Non so se avete vissuto lo stessa sineddoche anche voi, ma già dopo qualche ora dall’uscita dell’ultima stagione di Stranger Things, tutti su Instagram parlavano non tanto della serie dei Duffer Brothers, quanto di Eddie Munson. In poche ore, il mio profilo si era colorato della faccia di Eddie The Freak, er metallaro apparso in quasi ogni foto con le dita dietro la testa e la lingua di fuori. È stato allora che mi sono chiesto: perché le persone dovrebbero legarsi così tanto a Eddie The Freak quando Stranger Things ha mille altri personaggi più fighi, a partire dai protagonisti? Ho vissuto la stessa situazione qualche settimana dopo con il ritorno di un’altra serie amata da Gen Z e Millennial, The Umbrella Academy, e di nuovo un sacco di Klaus e facce di Klaus in giro per i social.
Allora è deciso: ormai contano soltanto i side character. Soprattutto per la Gen Z e gli ultimi sopravvissuti fra i Millennial, che su Instagram vengono bombardati da questi personaggi secondari che si vendono meglio dei protagonisti. Anzi, nell’anno delle incertezze – economiche, climatiche, sentimentali – le nuove generazioni si appellano a questi nuovi role model che non sono più i palestrati col volto in copertina, ma los amigos nelle seconde linee. Magari (tranne una: spoiler!) non esattamente dei tipi da spiaggia, ma con un sacco di assi nella manica da buttar giù quando meno ve l’aspettate.
Eddie “The Freak” Munson – Stranger Things 4
Il 25 maggio, il mondo si innamorò di Eddie Munson (e buona parte anche dell’attore che lo interpreta, Joseph Quinn). Nel quarto episodio di Stranger Things, il metallaro-fattone-nerd che vive in una roulotte ha preso il posto da freak che nel terzo capitolo era stato di Robin (Maya Hawk), vivendo oggi una popolarità che forse nemmeno gli autori si aspettavano. Forse perché molti – tutti – sono stati colpiti dal suo ruolo da ribelle, lo strambo della scuola che però se ne frega e continua a giocare a Dungeons & Dragons; forse perché siamo tutti un po’ più solidali con quelli che scappano e che, da un momento all’altro, il mondo gli si rivolta contro. Insomma, per tanti motivi legati alla diversità e a un senso di accerchiamento i fan della serie si sono identificati con Eddie The Freak e i suoi gusti: dalla musica (il metal e i Metallica) all’outfit (la t-shirt Hellfire Club) alle massime. La migliore metterà d’accordo (e commuoverà) anche i più cinici: «Non cambiare, non cambiare mai, Dustin Henderson». Quanto ci mancherai, Eddie.
Kendall Roy – Succession
Su YouTube ci sono tanti video divertenti su Kendall Roy, secondogenito di Logan Roy, patriarca della famiglia protagonista di Succession. Uno è intitolato Kendall Roy Cringe Compilation e in cinque minuti rappresenta con le scene più imbarazzanti un personaggio complesso, pietoso, autolesionista, inaffidabile, tossico e definitivamente fra i più tragicomici della storia delle serie tv. Signore e signori, Kendall Roy (lo strepitoso Jeremy Strong). Non è affatto strano che gran parte del pubblico di Succession si sia affezionato a questo ricco sfigato ereditiere: Kendall è un’iconografia vivente di chi ha tutti i mezzi possibili e non ce n’è, non gliela la fa. Una figura fragile e instabile che quando prova a smentirsi fallisce, e lo fa in succinti maglioni Gucci e invidiabili baseball cap Loro Piana che lo rendono simpatico e affascinante – almeno finché non apre bocca per qualche stronzata. In qualche modo tutti, nella vita, siamo stati Kendall Roy. Ma non ce lo siamo mai detti di fronte a uno specchio perché ci vergognavamo, così come ci siamo vergognati per lui quando ha rovinosamente rappato a un evento aziendale.
Cassie Howard – Euphoria
O anche: come rovinarsi l’adolescenza per una scopata. Non per altro, ma Cassie Howard (aka il nuovo volto di Miu Miu e la doppiamente candidata all’Emmy Sydney Sweeney), è come Kendall Roy: un personaggio freak in cerca di guai con le proprie mani. Anche Cassie infatti è fragile, rappresenta uno dei (come molti in Euphoria) risvolti dell’adolescenza, ma nella seconda stagione si scopre che, oltre a un décolleté di tutto rispetto e a due cerulei grandi occhi azzurri, c’è una crisi interiore verso i rapporti umani: s’incasina con l’amore, il sesso, l’ossessione, e la strada della sua vita cambia. Perciò, da ragazza sexy dalle forme perfette, in Euphoria 2 Cassie diventa la freak che fa il contrario di ciò che ci si aspetta e si trasforma in una liceale sui generis. Scopa, litiga, piange, corre, urla, si fa picchiare, e di colpo è l’antieroina che il pubblico adotta per la sua inattesa prospettiva caratteriale. Dopo la seconda stagione della serie di Sam Levinson, il personaggio di Sydney è diventato iper popolare nonostante avesse davanti un’icona come Zendaya – sempre a proposito di tipi unconventional.
Klaus aka Numero 4 – The Umbrella Academy
Alcol, promiscuità, droga e una sana dose di mitomania. Più qualche giacca dall’estetica discutibile. Così, a metà fra rock’n’roll e Pirati dei Caraibi, Klaus (Numero 4) è diventato il prediletto su Instagram della famiglia di superdotati della Umbrella Academy di Netflix. Non ha un apparente potere salvifico come quello dei suoi fratelli, ma è anche quello più affascinante, perché Klaus rappresenta l’evasione, il nichilismo (macinato all’alcolismo), il personaggio esuberante e un po’ esotico che tutti vorremmo essere a una festa. Tutti vorremmo farci adorare come una divinità invece che essere forzuti e pelosi come Logan; tutti vorremmo essere i più simpatici e sorridenti quando il mondo va a fuoco invece di essere un lanciatore di coltelli qual è Diego. Perciò Klaus è uno dei freak con la F maiuscola, ed è anche quello con più leggerezza pessimistica, nonché il freak con la I di inclusione. D’altronde, serviva qualcosa di politicamente corretto per sorreggere tutta questa sbornia di sesso, alcol e popper.
Assunta Ferraù – Bang Bang Baby
Ok, trovare un personaggio più anticonvenzionale di un’eroina anticonvenzionale come Alice, la protagonista della serie interpretata da Arianna Becheroni, non è facile. Ma di Bang Bang Baby, una delle serie cult di questo 2022 (finalmente qualcosa di italiano, firma Amazon Prime Video), fra gli aficionados qualcuno si sarà legato alla povera/cazzutissima Assunta. Lei, partita come strega dell’Aspromonte, lotta fra il bovarismo della nuova vita a Milano e l’heritage dell’origine calabrese, in una situazione esplosiva e ad alto tasso mafioso; insomma, la classica tipa che può vivere appresso a un bastoncino magico e allo stesso tempo minacciare una sala da pranzo piena di ‘ndranghetisti. La tenacia di questo scricciolo esplosivo interpretato da Giorgia Arena è la vena che esplode quando le cose – in ufficio, in redazione, a scuola, nel traffico – non scorrono più. Il cervello va in ebollizione, sale l’ignoranza del nostro dialetto (a ciascuno il suo) e via parolacce e gesti a destra e manca.
Bonus: Desmond Hume – Lost
La confusione della nostra realtà è tante volte frutto di un destino. Parola di Desmond Hume, che in Lost, fra tutte le decine di personaggi, non sarà il preferito di nessuno, ma non può che essere un side character in cui rispecchiarci. A parte che tutti vorremmo svegliarci in un appartamento in stile Seventies (per di più, in un’esotica isola deserta) con un vinile che gira, ma la ricerca di sé stessi, il mettersi alla prova, è una cosa che non può che accomunarci con Desmond e per questo non possiamo non simpatizzare con lui. Che esaspera il tentativo di aggrapparsi a qualcosa che non c’è e che va riconquistato, in una rincorsa continua: alzi la mano chi non s’accontenta mai e che, guardando uno dei mille episodi di Lost e sentendo i discorsi irrequieti di Desmond, non ha pensato almeno un attimo all’ultimo WhatsApp mandato all’ex fidanzato.