Nei giorni scorsi hanno pianto tutti, probabilmente anche voi, solo che qualcuno ha potuto farlo su un red carpet in haute couture o davanti a un’intera sala adorante, ma “lacrime mie o lacrime tue” il punto non cambia: ha pianto l’eterno bad boy di Hollywood Johnny Depp, finalmente riabbracciato dall’élite cinematografica (europea però, che è ben distante da quella americana: chiedete a Woody Allen) a Cannes per il suo ritorno dopo l’affaire Amber Heard. Ha pianto – sempre sulla Croisette, e in smoking – Harrison Ford dopo la standing ovation per il suo congedo da Indiana Jones. E hanno pianto anche i Ferragnez, questa volta nella Milano di corso Sempione, alla première della seconda stagione della loro docu-serie (ci arriviamo).
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Probabilmente Depp ha scaricato le tensioni degli ultimi tre anni, il polverone sollevato dall’ex moglie, l’ostracismo di quella stessa Città degli Angeli che prima lo adorava e poi l’ha inspiegabilmente allontanato anche da un franchise milionario. Invece Maïwenn (che è francese, e i francesi – si sa – vivaddio se ne fregano pure se ci fosse qualcosa di cui parlare, e non c’è) l’ha voluto per interpretare il Luigi XV della sua Jeanne du Barry. Il film è bruttarello – pare – ma Johnny è sempre Johnny: “I’m back, bitches!”. Insomma, è il riscatto sullo schermo, nel lavoro, e ciaone alle polemiche di MeToo hashtaggate.
Per Harrison nessun riscatto: il suo è un addio all’archeologo avventuriero che l’ha reso divo (insieme al furfante spaziale di Star Wars), un ultimo schiocco di frusta sulle note di The Raiders March, e a commuoverlo è l’affetto totale del pubblico. Con tanto di fan-girling della moglie Calista Flockhart (alias Ally McBeal) tra le poltrone della Sala Lumière.
Volendo fare della sociologia spicciolissima, al limite della retorica: persona vs attore, realtà vs cinema/spettacolo, vita privata vs vita pubblica. Ecco, con Chiara Ferragni e Fedez quei piani si intrecciano, si confondono e diventano tutt’uno, indistricabili fin dalle stories e dai post Instagram. I Ferragnez le lacrime se le asciugavano durante l’affollatissima proiezione pubblica della loro docu-serie, a rivedersi sullo schermo in quello che più che mai gli deve essere sembrato il peggior film mai visto (e vissuto). Il primo episodio infatti racconta l’annus horribilis del rapper dopo che gli era stato diagnosticato un tumore neuroendocrino al pancreas. Fedez ha detto (pardon, scritto su IG): “Raccontarmi tramite video diary e vlog ha sempre fatto parte di me. Decidere di impugnare una GoPro e riprendere tutto ciò che stava accadendo non è stato solo un elemento di distrazione che nell’immediato mi ha aiutato, ma anche un modo per cristallizzare tutte quelle emozioni da cui la mia mente cerca di scappare costantemente”.
E così si vede la coppia nove ore prima dell’intervento nella stanza d’ospedale con Chiara che sì, ovviamente piange. Poi piange lui, quando gli dicono che è tutto finito e che starà bene. E ripiange ancora durante la seduta dal terapista di coppia, dove lei si lascia andare a un: “Avrei preferito che succedesse a me perché avrei saputo gestire meglio un trauma del genere”. Finisce che, in qualche modo, la lacrimuccia inevitabilmente viene giù anche a voi, pure se siete cinici e un po’ stronzi. Perché anche i Ferragnez piangono: certo, poi la puntata dopo stanno sul red carpet del Met Gala griffati Versace, ma c’est la vie.
C’è chi si è sbracciato in lodi sperticate all’imprenditrice e al rapper per il coraggio di mostrare tutto senza filtri e gli hater che invece immancabilmente li insultano perché, cito un po’ a memoria: 1) chissene di tutta questa storia, basta; 2) quando sei ricco è più facile, pure se hai un tumore; 3) ma ancora una serie su questi? Mo cancello Prime. L’interpretazione, chiara che più chiara (pardon) non si può, la dà proprio il rapper nella serie: “Chiara è riservata nella sua non riservatezza”. Tradotto: pensate di vedere tutto della sua vita (su Instagram o nella serie poco cambia, letteralmente), in realtà vedete (giustamente) quello che vuole lei. Aggiungiamo noi: se la vediamo piangere è perché lei voleva che la vedessimo piangere, simple as that. Las mujeres lloran, las mujeres facturan, semicit. Shakira.
C’è un momento però in cui la situazione sembra sfuggire per un attimo anche dal controllo di Ferragni: a Fedez, che per sua stessa ammissione è “totalmente non riservato”. Scappa in qualche modo la parola “crisi” davanti al terapista (e soprattutto alle telecamere), lei si infuria, mantiene un certo aplomb, ma insomma è chiaro che lui l’ha detta grossa: “Ti avevo raccomandato di non nominarla nemmeno, quella parola”, lo rimprovera lei. Lui risponde: “E allora che cazzo siamo qua a fare?”. Segue drama, Fedez se ne va, poi torna e tutto si scioglie in “Noi non siamo in crisi, anzi, non siamo mai stati più uniti di così”. Again: se state vedendo quella scena, è perché ai Ferragnez sta bene così. Ma di certo non sapremo mai nulla di più, Ferry dixit.
Il resto delle prime quattro puntate di The Ferragnez è unscripted/scripted: Ferragni in visita alle aziende di caffè messicane e Fedez in giro per New York, il pre e post Met, Chiara che scala un grattacielo in pieno mood di empowerment femminile post-sanremese, un weekend in famiglia consigliato dal terapista dove non si possono arruolare cuochi o tate e dove l’imprenditrice digitale tira fuori una lasagna di gastronomia spacciandola per sua (forse doveva essere un momento LOL, ma insomma…). Una lezione di tango, Fedez che torna a boxare, Chiara che torna a Cremona nel suo liceo con il suo migliore amico. E poi il ricongiungimento Fedez/J-Ax e la conferenza stampa di LOVE MI. Niente che non ci aspettassimo, niente che non avessimo già visto sui social o che i Ferragnez non ci volessero far vedere. E allora questa benedetta “crisi” post Sanremo? Mancano ancora tre episodi (in arrivo venerdì), ma uno “speciale Sanremo” si potrà vedere solo dopo l’estate. Probabilmente serve più tempo per il Ferragni’s cut. E va bene così.