Lo dico: la cosa migliore di Bridgerton sono le parrucche della regina Carlotta. Difficoltà di realizzazione esponenziale, stagione dopo stagione, ma effetto – tra il WTF e il wow – assicurato: a un certo punto nei nuovi episodi ne indossa una con due cigni che nuotano in un laghetto (!). Il resto del lavoro lo fa la sua magnifica interprete Golda Rosheuvel, che dice TUTTO con una smorfia della bocca leggermente accennata: questa è peffomanz!
Ecco anche perché finora il prodotto migliore della Bridgerton saga è stato il suo spin-off, che aveva quantomeno provato ad andare più a fondo (no doppi sensi, giuro) senza farsi mancare persino un po’ di darkness, pur sempre nello spirito leggero della rom-com d’epoca. E i nuovi, anticipatissimi episodi della serie madre cercano di mantenere una profondità che in qualche modo affianchi l’immancabile dose di pornosoft. Dopo l’educazione sessuale di ragazza innocente da parte di marcantonio scafatissimo, starring il sopracciglio del Duca di Hastings, e la love story da nemici ad amanti, starring la coppia con la peggiore chimica della serie, è arrivata la stagione dei Polin (da quella – brutta – abitudine di affibbiare i nomignoli alle coppie post Brangelina), che dà ai bridgertoniani mille-feuille per i loro tè pomeridiani: un cliffhanger hot in carrozza che pare uscito da The Libertine con Johnny Depp (chi sa, SA) e un romanzo di formazione feat. un bel makeover ma-pur-sempre-body-positive feat. una storia di empowerment femminile, che è comunque ottocentesca, ma è anche quello che il pubblico sembra andare cercando dall’intrattenimento in senso largo.
Insomma, Bridgerton continua a fare quello che ha sempre fatto: sbirciare dietro le porte chiuse della società Regency tra fronzoli e frivolezze, nuovi intrallazzi, il solito décor, i corgie, le canzoni pop trasformate in quadriglie e, of course, i dispacci di Lady Whistledown. Se però il rischio è quello di vedere sempre more of the same, Shonda & C. alterano la cronologia dei romanzi rosa di Julia Quinn per raccontare l’amicizia (?) turned love story di Penelope Featherington (Nicola Coughlan) e Colin (Luke Newton), il quartogenito della famiglia. Sì, vuol dire che anche a ’sto giro la serie con protagonista Benedict, l’unico vero sex symbol dei Bridgerton (prove me wrong), la vedremo domani. Ma pure che, al centro del gossip, c’è proprio lei: la ragazza che ha sempre fatto tappezzeria. E che però non si è mai arresa, arrivando segretamente (no, non è più spoiler, se non siete al passo è colpa vostra) a tenere in scacco l’alta società inglese e a mettersi da parte “in proprio” un tesoretto che le altre – ma pure gli altri – si sognano.
E da nuova (?) stella della serie, Nicola Coughlan (se non avete visto Derry Girls, recuperate subito) si prende tutti gli oneri e gli onori (la chimica con Luke Newton c’è, ma meglio lei di lui), tra glamour (il nuovo look!), umorismo (i momenti in cui flirta usando un ventaglio come fosse uno scacciamosche!) e romanticismo (gli occhi negli occhi con Colin), ma soprattutto dando a Bridgerton quel che non è mai stato di Bridgerton: la vulnerabilità di un’outsider in una società finta, affettata, preoccupata solo dell’apparenza, e una forma di emancipazione sociale, sessuale ed economica mai urlata ma costantemente inseguita, in un mercato matrimoniale dove le decisioni le prendono solo i padri, al limite i fratelli (aka IL PATRIARCATO). Nella seconda parte, fuori dal 13 giugno, Coughlan promette scene “croccanti” e rivendica: “Ho chiesto io di girare alcune scene di nudo, è stata una MIA decisione”. Sbam.
E al centro dei nuovi episodi c’è una delle questioni relazionali più dibattute di sempre: esiste l’amicizia tra uomo e donna? Ecco, la nuova stagione di Bridgerton è una sorta di bigino su come uscire dalla friendzone e dire a Max Pezzali che la “regola dell’amico” può sbagliare. Ed è anche un piccolo compendio di citazioni magari pure retoriche sul tema, fare un ricerchina su Google per credere: da Borges (“l’amicizia fra un uomo e una donna è sempre un poco erotica, anche se inconsciamente”) a Oscar Wilde (“fra uomini e donne non può esserci amicizia; vi può essere passione, ostilità, adorazione, amore, ma non amicizia”). Ma sapete che c’è: è Bridgerton, e va bene così. Perché quella dei Polin (pardon) è un po’ la love story per tutti quelli che non avrebbero mai pensato di essere i protagonisti di qualcosa: The Perks of Being a Wallflower.