanche una voce riconoscibile (e non è detto che sia un difetto), ma il punto è che ogni volta, ogni sabato ti rendi conto che ti sei scordato il suo nome. Tipo il settimo nano di Biancaneve, il settimo re di Roma, l’ultima (ma pure la prima) canzone dei The Kolors. Va detto però che mi sta divertendo molto la crociata degli Alexers contro le mie pagelle: le migliori, questa settimana, quella che si augurava che una parte del mio corpo precipitasse a terra (non si può dire quale) e un’altra, psicoterapeuta da tastiera, che mi ha offerto una dotta dissertazione dei miei problemi con la figura maschile, motivo per cui non riconosco l’arte di questo novello
Massimo Ranieri incompreso. Ah, per giustizia va detto che la platea giudicante Tim lo ha premiato come migliore di puntata.
Stash Fiordispino voto: 4
Gli diamo un voto alto perché non si ha notizia di reati penali compiuti dal leader dei Dekolors nei confronti del suo parrucchiere. Pur avendo tutte le attenuanti, ha resistito alla tentazione di ucciderlo e questo è un atto quasi eroico. La sua pettinatura di ieri ci ha fatto capire che la sua band non si chiama The Kolors, come sempre ha millantato, ma appunto Dekolors in onore di quel tristanzuolo biondino che usciva a fontanella dal cranio, un decolorato che neanche la mia vecchia lavatrice riusciva a produrre nei suoi lavaggi più sfortunati. Però almeno questa volta ci accorgiamo che c’è.
Albe (Alberto La Malfa) voto: 3
La sua versione completamente rifatta degli anni ’80 di Raf è incredibilmente brutta, banale, furbetta. Talmente tanto ricattatoria che nessuno ha il coraggio di dirglielo. Continua a imitare Sangiovanni non avendo un grammo del suo talento di scrittura e cercando in slogan, aforismi e raccolte di status su twitter i suoi testi. Gli diamo due voti in più perché se una dea come Serena lo ama, un talento ce l’avrà. Magari nascosto, molto nascosto, ma lo avrà. Più andiamo avanti più ci convinciamo che Sangiovanni si sia rasato a zero per evitare di essere confuso con lui. E di querelarci nel momento in cui lo avessimo fatto.
Peparini-Pettinelli voto: 2
Due come i concorrenti rimasti nella loro squadra e se la giuria non si fosse messa una mano sulla coscienza, oggi con una strategia suicida – cos’hanno contro Dario per averlo mandato al massacro come hanno fatto loro a inizio puntata? – si sarebbero trovati con il solo Albe. E va detto che pure Zerbi e Celentano gli danno una grossa mano andando a perdere con Cuccarini-Todaro invece che dar loro il colpo di grazia. Un geniale e rivoluzionario regista disse una volta di una famosa distribuzione cinematografica che aveva diffuso poco e male il suo film: “date loro in mano il traffico di droga, lo elimineranno in poche settimane”. Ecco date a loro due un concorrente bravo e sapranno farlo eliminare immeritatamente grazie ai loro commenti rosiconi e permalosi, alla loro mancanza di (auto)ironia pari solo alla totale assenza di strategia nelle loro mosse. Ci vuole scienza, ci vuol costanza per un’ostinata ottusità decisionale come la loro. Ma forse la loro squadra un senso ce l’ha: grazie a loro a volte Alessandra Celentano risulta persino simpatica.
Il finale di puntata voto: 1
Chiamatemi vecchio o bacchettone ma spiare i teneri addii di coppie di ragazzi adolescenti che vivono i loro primi grandi amori, anche se loro sono consenzienti, lo trovo barbaro. Le parole di Carola, di Dario era giusto che non si sentissero. E lì invece abbiamo pure la telecamera che cerca di andare nell’angolo sicuro della ballerina sarda, con l’avidità famelica di Uomini e donne, con quel cinismo vampirismo da Grande Fratello. Cosa aggiungono quei minuti a volte pruriginosi e spesso sadici? Poi, per carità, a me danno fastidio pure i pochi secondi dopo “The winner is…” agli Oscar o quel minimo silenzio dei giudici di Masterchef prima di togliere il grembiule a qualcuno. Figuriamoci quanto può piacermi Maria che tortura due ragazzi con domande, psicoanalisi da quattro soldi e magre consolazioni prima della mazzata.